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Ombre dal Passato - Conseguenze Finali

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Messaggio Da Medea Mar Gen 07 2020, 21:59

IL CATACLISMA MAGICO

Nelle ore che seguirono la distruzione del Nodo di Faglia Centrale per mano dell’Estasiato del Guercio, l’intero territorio del Ducato Nordrake venne ripetutamente percorso da cataclismi di natura arcana, che andarono a propagarsi lungo la rete di Faglie. La penisola di Punta del Drago, centro del disastro, iniziò immediatamente a frammentarsi ed inabissarsi, portando il caos tra i suoi abitanti. Nonostante le navi approntate da Minerva Rosaspina, la magnitudine dell’evento causò svariati morti già durante la sola evacuazione. L’attenzione posta al salvare i cittadini piuttosto che i beni però, permise a molti di prendere il mare prima della fine. Questo avvenne a scapito dei grandi edifici e delle opere della Capitale. Il Palazzo Ducale, le magioni nobiliari, la Tomba di Biel Nordrake, la sede della Somma Accademia, gli Archivi e tutto ciò che contenevano venne perduto, e giacciono tuttora sul fondale marino.
Purtroppo, anche se gli sforzi permisero di salvare un ingente numero di abitanti, il costo in vite umane fu tragico. Sir Wilfred Rend, Patrizio della Capitale, venne travolto dalla folla durante l’evacuazione. Con lui morirono diversi dignitari e funzionari di corte, nonché alcuni Cavalieri del Ferro Scarlatto, che avevano tentato di sedare i disordini. Persero la vita anche il Padre dei Lupi ed i suoi fidati Cane e Passero, anche se resta tuttora poco chiaro cosa accadde loro in quel giorno. Venne stimato a posteriori un conteggio di circa 15 000 anime, compresa quella dell’Estasiata di Gaia, Thea. Essa si dice apparve un’ultima volta, al cospetto di marinai che solcavano il mare ove un tempo di trovava la penisola di Punta del Drago. Secondo i racconti, essa stava in piedi sulla superficie dell’acqua, le vesti lacere ed un pallore verde quasi ultraterreno. Con un singolo, agonizzante urlo, sparì dalla vista, e dalle acque iniziarono a levarsi innumerevoli pallide luci e singhiozzanti gemiti. Il nuovo mare venne presto ribattezzato Mare degli Spettri, e rimosso dalle carte navali e dalle tratte commerciali, in favore di Seawolk. Il Grande Muro sulla Penisola, che ad oggi si affaccia sul mare, è tutto ciò che rimase a monito e memoria del disastro.
Il Cataclisma però non si fermò all’inabissamento di Punta del Drago. Nei primi tempi, selvaggi Venti Eterici ed improvvise eruzioni di energia arcana, generarono una quantità incontrollata e mai vista di Stille, che vennero rapidamente saccheggiate e tesaurizzate dai maghi del territorio. Contemporaneamente, queste eruzioni provocarono ingenti danni, arrivando a colpire città, villaggi e campi. Al termine di ogni singola eruzione, massicce presenze di Creature Arcane sciamavano nella zona colpita. Queste potevano essere al tempo stesso una benedizione, o l’ultimo chiodo sulla bara. Alcune Creature, spaesate ma perlopiù innocue, aiutarono i feriti a mettersi in salvo od a ricostruire, mentre altre, le più feroci o infide, richiesero più e più volte l’intervento dei Cavalieri e dei militi per proteggere la popolazione. Al sopraggiungere del terzo mese, le Faglie si spensero completamente. In seguito a questo evento, i Venti Eterici scomparvero per sempre, e le Zone Rituali presenti in tutto il Ducato videro il loro potere diminuire man mano, fino a spegnersi a loro volta.
Nel tentativo di aiutare nella ricostruzione, i Maghi si videro ben presto costretti ad approntare Rituali con l’utilizzo di Gessetti dell’Evocazione, dando fondo alle riserve di Stille accumulate nei primi tempi e, dopo queste, alle loro scorte di Pietre Arcane. Queste videro il loro prezzo salire sempre di più, sia come componente per la Creazione dei Gessetti, senza i quali i Rituali erano ormai impossibili, sia come energia per i Rituali stessi. A sei mesi dal Cataclisma, l’impiego dell’arte dei Rituali, nonché la creazione di Oggetti Magici o d’Artefice, l’evocazione di Creature Arcane o l’attivazione di Costrutti, diventarono il privilegio di pochi ed eventi rarissimi. Solo i Nobili od i Mercanti di successo erano in grado di permettersi il dispendio di denaro e risorse che ormai era diventato necessario. Molti Arcanisti in seguito a ciò, si videro costretti a prendere il mare o mettersi in viaggio via terra, per trovare fortuna altrove.
Contemporaneamente, la Medicina venne focalizzata ed iniziò lentamente ad assumere supremazia rispetto alle arti Taumaturgiche, ed in breve i Medici tribali divennero richiestissimi, anche presso le corti nobiliari.

