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Fuori dall'ombra - Aurora
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Fuori dall'ombra - Aurora
Poco fuori dalla magione nei pressi di Thoran a tarda sera una carrozza attendeva, mentre quattro figure si stagliavano contro la luce delle fioche torce.
"Qui ci lasciamo lord Zaccaria.."
L'umano si voltò verso l'elfa che si stava sistemando il mantello bianco, con le mani leggermente tremanti.
Affianco a lei una seconda elfa dal volto dipinto sapientemente a formare il manto di una lince e uno gnomo corpulento dallo sguardo gioviale.
"Un tentativo fallimentare.."
"Un tentativo che andava fatto, vi ringrazio per il vostro tempo e le risorse spese per la mia difesa e di chi mi sta attorno. Al nostro prossimo incontro..." finì la frase con un inchino del capo.
"Aurora..non tardare. Che i Tre ti guidino."
Le due elfe e lo gnomo si incamminarono verso sud-ovest con passo tranquillo, la loro meta era nel profondo sud del Ducato.
Dopo il terzo giorno di viaggio, le terre del gastaldo Kuma si profilarono all'orizzonte. Una terra ricca e rigogliosa di vegetazione lussureggiante.
"Somma Sapiente Consigliera Aurora?"
"Timmy è già abbastanza pesante Sapiente, se ci metti tutti i titoli ci impieghiamo un eternità. Aurora andrà benissimo.."
"Aurora, sai già cosa dirgli vero?"
Un silenzio carico di imbarazzo serpeggiò nell'aria.
"In realtà no. Non so nemmeno se si ricorda di me, a quel tempo ero così sicura di cosa volevo, così ignara del futuro che ci attendeva, ora invece, avrei così tante domande..."
Il discorso si fermò con e l'elfa rimase immobile sui suoi piedi con un espressione corrucciata.
"...ma credo accetterò la sua benevolenza e la sua benedizione. Non mi rimane altro da fare per chiudere con il passato."
In una radura nell'entroterra un maestoso albero si stagliava nel mezzo. La sua chioma frondosa rifletteva sul terreno un ombra quieta, che invitava al riposo. I suoi colori autunnali erano vivi e pulsanti.
Morien si avvicinò con passo silenziosissimo, senza nemmeno uno scricchiolio di foglia autunnale.
"Quanta magnificenza, quanta pace..."
Aurora strinse la mascella infastidita e poi rispose con voce greve.
"Al contempo quanto dolore e sangue è stato versato su questa terra quella notte, morirono così tanti dei nostri per l'errore di uno. Tuttavia, ora è passato, andiamo avanti."
Come fu al tempo Aurora si avvicinò in tranquillità all'albero e poggiò mani e fronte al tronco, seguita da Timmy con lo stesso reverenziale silenzio.
Come al tempo Timmy cadde in uno stato di trance e la sua voce si alterò come se uscisse da un profondo corno.
"Gli spiriti del bosco mi hanno detto cos'hai fatto, cosa stai facendo e cosa farai. Hai aiutato Il Guardiano delle foreste, come richiesto, è per questo ti sono testimone di quanto suggellato sotto le mie fronde. Qui un patto si è sancito, sulle mie radici, due arbusti hanno intrecciato le loro foglie, Corax e Aurora hanno condiviso la terra, l'aria, l'acqua è il fuoco che li pervadevano. La mia presenza qui lo testimonia."
Una foglia si staccò da un alto ramo, per posarsi sulla testa dell'elfa.
Lo gnomo, ormai medium di quell'albero, proseguì:
"Tu, piccola creatura di questo velo, hai ottenuto ciò che volevi, ora sono io a porti una richiesta. Le mie radici sentono che da un momento all'altro potremmo non abbeverarci più. In un luogo lontano da qui, un fiume in piena rischia di straripare, devastando tutto, se non sapientemente defluito. Chiedo a te, chiediamo a tutti voi, di aiutarci, di aiutarvi. Ora va, piccola creatura, attenderò qui, come sempre."
Un refolo di vento, in quella giornata, smosse il fogliame secco, rivelando il cielo nuvolo sopra di loro.
