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DICERIE - POST Morbo di Oleth
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DICERIE - POST Morbo di Oleth
2 Ottobre 1316, Beoir
"Avete sentito cosa è successo? Pare che dopo ore ed ore di sofferenza il Sommo Raegor sia spirato, nonostante tutti i tentativi di Congrega, Lupi e Catena di salvarlo.."
"Almeno avrà avuto la fortuna di lasciare qualche messaggio di conforto alle persone care, e le sue ultime volontà.. meglio di niente..
Tra l'altro, qualcuno sa quali siano state le sue ultime parole?"
"Hanno poco senso, forse delirava, ma pare siano state il motto dei Flamber: Nelle fiamme il dominio"
23 Ottobre 1316 Ore 17.21, Pinnacolo dell'Essenza, Sala della Fiamma
Sembrava un giorno come gli altri, con Apprendisti e Discepoli che girano, tentando di origliare i discorsi dei Maestri e Sapienti.
Quando all'improvviso, un boato simile ad un urlo. Dalla fiamma, un incredibile bagliore azzurro, seguito da uno blu, uno marrone ed infine uno rosso.
Poi, silenzio.
24 Ottobre 1316, Sericum, Mischia durante un torneo locale
"Vincerò questo combattimento con un solo attacco. Dovete sapere, cari avversari, che avete di fronte a voi un Maestro dell'Aria. Sarete sconfitti in una tempesta di fulmini".
Il mago procedette a recitare una formula magica. Ma non accadde nulla, sotto gli sguardi stupiti di tutti. Compreso il suo.
24 Ottobre 1316, Pinnacolo Dell'Essenza
Nashandra si guardò intorno, controllando di aver recuperato tutti i suoi pochi averi nella sua stanza al Pinnacolo dell’Essenza, pronta a partire per la Cattedrale di Ferro, sede della Chiesa della Sacra Mano. Non vi era traccia di sorriso sul suo volto, assorto da mille pensieri. Aveva l’aria di chi, nonostante il forte dolore, cerca con orgoglio di non far trasparire debolezza e incertezza; l’unica emozione per lei incontrollabile, era un immenso senso di amarezza e abbandono.
Uscì dalla sua stanza senza guardarsi indietro e si avviò verso colui che si era offerto di accompagnarla durante il viaggio. Il giovane la aspettava appoggiato ad una colonna, la testa china e il cappuccio nero che gli copriva il volto. Quando sentì la giovane arrivare alzò il viso, sorridendo e avvicinandosi a lei. Quando furono vicini, Fiammifero prese la borsa che la giovane portava con sé e se la caricò in spalla.
"Preso tutto, Nash?"
"Sì, non possiedo molto. Possiamo ripartire"
Il giovane annuì, ed insieme si incamminarono verso l’uscita. Non parlarono fintanto che non abbandonarono il Pinnacolo, attraversando i corridoi dell’immenso edificio ognuno immerso nei suoi pensieri.
Dal nulla, nel completo silenzio del loro viaggio, fu Fiammifero a prendere la parola, fissando la giovane con lo sguardo carico di fiducia
“Ora è nella grazia dei Tre, Nash. Troverai in loro conforto e sostegno nel tuo dolore, ne sono certo.”
Nashandra non rispose subito, lo sguardo perso nell'orizzonte, vacuo e pensoso. Quando parlo, la sua voce era ferma, determinata.
“Faranno molto di più per me. Mi daranno la Verità.”
25 Ottobre 1316, Maniero Flambèr, Sala da thè
"DisdiceVole, veVamente disdiceVore. Non mi sono mai sentito così umiliato in tutta la mia vita!"
"Ecco cosa succede a dare la nobiltà a chi non la merita, trovo incredibile che si possa mancare così tanto di etichetta.. di fronte a quei pezzenti oltretutto!"
"DavveVo amico mio, e dopo tutto quello che aVeVo fatto peV lei.. EVo quasi moVto NEL FANGO! capisci?"