LE CONSEGUENZE POLITICHE

La Nobiltà del Ducato si dimostrò incredibilmente forte ed unita a fronte del disastro. Le animosità della Guerra Civile vennero in breve messe da parte, e sotto la guida della Reggente Lady Livia Nordrake, trovò nuovi equilibri.
Data la caduta di Punta del Drago, la Capitale venne spostata alla Frontiera. I Casati Stein e Nordrake, ormai legati a doppio filo, lavorarono quasi in simbiosi per arginare la Calamità, proteggere il popolo, e ricostruire il territorio. In supporto a ciò, data la necessità di risorse, venne data priorità all’espansione del territorio del Ducato verso i territori barbarici, nell’entroterra del Continente, abbandonando l’attenzione sui commerci marittimi che divennero di fatto predominio del Casato Ronuà. Lord Fernand Ronuà, sobbarcandosi di tasca propria i costi onerosi della ricostruzione della Flotta Ducale, riuscì a mantenere la propria influenza presso la Corte, monopolizzando il commercio marittimo e focalizzandolo, non senza difficoltà, verso i territori Ayame e della Roccia Nera. Lord Balthazar Flambér, dal canto suo, iniziò a ritirarsi lentamente dagli affari del Ducato, ponendo come ultimo atto politico la cessione di alcuni territori del suo Marchesato, in cambio del dominio sulla piccola Isola di Dunis. Nonostante il danno all’economia magica del Ducato però, riuscì a mantenere predominio in tale ambito sul resto della Nobiltà, grazie soprattutto alla creazione di una nuova tratta di commerci con Saint Faust de la Flamme, a Mu.
Nel tempo, gli Ordini Cavallereschi iniziarono lentamente a prendere in seno le incombenze che un tempo spettavano alla Catena d’Argento, e questa vide la propria influenza scemare sempre di più. Torhan stessa rimase a lungo senza un Patrizio. Quando infine Lady Ludovica Ronuà Nordrake rifiutò la nomina offertale da Lady Livia Nordrake e da suo Zio, preferendo ritirarsi a vita privata, la Duchessa Reggente mise la parola fine allo stato di indipendenza dell’ordine. Lord Garin Stein venne posto come Patrizio di Torhan e Comandante dell’Ordine, causando un effettivo accorpamento della Catena nelle fila del Ferro Scarlatto.
A seguito inoltre dello scioglimento del Gruppo Congiunto delle Organizzazioni, le stesse videro la loro autorità diminuire e scemare, e sempre più sottomessa a quella della Nobiltà, nel bene e nel male. Esse riuscirono a mantenere la presa sui rispettivi campi di influenza, ma si videro relegate sempre più ad una vita passiva e di mero supporto, rispetto al predominio forze degli Ordini e degli Eserciti Nobiliari nell’espansione o nell’intervento in territorio Ducale. A questo la sola eccezione fu l’Occhio e la Spada, che divenne in breve impiegata in prima persona nelle nuove battaglie di conquista.  
Agli occhi dei Regni esteri, il Ducato divenne in breve una preda facile, seppur privo di appetibilità nelle risorse offerte, e ben lontano dal lustro di un tempo. Lady Livia Nordrake si sforzò di mantenere quest’immagine di povertà di risorse, forzando una politica isolazionista piuttosto che di alleanze o di servilismo, nella speranza di allontanare il Ducato dalle mire dei conquistatori. Gli unici rapporti che vennero mantenuti furono di tipo strettamente commerciale. Eccezione a questo fu la Tribù del Lupo Guardiano, che sotto la guida di Hati, nuova Madre dei Lupi, si scisse dal Ducato, seppur rimanendo ad esso alleata. Benché negli anni iniziassero a susseguirsi voci su possibili rapporti segreti mantenuti dal Casato Ronuà con le Baronie del Nord, tra i quali un matrimonio combinato tra Lady Veronica Ronuà ed un Barone, non vennero mai rinvenute prove che implicassero atti di tradimento, ed in quanto unica vera forza marittima rimasta nel Ducato, il Casato superò la crisi indenne.    

