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Addio per sempre - Arch Stanton
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Addio per sempre - Arch Stanton
Un uomo, ammantato in un modo curato ma sobrio che tradisce il suo non esser povero, uscì con circospezione dalle mura di Porta del Nord e cominciò a fare il giro dell’insediamento con un fare scrupoloso, sospetto. Il sole era appena calato e la debole luce del crepuscolo, unitamente a quella lunare, permetteva di avere ancora una sufficiente visibilità.
- Da questa parte.
Una voce grave richiamò l’attenzione dell’uomo verso una nicchia naturale nei pressi di un declivio, circondata da gruppi d’alberi e arbusti. Ebbe difficoltà a trovare il luogo preciso dove il suo contatto lo aspettava.
- Ce l’hai la grana?
Domandò di nuovo la voce, permettendo a Léier di identificare l’orco lì nascosto.
- No, non ancora, ma tra pochi giorni mi incontrerò con l’acquirente e concluderemo l’affare.
Léier si mise quindi a sedere per terra di fronte all’orco.
- Cosa te ne farai poi di ben dieci galeoni!? Bagordi? O vuoi ancora commissionarmi quei manufatti particolari?
- Nove galeoni! - Precisò l’orco. - Uno è la tua commissione, non sono mica avido! - E dopo quest’affermazione entrambi si misero a ridere.
- Ah ah, ma certo! Lungi da me accusare Arch Stanton di avidità!
- Eh eh, tu ridi ma quando ti avrò detto cosa fare di quelle monete, ci crederai sul serio. Tieni. - L’orco estrasse da una qualche tasca nascosta un foglietto che passò poi al mercante. - Delle nove monete guadagnate devi consegnare alle persone indicate la corrispondente quantità.
Léier strabuzzò gli occhi nel leggere quel foglietto.
- Ma… non posso crederci! Questa gente diventerà ricca così, all’improvviso… senza aver fatto nulla!
- Sbagli. Costoro sono gli unici di tutto il Ducato ad avermi trattato con rispetto, ad avermi trattato da amico! Questo Ducato orribile e deprecabile, pieno di gentaglia idiota, stupida, egoista, falsa… - Più l’orco elencava i “pregi” della gente del Ducato e più stringeva i pugni, arrabbiandosi e alterandosi. - Povero duca! Non si rende nemmeno conto del marciume che ammorba tutti i suoi sudditi. E in particolar modo quegli incapaci del gruppo d’intervento! E ancora la gente si sorprende che sia il male, che siano gli arcidemoni a vincere le partite… poveri babbei… - Ma dopo quello sfogo si riprese in un istante, scrollando le spalle. - Beh, poco male! Io me ne vado, ahr ahr! Statemi bene!
Léier ci rimase un po’ male, per quanto non troppo coinvolto emotivamente dalla notizia. - Te ne vai sul serio dunque. Dove andrai? E cosa farai?
- Andrò a zonzo, cercherò avventure come ho sempre fatto. Con gente migliore, più intelligente se non altro. Lontano da un popolo che si sta estinguendo da solo, per causa sua, senza accorgersene. Forse vi scroccherò un passaggio in nave per tornare a sud, o forse resterò qua. Boh, vedremo.
- Devi proprio odiare il gruppo d’intervento… - Osservò il mercante con tono pacato e colloquiale.
- Già. Non sopporto la stupidità, ma ancor di più odio tutti coloro che hanno giocato a mio danno. Come quel maledetto nano a tre occhi! Trovo inconcepibile che nessuno si renda conto delle sue azioni volte solo alla sua soddisfazione personale! Comunque immagino sia normale che un gruppo di burattini abbia desiderio di trovare qualcuno che muova i fili.
- Come sei aspro! So che te ne sei andato dal Patto d’Acciaio, e il motivo posso ben comprenderlo, ma nemmeno nella Congrega ti sei trovato bene?
- Ahr ahr ahr! Il Patto! Che ridere che mi fa! Tutti a seguire quello spaventapasseri di Istvan a dare ordini senza significato: “in formazione! In formazione!” Ah ah ah! Ma dimmi, avete mai fatto addestramento su come dovreste disporvi quando dice “in formazione”?
- Non mi risulta…
- Eh eh, lo so! Malato di potere e comando, come tutti. Sembra però che quella vecchia volpe di Aurelio non si sia domandato il motivo per cui mezzo Patto sia stato fatto fuori quella volta. A lui fa comodo che Istvan sia un capo incompetente: Doric è morto a causa sua e ora lui ha il dominio incontrastato di tutta l’organizzazione. Non poteva non ricompensare l’inettitudine del marinaio dandogli ancora più potere!