"Per i Tre!, posso capire l'onorevole morte in battaglia, ma il fango? Oh quella è cosa orrenda perfino per un Pezzente"
28 Ottobre 1316, Raaka
Davanti alla tenda del Padre dei Lupi arriva uno schiavo del totem trafelato che chiede udienza.
"E' appena arrivata una missiva"
"Cosa dice? Novità per la salvezza del padre?"
"Forse. Per ora solo qualche speranza: sappiamo che i lupi di Iora e Oleth si troveranno dagli Hierko, per discutere sul da farsi e su ciò che hanno scoperto. Sappiamo che ci sono stati degli scontri, e che le speranze di salvare il padre non sono utopie. Speriamo che si trovi una cura il più presto possibile: chi ci vorrebbe cancellare dalla storia di queste terre temo sia già all'opera, approfittando della situazione. Abbiamo bisogno del Padre dei Lupi: senza di esso vacilliamo e l'oscurità potrebbe sopraffarci."
La guardia annuisce ed accompagna il messaggero all'interno della tenda sussurrando al compagno d'arme rimasto sulla porta: "Che Ze’ev e Gùreg ci guidino nell'oscurità che sta avvolgendo il ducato."
29 Ottobre 1316, Oleth
Due uomini sfiniti camminano per le vie della città, scrutando la gente che lentamente ritorna alla vita di tutti i giorni, recuperando i propri averi ed aiutando le persone indebolite dal morbo a rientrare nelle proprie case.
"E' finita?"
"Sì, finalmente."
Seguono alcuni minuti di silenzio, mentre i due uomini procedono lungo la via principale del villaggio.
"Dobbiamo preparare l'estremo saluto per metà villaggio..."
L'amico si ferma e volge lo sguardo al carretto che lui e il compagno trasportavano, carico di corpi avvolti in tessuti di liuta.
"Sì, ora potranno avere la pace...una volta giunti al mare."
30 Ottobre 1316, Pinnacolo dell'Essenza, Sala del Consiglio dei Quattro
"So che il tempo del lutto non è ancora giunto al termine, lo comprendo, ma se non procediamo.. Il nostro potere non è mai stato così basso, specie per gli Stregoni" disse immediatamente il nano.
"Si è sempre detto che legarsi alla Fiamma come il Sommo è impossibile, no?" chiese il sostituto della Sapiente del Fuoco.
"Non ci ha mai consentito di studiare a fondo la cosa però" obiettò Shir.
La porta si aprì improvvisamente. Una figura che non si vedeva da anni entrò rapidamente. La Sapiente del Fuoco era tornata.
Rapidamente disse "Bando alle ciance, sono tornata appena ho saputo, ma non intendo fermarmi a lungo. Sì, la mia raccolta di informazioni sulla Fiamma non è ancora giunta al termine. No, nemmeno i draconici di Drakhalla hanno mai sentito parlare di un artefatto con queste specifiche interazioni. Ci ho messo 3 anni fra viaggio e ricerche per ottenere nulla..."
Ma fu bruscamente interrotta da Terra: "Sì sì, va bene, non importa. Della gente che non sa le cose me ne frego, di qualsiasi razza siano. Noi ci riusciremo. E sapete perché? Perché me ne occuperò IO. IO i rituali non li sbaglio MAI. Tu Tharok preparati, che sarai il focus. Shir, dammi una mano, su. Dobbiamo muoverci."
30 Ottobre 1316, in una malfamata taverna di Barge
"Avete sentito? Pare il coso lì capo della Congrega sia morto. Io direi di brindare"
"Già. La sua empia magia finalmente ha finito di offendere i Tre. Ero quasi tentato di tagliargli la gola io stesso"
"C'è tanta gente che voleva farlo. QUEI MAGHI SONO IL DISONORE DEL DUCATO!"
3 Novembre 1316, Barge
Quando la notizia della morte dell’Indice Bianco Bernand si diffuse a Barge, le campane della chiesa nella piazza centrale suonarono a lutto per tre giorni. Popolani e lavoranti fluviali, vestiti da lavoro o di stracci, formavano capannelli dopo le messe. Ora dopo ora, le discussioni diventavano sempre più concitate.
“E’ morto nei territori del Lupo Guardiano!”