L’OCCHIO E LA SPADA

Unica tra le Organizzazioni che non risentì pesantemente del crollo dell’economia magica del Ducato, l’Occhio e la Spada divenne nel tempo sempre più famosa e rinomata. Sotto la guida del Tenente Colonnello Asaki, divenne èlite tra gli eserciti Ducali, mantenendo il suo ruolo predominante nell’esplorazione di territori sconosciuti, ma allo stesso tempo collaborando con il Patto nella ricostruzione del Ducato, grazie anche agli studi a loro lasciati da Percival de Rolo.
In seguito alla vittoria ottenuta contro il gruppo nascosto chiamato Prezzo, le gesta di coloro che furono coinvolti nell’ultima battaglia venne decantata a lungo nei corridoi della Caserma, ed a tutti i partecipanti dell’ultimo scontro venne conferita una Medaglia al Valore. Glorfindel Imladris viene promosso per meriti sul campo, mentre Lord Volt Vilmor venne ufficialmente preso sotto l’ala del Tenente Sarah come suo secondo e futuro successore, dietro desiderio della stessa di intraprendere il Doppio Grado nel giorno in cui lo stesso si fosse dimostrato degno di prendere il suo posto nell’Alto Comando.
Nonostante ciò, l’Organizzazione fu percorsa da un grave scandalo pochi mesi dopo il Cataclisma. Il Tenente Colonnello Asaki emise una Caccia Grossa verso il Tenente dell’Alto Comando Fleniter, rifiutandosi però di comunicarne il motivo. Il Colpo Sicuro sfuggì alla Caccia, comparendo pochi giorni dopo nella magione del Casato Ronuà di Seawolk. Lì, fu visto sopraffare le guardie della magione e tentare di assassinare Lady Veronica Ronuà, che sopravvisse all’attentato, ma ne uscì pesantemente sfigurata. Catturato poco dopo, ed essendo ormai un Libero a tutti gli effetti, l’elfo venne sommariamente processato, e successivamente giustiziato da Sir Evocatore in pubblica piazza.
Gli eventi lasciarono un vuoto nell’Alto Comando dell’Organizzazione, che Asaki decise di colmare con la nomina di Mirka, nonostante la sua non appartenenza ad alcuna delle Vie segrete dell’Organizzazione, o forse proprio per quel motivo. Asaki le conferì inoltre il ruolo di addestratrice delle reclute, nella speranza che la donna contagiasse più persone possibili con la volontà di mantenere l’Organizzazione un’unica grande famiglia. Questa nomina tuttavia divenne possibile solo grazie all’intervento di Sarah, che propose una modifica del Protocollo, in modo da accomodare una nuova struttura per gli alti gradi dell’Organizzazione.
1.2. L’Alto Comando è costituito dal Colonnello e da almeno 2 membri da lui selezionati tra cui sia presente almeno 1 Notaio.
1.2.1. I membri selezionabili devono aver raggiunto il rango di Tenente
1.2.2. Se uno o più dei membri dell’Alto Comando non hanno completato o intrapreso il percorso di una delle Vie, il massimo esponente della Via non rappresentata sarà invitato a partecipare alle riunioni dell’Alto Comando, ma non avrà potere di voto
1.2.3.Una decisione presa “a maggioranza” dall’Alto Comando è Assoluta e vincolante per qualunque Collega indipendentemente dal Grado che questi ha raggiunto