Léier commentò con lo sguardo.
- Quanto alla Congrega… a parte Bambi, tutti egoisti e menefreghisti. Pensa che quello sveglio di Ninui mi ha riportato in vita solo perchè sperava che gli donassi i frutti del mio lavoro, ahr ahr ahr!
Ancora una volta rise solo Arch. L’orco estrasse da un’altra tasca quella che era evidentemente una Pietra Arcana.
- Sapessi quanta apprensione ho ricevuto da parte sua solo per avere questa! Ma se avevo bisogno io di qualcosa o m’ignorava o tentava persino di raggirarmi! E allora… gli ho detto che non ce l’avevo, ahr ahr ahr!
Arch Stanton allungò la pietra verso Léier , ma non per consegnargliela: la strinse sempre più forte davanti ai suoi occhi fino a quando non la frantumò con la forza terrificante di una sola mano. Il mercante rimase sbalordito.
- Ops! L’ho rotta! Ahr ahr ahr!
Léier era contemporaneamente divertito e preoccupato dal comportamento dell’orco. Quindi si alzò e si pulì gli indumenti. - Bene, se non vuoi sfogarti riguardo qualche altra persona, io tornerei ai miei alloggi.
- Solo un’ultima cosa. - Lo trattenne l’orco. - Ti lascio questi messaggi da riferire da parte mia alle persone a cui lascio la mia eredità. - E diede altre lettere al mercante, che controllò con qualche sguardo fugace. - D’accordo. - Rispose. - Altro?
Arch Stanton sospirò, guardando il cielo notturno. Ormai la luce crepuscolare era terminata e solo la candela accesa sul suo cappello da minatore poteva far più luce della luna e delle stelle. - Sarebbe bello spendere una parola per tutti, ma mi accontento che tu saluti da parte mia solo un paio di persone: Lady Altea e Lady Druilia Yer. Per quanto poco possa valere, difenderò sempre l’onore della loro famiglia in ogni luogo in cui andrò.
- Lo farò. Addio, Arch Stanton. E’ stato un piacere fare affari con te! Peccato che se ne siano accorti in pochi. - Léier porse la mano ad Arch, che la strinse. Quindi ritornò sui suoi passi per rientrare e liberò la smorfia di terribile dolore solo con le spalle voltate all’orco: avrebbe dovuto pagare Kainen per attingere alle riserve di ghiaccio tenute nelle cantine, così da metterselo sulla mano quasi spappolata da quella vigorosa e virile stretta di mano.
- Ah, dai un bel bacio con la lingua a Mirka da parte mia, eh eh eh!
- Sì, ehm… sono sicuro che lei si accontenterà del pensiero…
Léier alzò solo una mano, quella buona, in cenno di assenso e ritornò entro le mura.
- Allora Arch! Com’è andata? - domandò una vocina stridula alle spalle dell’orco.
- Direi che l’ha presa… piuttosto bene! - Rispose l’orco sorridendo. Si voltò, dunque, e se ne andò da quel luogo in compagnia del suo nuovo compagno.
- Da questa parte.
Una voce grave richiamò l’attenzione dell’uomo verso una nicchia naturale nei pressi di un declivio, circondata da gruppi d’alberi e arbusti. Ebbe difficoltà a trovare il luogo preciso dove il suo contatto lo aspettava.
- Ce l’hai la grana?
Domandò di nuovo la voce, permettendo a Léier di identificare l’orco lì nascosto.
- No, non ancora, ma tra pochi giorni mi incontrerò con l’acquirente e concluderemo l’affare.
Léier si mise quindi a sedere per terra di fronte all’orco.
- Cosa te ne farai poi di ben dieci galeoni!? Bagordi? O vuoi ancora commissionarmi quei manufatti particolari?
- Nove galeoni! - Precisò l’orco. - Uno è la tua commissione, non sono mica avido! - E dopo quest’affermazione entrambi si misero a ridere.
- Ah ah, ma certo! Lungi da me accusare Arch Stanton di avidità!
- Eh eh, tu ridi ma quando ti avrò detto cosa fare di quelle monete, ci crederai sul serio. Tieni. - L’orco estrasse da una qualche tasca nascosta un foglietto che passò poi al mercante. - Delle nove monete guadagnate devi consegnare alle persone indicate la corrispondente quantità.
Léier strabuzzò gli occhi nel leggere quel foglietto.
- Ma… non posso crederci! Questa gente diventerà ricca così, all’improvviso… senza aver fatto nulla!
