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Frammento VI
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Frammento VI
Aquae Tertiae, XXIII maggio 1272
I giorni si sono susseguiti lenti, ma il panorama costiero per me è via via diventato sempre più familiare. Quando ho infine visto [PAROLA INCOMPRENSIBILE] all’ingresso del porto i due colossi di pietra alti sessanta piedi, con il falò perpetuo delle loro torce lapidee levate come faro come per le navi, mi sono sentito come una pecora tornata nell’amato ovile dopo la transumanza.
L’immenso porto di Aquae Tertiae è un trionfo di pietra gialla battuta dalla ferocia del sole, un crocevia di navi battenti ogni genere di bandiere, governato dalla potenza economica e culturale della casata Amenitis. Le navi Ronuà sono state fatte attraccare nel molo principale, vicino alle altre due grandi galee che ripartiranno con noi fra due soli giorni. Durante le operazioni di rifornimento, ho avuto il permesso di sbarcare al suolo per dirigermi in città, all’antica biblioteca.
L’ombra polverosa dell’atrio, sferzata dalle lame di sole dell’esterno, ha evocato in me i ricordi di giorni giovani lieti e ormai lontani. Presentatomi, ho reperito un altro Sapiente che sarà presto diretto ad ovest e gli ho consegnato la dolorosa lettera di notizie che ho scritto per Lord Custos Ari – che Lex possa perdonare tutti noi e aiutare Lord Ulric a sopportare il colpo – indi ho appreso che il l’anziano savio Liborius, un tempo mio tutore, svolge ancora il ruolo di archivista.
Sempre più canuto e cieco, ma con una memoria di ferro degna del suo nome, Liborius mi ha riconosciuto immediatamente a distanza di dieci anni. Incredibile come questo minuscolo vecchio, la cui figura sparisce dietro il leggio dei tomi che compila, si ricordi ancora di dettagli minori come la mia avversione per la qualità della carta pergamena realizzata a Pendragon.
Avevo bisogno di consiglio e parlare con lui è stato illuminante. “Al progresso non ci si oppone, Glauco” mi ha detto. “Il futuro va corteggiato, non rifiutato.” Secondo lui, ho l’occasione di diventare il primo cronista di una nuova storia, un’opportunità che non viene data a tutti, quasi ambita in questo mondo dove tutto o quasi è già noto e vetusto.
Imploro Lex che conservi Liborius in buona salute ancora a lungo. Ho riflettuto allontanandomi dalla biblioteca, forse per l’ultima volta in vita mia, e anche adesso che scrivo queste note al lume delle torce della Gloria Lexita, penso che la consapevolezza di questa prospettiva saprà aiutarmi a sconfiggere le mie debolezze e la mia paura di --
[PASSAGGIO ILLEGGIBILE]
I giorni si sono susseguiti lenti, ma il panorama costiero per me è via via diventato sempre più familiare. Quando ho infine visto [PAROLA INCOMPRENSIBILE] all’ingresso del porto i due colossi di pietra alti sessanta piedi, con il falò perpetuo delle loro torce lapidee levate come faro come per le navi, mi sono sentito come una pecora tornata nell’amato ovile dopo la transumanza.
L’immenso porto di Aquae Tertiae è un trionfo di pietra gialla battuta dalla ferocia del sole, un crocevia di navi battenti ogni genere di bandiere, governato dalla potenza economica e culturale della casata Amenitis. Le navi Ronuà sono state fatte attraccare nel molo principale, vicino alle altre due grandi galee che ripartiranno con noi fra due soli giorni. Durante le operazioni di rifornimento, ho avuto il permesso di sbarcare al suolo per dirigermi in città, all’antica biblioteca.
L’ombra polverosa dell’atrio, sferzata dalle lame di sole dell’esterno, ha evocato in me i ricordi di giorni giovani lieti e ormai lontani. Presentatomi, ho reperito un altro Sapiente che sarà presto diretto ad ovest e gli ho consegnato la dolorosa lettera di notizie che ho scritto per Lord Custos Ari – che Lex possa perdonare tutti noi e aiutare Lord Ulric a sopportare il colpo – indi ho appreso che il l’anziano savio Liborius, un tempo mio tutore, svolge ancora il ruolo di archivista.
Sempre più canuto e cieco, ma con una memoria di ferro degna del suo nome, Liborius mi ha riconosciuto immediatamente a distanza di dieci anni. Incredibile come questo minuscolo vecchio, la cui figura sparisce dietro il leggio dei tomi che compila, si ricordi ancora di dettagli minori come la mia avversione per la qualità della carta pergamena realizzata a Pendragon.
Avevo bisogno di consiglio e parlare con lui è stato illuminante. “Al progresso non ci si oppone, Glauco” mi ha detto. “Il futuro va corteggiato, non rifiutato.” Secondo lui, ho l’occasione di diventare il primo cronista di una nuova storia, un’opportunità che non viene data a tutti, quasi ambita in questo mondo dove tutto o quasi è già noto e vetusto.
Imploro Lex che conservi Liborius in buona salute ancora a lungo. Ho riflettuto allontanandomi dalla biblioteca, forse per l’ultima volta in vita mia, e anche adesso che scrivo queste note al lume delle torce della Gloria Lexita, penso che la consapevolezza di questa prospettiva saprà aiutarmi a sconfiggere le mie debolezze e la mia paura di --
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