CHIESA DELLA SACRA MANO

Mentre Lady Calliope Cassandra saliva alla cattedra di Pollice Rosso al fianco di due nuovi Pollici, Lord Zaccaria Cassandra sullo scranno Bianco e Quinlan Lumen su quello Nero, la guida della Chiesa annunciò la prima delle grandi novità: come i Tre erano separati ma indissolubili, così non vi sarebbero più state differenze di ruolo e potere fra Pollici, bensì una triarchia avrebbe governato la Chiesa, un Concilio di tre Pollici eletti aventi il medesimo potere fra loro, che avrebbero mantenuto tradizionalmente i loro tre colori distintivi. Questo avrebbe reso impossibile decapitare l’istituzione come già avvenuto e avrebbe posto una triplice garanzia di sicurezza alla guida della Chiesa: la proposta fu accolta con grande entusiasmo dai fedeli.
La più grande delle tendopoli causate dallo sfollamento di Punta del Drago si creò quasi spontaneamente a Cor Fidelis, in quanto luogo di fede in cui trovare riparo e forza spirituale per le avversità sostenute. Mentre i nuovi Pollici salivano al potere, queste periferie di profughi e sfollati furono sconvolte dall’insolita apparizione di un uomo con gli abiti talari della Chiesa, che qualche esule riconobbe come Balthus, l’Indice Bianco scomparso da Abiegnis. Accompagnato da Redenzione, un arcangelo di Hexarcus la cui sola maestosa presenza instaurava nel popolo adorazione e timore reverenziale verso l’Indice stesso, Balthus girava liberamente in mezzo alla popolazione più misera, inframmezzando le sue attività di cura e soccorso a quelle della predicazione di un “ordine nuovo”, in cui i corrotti e i carnefici del popolo, responsabili della disgrazia di Punta del Drago, sarebbero stati epurati, e i puri e meritevoli sarebbero stati elevati dai Tre. Redenzione stessa era solita girare da sola tra i vicoli malfamati in cerca di conflitti in cui offrire il proprio giudizio, ed il rumore delle sue catene era atteso da alcuni e da altri invece era altamente temuto. Mentre il nome e la reputazione di Balthus si amplificavano nel passaparola popolare, le porte della Cattedrale di Ferro rimasero saldamente ben chiuse davanti a lui, quasi in attesa, e in ogni messa la voce dei Pollici non si levò né a favore né contro di lui, preferendo ignorarlo. Qualcuno disse che il Concilio dei Pollici stava cercando di capire il modo migliore per agire dentro e fuori dalla Chiesa, che si trattasse di riaccogliere Balthus in seno all’istituzione oppure di condannarlo per eresia. Per risposta, o per sfida, Balthus pose la sede itinerante del suo culto proprio tra le periferie di Cor Fidelis, irreperibile nell’anonimato delle baracche della povera gente, mentre i suoi sacerdoti, che si facevano chiamare Redentori, esibivano le colpe di coloro che nella povertà rubavano e uccidevano, giustiziandoli pubblicamente nel nome dei Tre, e facevano rispettare la legge nel caos della tendopoli. Nel frattempo, il suo seggio di Indice Bianco fu occupato dal suo antico superiore, Lord Rubens Lux Victori, che sfinito dalla lunga malattia si spense ad Abiegnis un anno dopo, circondato dall’affetto dei suoi familiari.
Alla fine, la risposta della Chiesa giunse in tutta la sua potenza. A nome dei Pollici, benché fu chiaro a tutti che la spinta decisiva fu ad opera di Lady Calliope, furono diramate liste di proscrizione dei Redentori, definiti fanatici e assassini non legalizzati, e fu chiesta la cattura di Balthus, vivo, benché nessuno dovesse nemmeno sfiorare Redenzione. Per una settimana di fuoco, le tendopoli furono percorse dall’inquisizione portata dalla Mano Nera e dalla Mano Rossa in pieno organico, i cui Indici furono richiamati dalle varie Diocesi del Ducato. Una lotta rapida e senza quartiere divise il popolo fra lealisti e riformatori, finché Balthus non fu stanato e circondato dalla Mano Rossa: si decapitò con la propria stessa spada fiammeggiante prima di poter essere preso e condotto alla rieducazione, e prima che la sua ribellione prendesse piede nel resto del Ducato. Mentre Balthus spirava, Redenzione fu udita dichiarare: “Questo è stato il vostro giudizio, mortali, per il quale verrete giudicati”, e poi sparì per sempre.
Nei mesi successivi, mentre l’energia magica del Ducato si affievoliva fino a spegnersi, la Chiesa si assunse il dovere di sostenere i fedeli nella difficile transizione in un futuro meno prospero e più aspro, nonché di rafforzare la presa sulla loro fede, e procedette ad una nuova ripartizione dei ruoli e delle competenze fra le Mani. Le Mani Nere, private di gran parte dei poteri negromantici, si dedicarono al reperimento di informazioni segrete o tornarono ai metodi tradizionali della giustizia tramite tortura, cosa che fece perdere decisamente lustro ai suoi membri presso il popolo. L’opera delle Mani Nere fu affiancata in modo più stabile e coordinato a quella delle Mani Bianche, rafforzando i controlli sulla veridicità dei fedeli anche durante le messe, tanto che alcuni ricchi e persino alcuni nobili, per devozione o furbizia, iniziarono a farsi esaminare volontariamente in pubblica piazza per rimarcare la loro fede.  Le Mani Bianche si concentrarono maggiormente nel perseguire le arti del sapere e dell’oratoria, per diventare perfetti consiglieri della popolazione. I cerimoniali taumaturgici di cura, sempre più rari e preziosi, furono custoditi dal clero della Chiesa come ultima speranza e salvezza per i fedeli più meritevoli, affinché venissero paragonati a veri e propri miracoli dei Tre.
La Mano Rossa non risentì particolarmente del cambiamento magico: acquisendo maggior potere all'interno delle diocesi, divenne il primo organo religioso e militare all’interno e all’esterno della Chiesa. Tramite una massiccia campagna di reclutamento fra la popolazione affamata, che accettava di buon grado combattere per la fede in cambio di cibo, alloggio, istruzione, equipaggiamento e una possibile carriera, la Mano Rossa compose una compagine di temuta potenza che ben presto superò il doppio dei membri delle altre due Mani unite. Le unità di Mani Rosse, inviate dai Pollici a supporto del Ducato per le conquiste nell’entroterra, si distinsero a più riprese al fronte per la coesione delle loro linee e l’incrollabile morale, e costruirono i presupposti per fondare nuove Diocesi nei territori di nuova acquisizione.
Prima che l’affievolimento magico potesse deperire il loro stato oltre la dignità personale, fu data degna esecuzione e sepoltura nei Campi della Memoria ai pochi Campioni Non Morti ancora presenti nel Ducato. Qualcuno in seguito notò che il nome di Callisto Malatesta era stato aggiunto all’epigrafe del piccolo mausoleo dove riposavano le ceneri della moglie e della figlia.

