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DICERIE - POST Ordalia della Morte
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DICERIE - POST Ordalia della Morte
Confine dei territori Ronuà
L’esercito Stein, posizionato ai bordi delle Lunghe Colline, si era accampato, prendendo fiato dalla marcia forzata che aveva affrontato nel rientro dalla guerra contro i Florjark.
Gli uomini esausti, schierati lungo il confine con la terra del Marchesato dello Squalo, osservavano la loro piccola delegazione diplomatica prepararsi a raggiungere la destinazione.
Sellati i cavalli, le insegne Stein ricamate sugli abiti e sui vessilli, gli uomini e il comandante stavano rifocillandosi prima di affrontare l’incognita di quell’incontro con le forze Ronuà.
Per non scatenare una guerra, la delegazione diplomatica si era preparata a dovere, pochi uomini, ma buoni.
Il comandante osservò i veterani che lo avrebbero accompagnato con sguardo critico e al contempo soddisfatto.
L’onore di rappresentare in una tale situazione il proprio marchese gli faceva gonfiare il petto d’orgoglio, dopo la vittoria schiacciante contro gli invasori orcherschi.
Pronti a partire, montarono in sella e dato qualche colpo al fianco delle proprie cavalcature, avanzarono, le insegne mosse dal vento.
Paludi di Huginn, colle rialzato
Non un’anima sembrava popolare quel luogo che appena qualche settimana prima era stato teatro di battaglie e spargimenti di sangue.
Nessuna traccia di non-morti, i cui resti erano scomparsi, le vecchie ossa diventate polvere al vento.
Nessuna traccia di orchi Florjark, sebbene qualche residuo dei loro accampamenti fosse ancora visibile, nonostante la natura stesse già operando per riprendere possesso dei terreni usurpati dalla presenza di estranei al proprio sistema.
Una lupa solitaria uscì alla luce, sbucando da una tana, alzando il muso verso l’alto, annusando.
Fece qualche passo in avanti, guardinga, le orecchie alte e i muscoli tesi, pronta a scattare nel caso ci fosse stato del pericolo nelle immediate vicinanze.
Ma ciò che la accolse fu solo il silenzio più totale, interrotto di tanto in tanto da qualche altro animale locale.
Quando si rese conto che non vi era più nessuno a minacciarla, emise un lento e profondo verso.
I suoi cuccioli uscirono a loro volta, cominciando a giocare nell’erba, riprendendosi la loro casa.
Stralci di un dispaccio
“... Il Gruppo d’Intervento ha recuperato i propri possedimenti e al richiamo di Ser Lethas si sono prontamente mossi verso i loro diversi quartier generali, seguendo il percorso creato dai battaglioni Stein all’interno dei territori Warfer. Il tragitto è stato privo di incidenti, le direttive nobiliari sono state rispettate. La minaccia dei non-morti è stata, a quanto pare, debellata e i volontari del Gruppo ora possono tornare a casa propria a riposare. La situazione tra i due eserciti opposti invece si fa…”
L’esercito Stein, posizionato ai bordi delle Lunghe Colline, si era accampato, prendendo fiato dalla marcia forzata che aveva affrontato nel rientro dalla guerra contro i Florjark.
Gli uomini esausti, schierati lungo il confine con la terra del Marchesato dello Squalo, osservavano la loro piccola delegazione diplomatica prepararsi a raggiungere la destinazione.
Sellati i cavalli, le insegne Stein ricamate sugli abiti e sui vessilli, gli uomini e il comandante stavano rifocillandosi prima di affrontare l’incognita di quell’incontro con le forze Ronuà.
Per non scatenare una guerra, la delegazione diplomatica si era preparata a dovere, pochi uomini, ma buoni.
Il comandante osservò i veterani che lo avrebbero accompagnato con sguardo critico e al contempo soddisfatto.
L’onore di rappresentare in una tale situazione il proprio marchese gli faceva gonfiare il petto d’orgoglio, dopo la vittoria schiacciante contro gli invasori orcherschi.
Pronti a partire, montarono in sella e dato qualche colpo al fianco delle proprie cavalcature, avanzarono, le insegne mosse dal vento.
Paludi di Huginn, colle rialzato
Non un’anima sembrava popolare quel luogo che appena qualche settimana prima era stato teatro di battaglie e spargimenti di sangue.
Nessuna traccia di non-morti, i cui resti erano scomparsi, le vecchie ossa diventate polvere al vento.
Nessuna traccia di orchi Florjark, sebbene qualche residuo dei loro accampamenti fosse ancora visibile, nonostante la natura stesse già operando per riprendere possesso dei terreni usurpati dalla presenza di estranei al proprio sistema.