“Era un benefattore! Donava ai poveri! Ha salvato mio cugino! Ce lo hanno ucciso!”
“Dicono in quel buco del villaggio di Oleth, davanti a un gruppo di tribali!”
“Ma dov’erano gli altri, dov’erano le famose forze del Ducato?”
Il malcontento dei fedeli dei Tre montava. Nei vicoli di legno e pietra, sulle banchine portuali, tra fatica e sudore. Al ritmo della nebbia che saliva in spire malsane dalle anse del fiume, la rabbia avvolgeva e alimentava le fiamme delle accuse.
“Lo hanno ammazzato loro, gli Hierko!”
“Questo Ducato senza Duca non difende i santi uomini! Quando c’era lui, i Tre vegliavano su di noi: adesso pensano di farla franca, questi cani!”
“Sono stati i tribali! Sono sempre stati loro!”
“La testa di uno Hierko per la testa di un Indice!”
“I tribali devono morire!”
Cominciò un giorno, con una spinta al mercato: una famiglia di tribali venuta a vendere pellicce in città urtò il carretto di un fabbricante di anfore, e il carico si frantumò. Forse un’ingiuria, forse una scusa mancata, ma altri popolani affiancarono il fabbricante e la famiglia rischiò il linciaggio. Un gruppo di cacciatori tribali di Dùthaich prese le difese della famiglia: minacce e insulti volarono, finché nel trambusto non lo fece un pugnale, che colpì un bambino. Di lì, si scatenò la rivolta. Bancarelle di pellicce furono date alle fiamme dalla popolazione fargan. Tutte le taverne chiusero, sbattendo fuori gli avventori ubriachi, che bottiglie e boccali alla mano iniziarono ad aggredire chiunque fosse dello schieramento opposto al proprio. Metà degli abitanti di Barge si barricò in casa, l’altra metà imbracciò bastoni e strumenti agricoli. I ponti erano invasi da persone in fuga verso est, verso Raaka e i villaggi nei territori del Lupo Guardiano. Nel caos, i loro bambini piangevano, le donne tenevano a bada prole e merci, gli uomini gridavano contro le guardie per farsi largo. Le porte di un palazzo diplomatico degli Hierko furono divelte dalla popolazione; le loro insegne furono gettate in strada e calpestate nel fango dagli asini; i loro trofei di caccia furono tirati giù dai loro supporti dalle pareti, distrutti e bruciati; i servitori riuscirono a fuggire prima dell’invasione.
Le Tre Giornate di Barge impressero una ferita fumigante nella cittadina, finché arrivarono le forze militari inviate da Viktor Stein e Antonio Cassandra per sedare gli scontri, con un nuovo Indice nominato in fretta e furia a Cor Fidelis, e la situazione fu riportata faticosamente sotto controllo. Eppure, alcuni dicono che, a scontri finiti, l’Indice, sgomento, abbia commentato: “Hanno estinto il fuoco, ma le ceneri qui rimangono ad ardere.”
5 Novembre 2016, monastero della catena d'argento
"E di che ti stupisci, è SEMPRE solo uno"
"Pensavo che quest'anno avremmo avuto più entrate, stiamo morendo anche noi in battaglia."
"Kainen dice che la qualità vale più della quantità"
"Forse egli vede cose che noi non comprendiamo nemmeno..."
18 Novembre 1316, monastero della catena d'argento
Le porte della sala erano chiuse, ma alcuni brusii riuscivano a passare ugualmente.
"Proprio tu?" chiese Lamabianca
"Deve essere fatto per bene" rispose il Condannatore con voce ferma.
La voce del vassallo dei Nordrake si ridusse a un sussurro impercettibile.
"Ho altri esploratori affidabili..."
"Non abbastanza, Kainen." Lo interruppe il condannatore alzando la voce spazientito. "Dobbiamo vederci chiaro, e non ho intenzione di affidare un compito così delicato a dei novizi."
Seguirono alcuni secondi di silenzio in cui non uscirono suoni comprensibili finché le porte si spalancarono ed il Condannatore uscì per avviarsi al porto, non trovò nessuno ad origliare poiché le sue catene tintinnanti avevano dato un preavviso sufficiente.