PATTO D’ACCIAIO

Il Patto d’Acciaio mise in prima linea le proprie risorse ed i propri militi nell’aiuto per la ricostruzione del Ducato, secondo le malelingue nella speranza di perdere la fama di strozzini che si era guadagnato negli ultimi anni. A seguito di questa dichiarazione d’intenti, e nell’ottica di superare indenne il crollo dell’economia magica ducale, venne stipulato un accordo con il Casato Nordrake, che di fatto provocò una scissione all’interno del Patto stesso.
Tutti gli artigiani, esperti nelle arti mondane, appartenenti al Patto sarebbero rimasti nei territori ducali per consentirne la ricrescita economica, in cambio del diritto di istituire tratte commerciali nei nuovi territori, e di fonti per istituire una spedizione verso Porta del Nord, a Mu. Questo portò la Frontiera a divenire nuovo polo economico del Ducato, e la nascita di nuove vie di commercio, che negli anni divennero in grado di rivaleggiare con quelle marittime sotto il controllo del Casato Ronuà. La Casata Yer prese parte in prima persona nella creazione di queste tratte, diventando di fatto parte integrante dell’Organizzazione, non solo come foraggiatrice, ma come collaboratori. Nel tempo, svariati membri del Casato vengono selezionati ed istruiti per arrivare a ricoprire ruoli di rilievo nel Patto, come fu per i Ronuà un tempo, sotto la guida del nano Rovius Grant, successore dello Schiavista nel Concilio Ristretto dopo la scomparsa di quest’ultimo nel giorno del Cataclisma.  