Una lupa solitaria uscì alla luce, sbucando da una tana, alzando il muso verso l’alto, annusando.
Fece qualche passo in avanti, guardinga, le orecchie alte e i muscoli tesi, pronta a scattare nel caso ci fosse stato del pericolo nelle immediate vicinanze.
Ma ciò che la accolse fu solo il silenzio più totale, interrotto di tanto in tanto da qualche altro animale locale.
Quando si rese conto che non vi era più nessuno a minacciarla, emise un lento e profondo verso.
I suoi cuccioli uscirono a loro volta, cominciando a giocare nell’erba, riprendendosi la loro casa.
Stralci di un dispaccio
“... Il Gruppo d’Intervento ha recuperato i propri possedimenti e al richiamo di Ser Lethas si sono prontamente mossi verso i loro diversi quartier generali, seguendo il percorso creato dai battaglioni Stein all’interno dei territori Warfer. Il tragitto è stato privo di incidenti, le direttive nobiliari sono state rispettate. La minaccia dei non-morti è stata, a quanto pare, debellata e i volontari del Gruppo ora possono tornare a casa propria a riposare. La situazione tra i due eserciti opposti invece si fa…”
Medea- Messaggi : 212
Data d'iscrizione : 21.01.17
Età : 34
Località : Soave
Foglio GDR
I miei personaggi: Druilia Yer, Legione Dorata - Malìa, barda itinerante - L'Evocatore, cavaliere del Dardo di Cobalto - Nebra, sciamana dei Warfer
Re: DICERIE - POST Ordalia della Morte
Paludi di Huginn
Una figura barbuta camminava da sola per i sentieri delle paludi di Huginn, parlando per conto suo, ad alta voce
"Finalmente! Ahr ahr ahr! Oggi caporale e domani sergente! Peccato per il cavalierato ma adesso potrò tornare da Sarah, potrò tornare dai miei compagni e dai miei amici! Prima di recuperare il mio oro, perso per mano di quegli inetti, farò a botte di nuovo con tutti, farò una sorpresona a Sarah che mi credeva morto, faremo una grande festa e berremo tutti assieme e poi potr..."
Ma mentre le parole uscivano dalla sua bocca, l'ombra del nano si dissolse e tornò a regnare il silenzio nel bosco.
Un giorno di fine estate
Una truppa in esplorazione trovò un misterioso sasso congelato di fronte ad una lunga striscia di ghiaccio che si avviava lungo il mare in direzione Nord.
Uno dei lati era completamente levigato e su di esso erano state impresse delle parole con un punteruolo caldo
"Non sono riuscito a salutarla, fatelo per me. Anche il nonno per favore."
Mesi dopo, appena all'interno del territorio di Mu, un'altra truppa trovò un sasso molto simile su cui era scritto
"Avevate ragione, fa proprio schifo questo posto"
Da allora, ogni volta che gli esploratori si spingevano più a fondo nel continente perduto, trovavano altri messaggi. A volte indicavano risorse utili, altre volte contenevano creature particolari e suggerivano prudenza, altre ancora indicavano punti di osservazione promettenti o semplicemente consigli per godersi un'alba o un tramonto memorabili.
Nessuno di questi era firmato, non era necessario.
Sulla bacheca nella piazza principale di Pinnacolo dell’Essenza e nella Cittadella del castello
Una pergamena era stata affissa così che tutti potessero leggerla
"A tutti i Cittadini della Città di Pinnacolo dell'Essenza.
Io, Lord Zeno Flamber, Sommo Elementalista della Congrega della Fiamma Eterna, voglio rassicurarvi del fatto che nessun esercito, nè Stein nè Ronuà calpesterà i vostri campi o distruggerà le vostre case. La Nobile famiglia Flambèr ha deciso di non prendere parte a questa guerra per l'eredità di Faust; nemmeno la Congrega della Fiamma Eterna prenderà posizione, in quanto rimane servitrice del Ducato e del Duca, quando questi verrà eletto."
Cortile nord della Caserma, 01 settembre 1319
"Non mi piace questa cosa, Nicolai"
"Sempre e per sempre al servizio dell'Occhio e la Spada"
"Smettila di ripeterlo come un mantra, idiota. Vi farete ammazzare tutti. Per amor dei Tre"
"Samira, eri con me quando mi sono arruolato e con me hai accettato ciò che la vita da soldato comporta: il rischio"
"Si, ma non il rischio senza un minimo di senso, senza una logica, senza valore-"
Lo schiaffo colpì la donna come un fulmine a ciel sereno, la guancia arrossata mentre grosse le lacrime le rigavano il viso.