Lo gnomo si riprese, abbracciò e baciò l'albero, affettuosamente, per poi avvicinarsi alla sua allieva: "Tutto bene Aurora?"
Aurora respirò a fondo l'aria fredda.
"Timmy ti ringrazio, ora puoi tornare a Pinnacolo dell'Essenza, occupati dei Congregati come solo tu sai fare, io ho degli impegni a Raaka."
"Fai attenzione Aurora, Conoscenza e Potere."
"Conoscenza e Potere, Timmy."
Dopo altrettanti giorni di viaggio le due elfe videro profilarsi all'orizzonte la cittadella di Raaka, ma qualcosa di sinistro aleggiava sopra le tende e gli alberi.
Fumi di forge e tamburi di guerra. Pochi passi più tardi guerrieri in rozze, ma spesse armature bloccarono loro il passaggio.
"Raaka non è raggiungibile, andatevene!"
"Cos...come vi permettete sono Morien sacerdotessa di Ze'Ev cuccioli imberbi! Io vi ho estratto dal grembo di vostra madre! Fatemi passare!"
I guerrieri si guardarono l'un l'altro con un misto di imbarazzo e indecisione.
"Sacerdotessa, non è il nostro volere, ma quello del Padre..."
"Il Padre?"
A questo punto Aurora scattò, tenendo a stento a freno la rabbia.
"Sono Aurora Consigliera della Congrega della Fiamma Eterna, vi esorto a far passare un quinto grado all'ista..."
La frase venne interrotta da una lancia, a pochi metri dal volto di Aurora.
"Andatevene. ORA! Per ordine del Padre, Raaka è chiusa agli estranei e soprattutto a gente come te!"
La magia si fece sprizzante attorno alle mani di Aurora protesa contro la punta della lancia, ma prima che il braccio liberasse il globo verdastro fu bloccato da Morien.
La presa della donna era ferrea e marmorea, l'espressione contratta con due occhi in lacrime.
"Ognuno sceglie il proprio destino..."
Poi rivolgendosi ad Aurora disse solo "...Aurora torna a casa, io cerco di tornare nella mia."
"Ma...il totem..."
"Una promessa è un debito, Aurora, manterrò fede alle mie parole."
"Qui ci lasciamo lord Zaccaria.."
L'umano si voltò verso l'elfa che si stava sistemando il mantello bianco, con le mani leggermente tremanti.
Affianco a lei una seconda elfa dal volto dipinto sapientemente a formare il manto di una lince e uno gnomo corpulento dallo sguardo gioviale.
"Un tentativo fallimentare.."
"Un tentativo che andava fatto, vi ringrazio per il vostro tempo e le risorse spese per la mia difesa e di chi mi sta attorno. Al nostro prossimo incontro..." finì la frase con un inchino del capo.
"Aurora..non tardare. Che i Tre ti guidino."
Le due elfe e lo gnomo si incamminarono verso sud-ovest con passo tranquillo, la loro meta era nel profondo sud del Ducato.
Dopo il terzo giorno di viaggio, le terre del gastaldo Kuma si profilarono all'orizzonte. Una terra ricca e rigogliosa di vegetazione lussureggiante.
"Somma Sapiente Consigliera Aurora?"
"Timmy è già abbastanza pesante Sapiente, se ci metti tutti i titoli ci impieghiamo un eternità. Aurora andrà benissimo.."
"Aurora, sai già cosa dirgli vero?"
Un silenzio carico di imbarazzo serpeggiò nell'aria.
"In realtà no. Non so nemmeno se si ricorda di me, a quel tempo ero così sicura di cosa volevo, così ignara del futuro che ci attendeva, ora invece, avrei così tante domande..."
Il discorso si fermò con e l'elfa rimase immobile sui suoi piedi con un espressione corrucciata.
"...ma credo accetterò la sua benevolenza e la sua benedizione. Non mi rimane altro da fare per chiudere con il passato."
In una radura nell'entroterra un maestoso albero si stagliava nel mezzo. La sua chioma frondosa rifletteva sul terreno un ombra quieta, che invitava al riposo. I suoi colori autunnali erano vivi e pulsanti.
Morien si avvicinò con passo silenziosissimo, senza nemmeno uno scricchiolio di foglia autunnale.