"Avete sentito cosa è successo? Pare che dopo ore ed ore di sofferenza il Sommo Raegor sia spirato, nonostante tutti i tentativi di Congrega, Lupi e Catena di salvarlo.."
"Almeno avrà avuto la fortuna di lasciare qualche messaggio di conforto alle persone care, e le sue ultime volontà.. meglio di niente..
Tra l'altro, qualcuno sa quali siano state le sue ultime parole?"
"Hanno poco senso, forse delirava, ma pare siano state il motto dei Flamber: Nelle fiamme il dominio"
23 Ottobre 1316 Ore 17.21, Pinnacolo dell'Essenza, Sala della Fiamma
Sembrava un giorno come gli altri, con Apprendisti e Discepoli che girano, tentando di origliare i discorsi dei Maestri e Sapienti.
Quando all'improvviso, un boato simile ad un urlo. Dalla fiamma, un incredibile bagliore azzurro, seguito da uno blu, uno marrone ed infine uno rosso.
Poi, silenzio.
24 Ottobre 1316, Sericum, Mischia durante un torneo locale
"Vincerò questo combattimento con un solo attacco. Dovete sapere, cari avversari, che avete di fronte a voi un Maestro dell'Aria. Sarete sconfitti in una tempesta di fulmini".
Il mago procedette a recitare una formula magica. Ma non accadde nulla, sotto gli sguardi stupiti di tutti. Compreso il suo.
24 Ottobre 1316, Pinnacolo Dell'Essenza
Nashandra si guardò intorno, controllando di aver recuperato tutti i suoi pochi averi nella sua stanza al Pinnacolo dell’Essenza, pronta a partire per la Cattedrale di Ferro, sede della Chiesa della Sacra Mano. Non vi era traccia di sorriso sul suo volto, assorto da mille pensieri. Aveva l’aria di chi, nonostante il forte dolore, cerca con orgoglio di non far trasparire debolezza e incertezza; l’unica emozione per lei incontrollabile, era un immenso senso di amarezza e abbandono.
Uscì dalla sua stanza senza guardarsi indietro e si avviò verso colui che si era offerto di accompagnarla durante il viaggio. Il giovane la aspettava appoggiato ad una colonna, la testa china e il cappuccio nero che gli copriva il volto. Quando sentì la giovane arrivare alzò il viso, sorridendo e avvicinandosi a lei. Quando furono vicini, Fiammifero prese la borsa che la giovane portava con sé e se la caricò in spalla.
"Preso tutto, Nash?"
"Sì, non possiedo molto. Possiamo ripartire"
Il giovane annuì, ed insieme si incamminarono verso l’uscita. Non parlarono fintanto che non abbandonarono il Pinnacolo, attraversando i corridoi dell’immenso edificio ognuno immerso nei suoi pensieri.
Dal nulla, nel completo silenzio del loro viaggio, fu Fiammifero a prendere la parola, fissando la giovane con lo sguardo carico di fiducia
“Ora è nella grazia dei Tre, Nash. Troverai in loro conforto e sostegno nel tuo dolore, ne sono certo.”
Nashandra non rispose subito, lo sguardo perso nell'orizzonte, vacuo e pensoso. Quando parlo, la sua voce era ferma, determinata.
“Faranno molto di più per me. Mi daranno la Verità.”
25 Ottobre 1316, Maniero Flambèr, Sala da thè
"DisdiceVole, veVamente disdiceVore. Non mi sono mai sentito così umiliato in tutta la mia vita!"
"Ecco cosa succede a dare la nobiltà a chi non la merita, trovo incredibile che si possa mancare così tanto di etichetta.. di fronte a quei pezzenti oltretutto!"
"DavveVo amico mio, e dopo tutto quello che aVeVo fatto peV lei.. EVo quasi moVto NEL FANGO! capisci?"
"Per i Tre!, posso capire l'onorevole morte in battaglia, ma il fango? Oh quella è cosa orrenda perfino per un Pezzente"
28 Ottobre 1316, Raaka
Davanti alla tenda del Padre dei Lupi arriva uno schiavo del totem trafelato che chiede udienza.