"Non ha valore? L'Occhio e la Spada non ha forse valore?! E' la mia famiglia, la nostra famiglia. Rischio la vita per loro, come la rischio per te ogni giorno sul campo di battaglia per difendere la nostra casa. Ci hanno accolti, ci hanno dato un'altra possibilità, e io ora secondo te cosa dovrei fare? Voltare loro le spalle?"
"Io dico solo che..."
L'uomo abbracciò la giovane e, voltando lo sguardo all'orizzonte, sussurrò: "Anche io ho paura, tutti ne abbiamo. Ma se mi chiedono di rischiare la mia vita, è per salvare quella delle persone che ho più care." Nicolai accarezzò dolcemente il ventre della fanciulla e dopo averle baciato la fronte aggiunse "Vuol dire che se avremo successo ciò che amo di più in questo mondo verrà risparmiato"
Davanti a un focolare
“Così anche tu hai deciso di rimanere."
"Sì, dopo gli ultimi eventi ho decisamente rivalutato la situazione, quelle idee così estreme ora mi sembrano molto più razionali."
"Vero! C'è anche da dire che in questa situazione è solo grazie alla sua guida che stiamo riuscendo a riprenderci…"
"Mentre tutti gli altri ci hanno abbandonato, lui si è preso carico dei suoi figli… Ora che anche i Warfer si sono chiusi nei loro confini!"
"Ho saputo che dopo la morte della loro primogenita si sono completamente isolati."
"Ma… tu che ne sai di più, hai sentito questa storia dei tre estasiati dei nostri dei? Pare che abbiano idee contrastanti… ormai non so più a cosa credere…"
"Colombo mi ha parlato di questa cosa e onestamente non so che pensare. Sia quel che sia, io seguirò il Padre. Lui saprà guidarci sulla strada giusta!"
Corridoio antistante l’ufficio del Capo Legione
“Quindi, ricapitolando. Sono tornati tutti interi, hanno avuto promozioni sul campo, hanno trovato di tutto e ora un quinto grado è anche un estasiato?”
“Precisamente.”
“Mi sarei dovuto unire anche io al Gruppo d’Intervento…”
“Beh, dover scegliere tra la guerra e il clima di incertezza che si respira da qualche tempo… Ardua.”
“Ah, dici per la questione dell’allineamento politico del capo… Non so come andrà a finire. Ma di sicuro…”
“Shhh!”
I due uomini si zittirono di colpo quando da dietro l’angolo comparvero Lady Yer, Telorian e una terza figura
“Lo Schiavista?” Si lasciò sfuggire uno dei due. Chinarono il busto al passaggio dei tre che aprirono con decisione le porte degli uffici che controllavano. Al loro interno vi era Messer Roderigo, seduto sullo scranno.
“Roderigo. Dobbiamo parlare.” Disse Druilia Yer con voce seria e perentoria.
Mentre le due guardie tentavano di sbirciare dentro, le porte si richiusero, impedendo loro di vedere o sentire nulla.
Una figura barbuta camminava da sola per i sentieri delle paludi di Huginn, parlando per conto suo, ad alta voce
"Finalmente! Ahr ahr ahr! Oggi caporale e domani sergente! Peccato per il cavalierato ma adesso potrò tornare da Sarah, potrò tornare dai miei compagni e dai miei amici! Prima di recuperare il mio oro, perso per mano di quegli inetti, farò a botte di nuovo con tutti, farò una sorpresona a Sarah che mi credeva morto, faremo una grande festa e berremo tutti assieme e poi potr..."
Ma mentre le parole uscivano dalla sua bocca, l'ombra del nano si dissolse e tornò a regnare il silenzio nel bosco.
Un giorno di fine estate
Una truppa in esplorazione trovò un misterioso sasso congelato di fronte ad una lunga striscia di ghiaccio che si avviava lungo il mare in direzione Nord.
Uno dei lati era completamente levigato e su di esso erano state impresse delle parole con un punteruolo caldo
"Non sono riuscito a salutarla, fatelo per me. Anche il nonno per favore."
Mesi dopo, appena all'interno del territorio di Mu, un'altra truppa trovò un sasso molto simile su cui era scritto
"Avevate ragione, fa proprio schifo questo posto"
Da allora, ogni volta che gli esploratori si spingevano più a fondo nel continente perduto, trovavano altri messaggi. A volte indicavano risorse utili, altre volte contenevano creature particolari e suggerivano prudenza, altre ancora indicavano punti di osservazione promettenti o semplicemente consigli per godersi un'alba o un tramonto memorabili.