Pochi anni dopo, una piccola spedizione partì dalla Fonderia verso Porta del Nord, sotto il comando dell’elfo Telorian. Con essa, alcuni ricercatori magici, gli Alchimanti, od i cercatori di fortuna, abbandonarono le terre del Ducato per stabilirsi nella città del Continente Perduto, rimasta intoccata dal Cataclisma. Questi ricevettero ordine di sostenersi da soli, di adottare un profilo estremamente basso e di proseguire lo studio dell’Alchimanzia, cercando di purificare la zona per quanto possibile, ed inviare al Ducato non solo risorse, ma anche nuovi progetti e marchingegni atti a supportare il territorio. Vennero però vietati gli studi di grosse opere, con lo scopo di mantenere questo distaccamento il più segreto possibile, nella speranza di evitare le ire di Atlantide, ora che l’accordo tra di essa ed il Patto poteva definirsi decaduto, ed i loro rapporti spezzati.
Unica opera nota fu il cosiddetto “Progetto Percival”, creato in memoria dell’Ingegnere Percival de Rolo, come studio intensivo sui Patti Arcani, e sulla possibilità che essi possano essere spezzati forzatamente.      

CONGREGA DELLA FIAMMA ETERNA

Dopo un iniziale supporto ai cittadini del Ducato in seguito al Cataclisma, la Congrega si trovò presto dinanzi ad un’inesorabile verità. Senza più Zone Rituali o Venti Eterici, il Ducato era per loro un territorio alieno ed ostile.
A seguito delle contrattazioni tra i membri più in vista dell’Organizzazione ed il Casato Flambér,  venne dunque predisposta una spedizione continuativa, con lo scopo di fare di Saint Faust de la Flamme il centro di una nuova espansione verso i territori interni del Continente Perduto.
Posto a capo della spedizione, Lord Zeno Flambér, con l’esplicita approvazione del Marchese delle Fiamme, che in cambio rinunciò a ogni pretesa sulla scelta dei Consiglieri, cedette la carica di Sommo a Ghello da Abiegnis, per l’abnegazione dimostrata all’Organizzazione e la devozione verso il Casato Flambér. La maggior parte dei Congregati rimase con lui nel Ducato, e solo una piccola parte di arcanisti seguì Zeno verso l’ignoto. Tra i più, si notano maghi privi di famiglia, e molti di coloro che furono parte del Gruppo d’Intervento. Tra i nomi di rilievo figurarono quelli di Shir, Eleanor e Santana. La spedizione si stanziò presso Saint Faust, e da lì iniziò a focalizzarsi nella creazione di Pietre Arcane, tramite un metodo ad oggi sconosciuto, ed il loro invio alla Congrega ancora di stanza nel Ducato.

Questo portò grande giovamento non solo all’Organizzazione, ma anche al Marchese Balthazar stesso, data l’ormai indiscutibile rarità del materiale. La Congrega, e di conseguenza il Marchesato delle Fiamme, rimasero gli unici nel Ducato a poter vantare una potenza magica di qualsivoglia utilità, ma l’Organizzazione dovette ingegnarsi per riempire le cariche vaganti.
Tharok, come aveva già fatto al tempo di Raegor, rimase al fianco del nuovo Sommo per qualche tempo, supportandolo nell’apprendere le particolarità dell’incarico, ma in breve si ritirò a vita privata, dedicandosi più allo studio individuale ed al supporto degli Studiosi: alcuni mormorarono che fosse rimasto seriamente provato dal fallimento del controllo delle faglie nel Ducato. Come lui anche la gnoma Zakikas, Consigliera del Fuoco, decise di abbandonare l’Organizzazione: si presentò al Consiglio della Congrega poco prima della partenza per Mu, lasciando tutti gli appunti raccolti durante i viaggi fino a Drakallah per studiare la natura della Fiamma, poi scomparì di nuovo, con parole di incoraggiamento sul nuovo progetto di Lord Zeno. Tra tutti, Sandler il Plasmatore, che preferì rimanere al fianco del Marchese Flambèr nel Ducato, divenne una figura di rilievo negli anni a venire.