"E' appena arrivata una missiva"
"Cosa dice? Novità per la salvezza del padre?"
"Forse. Per ora solo qualche speranza: sappiamo che i lupi di Iora e Oleth si troveranno dagli Hierko, per discutere sul da farsi e su ciò che hanno scoperto. Sappiamo che ci sono stati degli scontri, e che le speranze di salvare il padre non sono utopie. Speriamo che si trovi una cura il più presto possibile: chi ci vorrebbe cancellare dalla storia di queste terre temo sia già all'opera, approfittando della situazione. Abbiamo bisogno del Padre dei Lupi: senza di esso vacilliamo e l'oscurità potrebbe sopraffarci."
La guardia annuisce ed accompagna il messaggero all'interno della tenda sussurrando al compagno d'arme rimasto sulla porta: "Che Ze’ev e Gùreg ci guidino nell'oscurità che sta avvolgendo il ducato."
29 Ottobre 1316, Oleth
Due uomini sfiniti camminano per le vie della città, scrutando la gente che lentamente ritorna alla vita di tutti i giorni, recuperando i propri averi ed aiutando le persone indebolite dal morbo a rientrare nelle proprie case.
"E' finita?"
"Sì, finalmente."
Seguono alcuni minuti di silenzio, mentre i due uomini procedono lungo la via principale del villaggio.
"Dobbiamo preparare l'estremo saluto per metà villaggio..."
L'amico si ferma e volge lo sguardo al carretto che lui e il compagno trasportavano, carico di corpi avvolti in tessuti di liuta.
"Sì, ora potranno avere la pace...una volta giunti al mare."
30 Ottobre 1316, Pinnacolo dell'Essenza, Sala del Consiglio dei Quattro
"So che il tempo del lutto non è ancora giunto al termine, lo comprendo, ma se non procediamo.. Il nostro potere non è mai stato così basso, specie per gli Stregoni" disse immediatamente il nano.
"Si è sempre detto che legarsi alla Fiamma come il Sommo è impossibile, no?" chiese il sostituto della Sapiente del Fuoco.
"Non ci ha mai consentito di studiare a fondo la cosa però" obiettò Shir.
La porta si aprì improvvisamente. Una figura che non si vedeva da anni entrò rapidamente. La Sapiente del Fuoco era tornata.
Rapidamente disse "Bando alle ciance, sono tornata appena ho saputo, ma non intendo fermarmi a lungo. Sì, la mia raccolta di informazioni sulla Fiamma non è ancora giunta al termine. No, nemmeno i draconici di Drakhalla hanno mai sentito parlare di un artefatto con queste specifiche interazioni. Ci ho messo 3 anni fra viaggio e ricerche per ottenere nulla..."
Ma fu bruscamente interrotta da Terra: "Sì sì, va bene, non importa. Della gente che non sa le cose me ne frego, di qualsiasi razza siano. Noi ci riusciremo. E sapete perché? Perché me ne occuperò IO. IO i rituali non li sbaglio MAI. Tu Tharok preparati, che sarai il focus. Shir, dammi una mano, su. Dobbiamo muoverci."
30 Ottobre 1316, in una malfamata taverna di Barge
"Avete sentito? Pare il coso lì capo della Congrega sia morto. Io direi di brindare"
"Già. La sua empia magia finalmente ha finito di offendere i Tre. Ero quasi tentato di tagliargli la gola io stesso"
"C'è tanta gente che voleva farlo. QUEI MAGHI SONO IL DISONORE DEL DUCATO!"
3 Novembre 1316, Barge
Quando la notizia della morte dell’Indice Bianco Bernand si diffuse a Barge, le campane della chiesa nella piazza centrale suonarono a lutto per tre giorni. Popolani e lavoranti fluviali, vestiti da lavoro o di stracci, formavano capannelli dopo le messe. Ora dopo ora, le discussioni diventavano sempre più concitate.
“E’ morto nei territori del Lupo Guardiano!”
“Era un benefattore! Donava ai poveri! Ha salvato mio cugino! Ce lo hanno ucciso!”