"Quanta magnificenza, quanta pace..."
Aurora strinse la mascella infastidita e poi rispose con voce greve.
"Al contempo quanto dolore e sangue è stato versato su questa terra quella notte, morirono così tanti dei nostri per l'errore di uno. Tuttavia, ora è passato, andiamo avanti."
Come fu al tempo Aurora si avvicinò in tranquillità all'albero e poggiò mani e fronte al tronco, seguita da Timmy con lo stesso reverenziale silenzio.
Come al tempo Timmy cadde in uno stato di trance e la sua voce si alterò come se uscisse da un profondo corno.
"Gli spiriti del bosco mi hanno detto cos'hai fatto, cosa stai facendo e cosa farai. Hai aiutato Il Guardiano delle foreste, come richiesto, è per questo ti sono testimone di quanto suggellato sotto le mie fronde. Qui un patto si è sancito, sulle mie radici, due arbusti hanno intrecciato le loro foglie, Corax e Aurora hanno condiviso la terra, l'aria, l'acqua è il fuoco che li pervadevano. La mia presenza qui lo testimonia."
Una foglia si staccò da un alto ramo, per posarsi sulla testa dell'elfa.
Lo gnomo, ormai medium di quell'albero, proseguì:
"Tu, piccola creatura di questo velo, hai ottenuto ciò che volevi, ora sono io a porti una richiesta. Le mie radici sentono che da un momento all'altro potremmo non abbeverarci più. In un luogo lontano da qui, un fiume in piena rischia di straripare, devastando tutto, se non sapientemente defluito. Chiedo a te, chiediamo a tutti voi, di aiutarci, di aiutarvi. Ora va, piccola creatura, attenderò qui, come sempre."
Un refolo di vento, in quella giornata, smosse il fogliame secco, rivelando il cielo nuvolo sopra di loro.
Lo gnomo si riprese, abbracciò e baciò l'albero, affettuosamente, per poi avvicinarsi alla sua allieva: "Tutto bene Aurora?"
Aurora respirò a fondo l'aria fredda.
"Timmy ti ringrazio, ora puoi tornare a Pinnacolo dell'Essenza, occupati dei Congregati come solo tu sai fare, io ho degli impegni a Raaka."
"Fai attenzione Aurora, Conoscenza e Potere."
"Conoscenza e Potere, Timmy."
Dopo altrettanti giorni di viaggio le due elfe videro profilarsi all'orizzonte la cittadella di Raaka, ma qualcosa di sinistro aleggiava sopra le tende e gli alberi.
Fumi di forge e tamburi di guerra. Pochi passi più tardi guerrieri in rozze, ma spesse armature bloccarono loro il passaggio.
"Raaka non è raggiungibile, andatevene!"
"Cos...come vi permettete sono Morien sacerdotessa di Ze'Ev cuccioli imberbi! Io vi ho estratto dal grembo di vostra madre! Fatemi passare!"
I guerrieri si guardarono l'un l'altro con un misto di imbarazzo e indecisione.
"Sacerdotessa, non è il nostro volere, ma quello del Padre..."
"Il Padre?"
A questo punto Aurora scattò, tenendo a stento a freno la rabbia.
"Sono Aurora Consigliera della Congrega della Fiamma Eterna, vi esorto a far passare un quinto grado all'ista..."
La frase venne interrotta da una lancia, a pochi metri dal volto di Aurora.
"Andatevene. ORA! Per ordine del Padre, Raaka è chiusa agli estranei e soprattutto a gente come te!"
La magia si fece sprizzante attorno alle mani di Aurora protesa contro la punta della lancia, ma prima che il braccio liberasse il globo verdastro fu bloccato da Morien.
La presa della donna era ferrea e marmorea, l'espressione contratta con due occhi in lacrime.
"Ognuno sceglie il proprio destino..."
Poi rivolgendosi ad Aurora disse solo "...Aurora torna a casa, io cerco di tornare nella mia."
"Ma...il totem..."
"Una promessa è un debito, Aurora, manterrò fede alle mie parole."
Sentrem- Messaggi : 234
Data d'iscrizione : 11.02.14
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