A Mu, Zeno strinse rapporti di convivenza con le Tribù di Sanguigni del luogo, riconoscendone le capacità, e cercando in ogni modo di favorire la collaborazione e l’integrazione. Tutto ciò, non senza conflitti con Tribù meno aperte ad “estranei”, e sempre sotto lo sguardo diffidente delle cariche del Ducato, ma la speranza del Lord continuò ad essere quella di una comunità aperta, in cui non vi fossero differenze indigeni ed “esploratori”. Nel giro di qualche anno, infatti, furono nominati i primi congregati di origine Sanguigna, tanto che si disse che la distinzione tra Ducali e Indigeni sarebbe divenuta un giorno trascurabile rispetto a quella tra Stregoni e Studiosi. Le voci sul coinvolgimento di Zeno stesso nella “magia vermiglia” e su un suo rinnovato amore per la carne al sangue non mancarono, ma lui ribatté che gli artigli non sarebbero stati adeguati per la sua manicure.
Santana, che era stato combattuto tra il rimanere accanto al padre o al figlio Flambèr prima di decidere infine di seguire Zeno, in quanto ex guerriero prese parte attiva alle esplorazioni del Continente Perduto e prese allievi dell'arte della Diffusione tra i soli Sanguigni, fino ad istituire un corpo di difesa privato del Sommo fatto di soli indigeni "per garantire che la fiamma di Zeno non si spegnesse mai".
Shir e la sua allieva Eleanor, invece, lavorarono il più possibile per ricostruire una nuova, grande biblioteca presso Saint Faust, con tuttavia svariate aggiunte, come tomi sulla teoria delle Faglie.
Eleanor, distrutta dalla caduta di Pinnacolo dell'Essenza, aveva deciso di seguire ciò che rimaneva della "vecchia" Congrega, e a Mu scrisse di proprio pugno il celebre “Storia del Ducato dei Draghi del Nord: dalla nascita ai giorni nostri". Il giorno in cui vide comparire la prima ruga, capendo che non le rimaneva molto più di un anno di vita, abbandonò la Congrega, lasciando il seggio dell'Aria al suo successore, per ricongiungersi ai figli.
Shir, che si scoprì fu imbarcato clandestinamente dai suoi compagni dal Gruppo di Intervento, fu scoperto dagli uomini del Marchese Flambèr, che alla fine si dimostrò disinteressato alla presenza del "vecchio pazzo Navastello". Shir quindi, sebbene sorvegliato per conto del Marchese e pur nell’assenza di una qualunque forma di cooperazione con Zeno, visse in tranquillità gli ultimi anni della sua vita, dedicandosi assieme agli Archivisti alla creazione della Biblioteca Infinita. Il progetto rimase incompiuto a causa dell'enorme quantità di libri e scritti che avrebbero dovuto essere vergati, tanti dei quali erano rimasti impressi solo nella memoria di Shir, l’unico ad aver letto e memorizzato l'intera biblioteca del Pinnacolo.
Un anno dopo l’inizio della spedizione, fece la sua comparsa a Mu anche lo gnomo Timmy, inizialmente inviato come ambasciatore presso i regni di Karak Morr, sua terra natìa,  per verificare la salute del suo popolo e la situazione magica. Raggiunta la Congrega il Consigliere Arcano offrì immediatamente il suo supporto, creando come da accordi la nuova Cattedra su Patti Arcani e sviluppando studi sugli Orrori.

In seguito agli eventi del giorno del Cataclisma, divenne in breve conoscenza comune che svariati Congregati avevano avuto rapporti con creature denominate Orrori, ed erano stati da esse marchiati. Essi vennero addormentati ed imprigionati, fino ad essere poi imbarcati a forza nel momento della partenza per il Continente Perduto. L’elfo Levitas, preso a cuore il loro destino, operò il possibile per salvarli, fino ad arrivare al punto di addormentare perfino se stesso nel momento in cui avvertì su di sè l’influenza della Creatura, dopo aver lasciato istruzioni ai suoi compagni su come debellare il Marchio.
Un anno dopo, finalmente, il Marchio sui Congregati andò via via ad indebolirsi, ed i “prigionieri” vennero infine risvegliati da quello che ormai era diventato un coma indotto. Non tutti aprirono gli occhi però, ed i Congregati dovettero riconoscere con rammarico che le loro compagne, Alice e Nellas, si erano spente.
Terminò così il terrore seminato dalla Creatura Ku’trel. Ancora oggi tuttavia, circolano voci di un Congregato Elfo che aiuta i suoi colleghi servendo tisane calde, mentre saltuariamente, numerose persone giurano di aver parlato con le due Congregate che persero la vita a causa del Marchio anni addietro. Che si tratti dell’influenza della stessa creatura, o di altre, è ancora ignoto, ma quotidianamente la Congrega resta invischiata in questa lotta interna.