Nessuno di questi era firmato, non era necessario.
Sulla bacheca nella piazza principale di Pinnacolo dell’Essenza e nella Cittadella del castello
Una pergamena era stata affissa così che tutti potessero leggerla
"A tutti i Cittadini della Città di Pinnacolo dell'Essenza.
Io, Lord Zeno Flamber, Sommo Elementalista della Congrega della Fiamma Eterna, voglio rassicurarvi del fatto che nessun esercito, nè Stein nè Ronuà calpesterà i vostri campi o distruggerà le vostre case. La Nobile famiglia Flambèr ha deciso di non prendere parte a questa guerra per l'eredità di Faust; nemmeno la Congrega della Fiamma Eterna prenderà posizione, in quanto rimane servitrice del Ducato e del Duca, quando questi verrà eletto."
Cortile nord della Caserma, 01 settembre 1319
"Non mi piace questa cosa, Nicolai"
"Sempre e per sempre al servizio dell'Occhio e la Spada"
"Smettila di ripeterlo come un mantra, idiota. Vi farete ammazzare tutti. Per amor dei Tre"
"Samira, eri con me quando mi sono arruolato e con me hai accettato ciò che la vita da soldato comporta: il rischio"
"Si, ma non il rischio senza un minimo di senso, senza una logica, senza valore-"
Lo schiaffo colpì la donna come un fulmine a ciel sereno, la guancia arrossata mentre grosse le lacrime le rigavano il viso.
"Non ha valore? L'Occhio e la Spada non ha forse valore?! E' la mia famiglia, la nostra famiglia. Rischio la vita per loro, come la rischio per te ogni giorno sul campo di battaglia per difendere la nostra casa. Ci hanno accolti, ci hanno dato un'altra possibilità, e io ora secondo te cosa dovrei fare? Voltare loro le spalle?"
"Io dico solo che..."
L'uomo abbracciò la giovane e, voltando lo sguardo all'orizzonte, sussurrò: "Anche io ho paura, tutti ne abbiamo. Ma se mi chiedono di rischiare la mia vita, è per salvare quella delle persone che ho più care." Nicolai accarezzò dolcemente il ventre della fanciulla e dopo averle baciato la fronte aggiunse "Vuol dire che se avremo successo ciò che amo di più in questo mondo verrà risparmiato"
Davanti a un focolare
“Così anche tu hai deciso di rimanere."
"Sì, dopo gli ultimi eventi ho decisamente rivalutato la situazione, quelle idee così estreme ora mi sembrano molto più razionali."
"Vero! C'è anche da dire che in questa situazione è solo grazie alla sua guida che stiamo riuscendo a riprenderci…"
"Mentre tutti gli altri ci hanno abbandonato, lui si è preso carico dei suoi figli… Ora che anche i Warfer si sono chiusi nei loro confini!"
"Ho saputo che dopo la morte della loro primogenita si sono completamente isolati."
"Ma… tu che ne sai di più, hai sentito questa storia dei tre estasiati dei nostri dei? Pare che abbiano idee contrastanti… ormai non so più a cosa credere…"
"Colombo mi ha parlato di questa cosa e onestamente non so che pensare. Sia quel che sia, io seguirò il Padre. Lui saprà guidarci sulla strada giusta!"
Corridoio antistante l’ufficio del Capo Legione
“Quindi, ricapitolando. Sono tornati tutti interi, hanno avuto promozioni sul campo, hanno trovato di tutto e ora un quinto grado è anche un estasiato?”
“Precisamente.”
“Mi sarei dovuto unire anche io al Gruppo d’Intervento…”
“Beh, dover scegliere tra la guerra e il clima di incertezza che si respira da qualche tempo… Ardua.”
“Ah, dici per la questione dell’allineamento politico del capo… Non so come andrà a finire. Ma di sicuro…”
“Shhh!”
I due uomini si zittirono di colpo quando da dietro l’angolo comparvero Lady Yer, Telorian e una terza figura
“Lo Schiavista?” Si lasciò sfuggire uno dei due. Chinarono il busto al passaggio dei tre che aprirono con decisione le porte degli uffici che controllavano. Al loro interno vi era Messer Roderigo, seduto sullo scranno.
“Roderigo. Dobbiamo parlare.” Disse Druilia Yer con voce seria e perentoria.
Mentre le due guardie tentavano di sbirciare dentro, le porte si richiusero, impedendo loro di vedere o sentire nulla.
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