“Dicono in quel buco del villaggio di Oleth, davanti a un gruppo di tribali!”
“Ma dov’erano gli altri, dov’erano le famose forze del Ducato?”
Il malcontento dei fedeli dei Tre montava. Nei vicoli di legno e pietra, sulle banchine portuali, tra fatica e sudore. Al ritmo della nebbia che saliva in spire malsane dalle anse del fiume, la rabbia avvolgeva e alimentava le fiamme delle accuse.
“Lo hanno ammazzato loro, gli Hierko!”
“Questo Ducato senza Duca non difende i santi uomini! Quando c’era lui, i Tre vegliavano su di noi: adesso pensano di farla franca, questi cani!”
“Sono stati i tribali! Sono sempre stati loro!”
“La testa di uno Hierko per la testa di un Indice!”
“I tribali devono morire!”
Cominciò un giorno, con una spinta al mercato: una famiglia di tribali venuta a vendere pellicce in città urtò il carretto di un fabbricante di anfore, e il carico si frantumò. Forse un’ingiuria, forse una scusa mancata, ma altri popolani affiancarono il fabbricante e la famiglia rischiò il linciaggio. Un gruppo di cacciatori tribali di Dùthaich prese le difese della famiglia: minacce e insulti volarono, finché nel trambusto non lo fece un pugnale, che colpì un bambino. Di lì, si scatenò la rivolta. Bancarelle di pellicce furono date alle fiamme dalla popolazione fargan. Tutte le taverne chiusero, sbattendo fuori gli avventori ubriachi, che bottiglie e boccali alla mano iniziarono ad aggredire chiunque fosse dello schieramento opposto al proprio. Metà degli abitanti di Barge si barricò in casa, l’altra metà imbracciò bastoni e strumenti agricoli. I ponti erano invasi da persone in fuga verso est, verso Raaka e i villaggi nei territori del Lupo Guardiano. Nel caos, i loro bambini piangevano, le donne tenevano a bada prole e merci, gli uomini gridavano contro le guardie per farsi largo. Le porte di un palazzo diplomatico degli Hierko furono divelte dalla popolazione; le loro insegne furono gettate in strada e calpestate nel fango dagli asini; i loro trofei di caccia furono tirati giù dai loro supporti dalle pareti, distrutti e bruciati; i servitori riuscirono a fuggire prima dell’invasione.
Le Tre Giornate di Barge impressero una ferita fumigante nella cittadina, finché arrivarono le forze militari inviate da Viktor Stein e Antonio Cassandra per sedare gli scontri, con un nuovo Indice nominato in fretta e furia a Cor Fidelis, e la situazione fu riportata faticosamente sotto controllo. Eppure, alcuni dicono che, a scontri finiti, l’Indice, sgomento, abbia commentato: “Hanno estinto il fuoco, ma le ceneri qui rimangono ad ardere.”
5 Novembre 2016, monastero della catena d'argento
"E di che ti stupisci, è SEMPRE solo uno"
"Pensavo che quest'anno avremmo avuto più entrate, stiamo morendo anche noi in battaglia."
"Kainen dice che la qualità vale più della quantità"
"Forse egli vede cose che noi non comprendiamo nemmeno..."
18 Novembre 1316, monastero della catena d'argento
Le porte della sala erano chiuse, ma alcuni brusii riuscivano a passare ugualmente.
"Proprio tu?" chiese Lamabianca
"Deve essere fatto per bene" rispose il Condannatore con voce ferma.
La voce del vassallo dei Nordrake si ridusse a un sussurro impercettibile.
"Ho altri esploratori affidabili..."
"Non abbastanza, Kainen." Lo interruppe il condannatore alzando la voce spazientito. "Dobbiamo vederci chiaro, e non ho intenzione di affidare un compito così delicato a dei novizi."
Seguirono alcuni secondi di silenzio in cui non uscirono suoni comprensibili finché le porte si spalancarono ed il Condannatore uscì per avviarsi al porto, non trovò nessuno ad origliare poiché le sue catene tintinnanti avevano dato un preavviso sufficiente.
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