TRIBU’ DEL LUPO GUARDIANO

In seguito al Catalisma, la Tribù fu tra coloro che più tra tutti soffrì per le conseguenze dell’accaduto. L’evento più sconcertante avvenne presso il Totem a Raaka. Pochi giorni dopo l’inizio delle eruzioni magiche, il Totem si dimostrò improvvisamente rinvigorito di Energia Arcana e pregno di Spiriti. Quindi, dinanzi agli occhi attoniti dei presenti, iniziò lentamente a mutare, trasformandosi in breve in un Lupo alto quanto due uomini, il pelo bianco macchiato da sangue rossastro che sgorgava da numerose ferite. La creatura emise un feroce ululato, dopodichè scavalcò con un balzo il popolo tribale lì radunato e si dileguò nei boschi circostanti.
Nei mesi a seguire, i contatti tra i Tribali e gli Spiriti continuarono ad affievolirsi sempre di più, e gli Sciamani persero completamente il loro contatto con la natura. I Sacerdoti tuttavia, forti della necessità di supporto e speranza che solo la Religione può offrire, divennero nel tempo la casta dominante. Tra tutti loro, Gaa’rak, Sacerdote di Ze’ev, fu tra tutti colui che si distinse di più, e fu determinante nella scelta della nuova guida della Tribù. Con il consiglio degli Anziani in seria difficoltà dopo le azioni di Kuxstag, Gaa’rak nominò per la carica Hati, figlia di Sigfried, colei che Kuxstag chiamò un tempo “principessa”.
Hati accettò, e tra l’acclamazione popolare assunse in seno i poteri come nuova Madre dei Lupi. Si ricorda che le sue prima parole in quanto Madre furono: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi. Accetto ci che mi viene richiesto. Voi tutti sarete per sempre la mia Famiglia."
In seguito a ciò, i Casati Hierko e Warfer, orfani dei loro capicasata, decisero di rinunciare al rango di nobiltà riconosciuta, ritenendolo un orpello fargan ormai inutile, e cedettero il proprio potere territoriale alla Madre per valorizzarne ulteriormente la figura, nella volontà di unificare la Tribù sotto un'unica guida.
Hati mutò ben presto le sue parole in fatti, e dopo una fitta serie di colloqui con la Duchessa Reggente, ottenne di fatto una secessione pacifica nel giro di un anno. La Tribù perse così il suo ruolo come Organizzazione, ed i suoi appartenenti il titolo di cittadini. Ducato e Tribù tuttavia si riconobbero a vicenda come regni e come Alleati, e gli abitanti mantennero diritto di transito e commercio nei luoghi l’uno dell’altro. C’è chi sussurrò che Hati non fece altro che porre un ultimatum a Livia Nordrake, ossia la pace imperitura al costo dell’indipendenza, e che la Duchessa dovette riconoscere di essere dinanzi ad un muro e di non poter rischiare una guerra con la Tribù in seguito al Cataclisma. Se questi equilibri rimarranno tali nel tempo, è difficile a dirsi.

Nel frattempo, la piaga degli Orrori non abbandonò la Tribù, ed anzi trovò terreno fertile in coloro che si sentirono abbandonati dagli Spiriti. Nel giro di un anno, numerosi Totem dedicati allo Spirito del Gatto apparirono nei territori Tribali, arrivando perfino a sconfinare in territorio ducale. Dinanzi a ciò, Tribù e Ducato risposero con la forza, ed i Marchiati vennero messi a morte nella cosiddetta “Settimana di Sangue”. In seguito a questo evento, si racconta che una creatura a metà tra un uomo ed un felino, coperta di bende, fu vista fuggire verso Ovest, per poi far perdere le sue tracce.
Medea
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