- Sbagli. Costoro sono gli unici di tutto il Ducato ad avermi trattato con rispetto, ad avermi trattato da amico! Questo Ducato orribile e deprecabile, pieno di gentaglia idiota, stupida, egoista, falsa… - Più l’orco elencava i “pregi” della gente del Ducato e più stringeva i pugni, arrabbiandosi e alterandosi. - Povero duca! Non si rende nemmeno conto del marciume che ammorba tutti i suoi sudditi. E in particolar modo quegli incapaci del gruppo d’intervento! E ancora la gente si sorprende che sia il male, che siano gli arcidemoni a vincere le partite… poveri babbei… - Ma dopo quello sfogo si riprese in un istante, scrollando le spalle. - Beh, poco male! Io me ne vado, ahr ahr! Statemi bene!
Léier ci rimase un po’ male, per quanto non troppo coinvolto emotivamente dalla notizia. - Te ne vai sul serio dunque. Dove andrai? E cosa farai?
- Andrò a zonzo, cercherò avventure come ho sempre fatto. Con gente migliore, più intelligente se non altro. Lontano da un popolo che si sta estinguendo da solo, per causa sua, senza accorgersene. Forse vi scroccherò un passaggio in nave per tornare a sud, o forse resterò qua. Boh, vedremo.
- Devi proprio odiare il gruppo d’intervento… - Osservò il mercante con tono pacato e colloquiale.
- Già. Non sopporto la stupidità, ma ancor di più odio tutti coloro che hanno giocato a mio danno. Come quel maledetto nano a tre occhi! Trovo inconcepibile che nessuno si renda conto delle sue azioni volte solo alla sua soddisfazione personale! Comunque immagino sia normale che un gruppo di burattini abbia desiderio di trovare qualcuno che muova i fili.
- Come sei aspro! So che te ne sei andato dal Patto d’Acciaio, e il motivo posso ben comprenderlo, ma nemmeno nella Congrega ti sei trovato bene?
- Ahr ahr ahr! Il Patto! Che ridere che mi fa! Tutti a seguire quello spaventapasseri di Istvan a dare ordini senza significato: “in formazione! In formazione!” Ah ah ah! Ma dimmi, avete mai fatto addestramento su come dovreste disporvi quando dice “in formazione”?
- Non mi risulta…
- Eh eh, lo so! Malato di potere e comando, come tutti. Sembra però che quella vecchia volpe di Aurelio non si sia domandato il motivo per cui mezzo Patto sia stato fatto fuori quella volta. A lui fa comodo che Istvan sia un capo incompetente: Doric è morto a causa sua e ora lui ha il dominio incontrastato di tutta l’organizzazione. Non poteva non ricompensare l’inettitudine del marinaio dandogli ancora più potere!
Léier commentò con lo sguardo.
- Quanto alla Congrega… a parte Bambi, tutti egoisti e menefreghisti. Pensa che quello sveglio di Ninui mi ha riportato in vita solo perchè sperava che gli donassi i frutti del mio lavoro, ahr ahr ahr!
Ancora una volta rise solo Arch. L’orco estrasse da un’altra tasca quella che era evidentemente una Pietra Arcana.
- Sapessi quanta apprensione ho ricevuto da parte sua solo per avere questa! Ma se avevo bisogno io di qualcosa o m’ignorava o tentava persino di raggirarmi! E allora… gli ho detto che non ce l’avevo, ahr ahr ahr!
Arch Stanton allungò la pietra verso Léier , ma non per consegnargliela: la strinse sempre più forte davanti ai suoi occhi fino a quando non la frantumò con la forza terrificante di una sola mano. Il mercante rimase sbalordito.
- Ops! L’ho rotta! Ahr ahr ahr!
Léier era contemporaneamente divertito e preoccupato dal comportamento dell’orco. Quindi si alzò e si pulì gli indumenti. - Bene, se non vuoi sfogarti riguardo qualche altra persona, io tornerei ai miei alloggi.
- Solo un’ultima cosa. - Lo trattenne l’orco. - Ti lascio questi messaggi da riferire da parte mia alle persone a cui lascio la mia eredità. - E diede altre lettere al mercante, che controllò con qualche sguardo fugace. - D’accordo. - Rispose. - Altro?
Arch Stanton sospirò, guardando il cielo notturno. Ormai la luce crepuscolare era terminata e solo la candela accesa sul suo cappello da minatore poteva far più luce della luna e delle stelle. - Sarebbe bello spendere una parola per tutti, ma mi accontento che tu saluti da parte mia solo un paio di persone: Lady Altea e Lady Druilia Yer. Per quanto poco possa valere, difenderò sempre l’onore della loro famiglia in ogni luogo in cui andrò.
- Lo farò. Addio, Arch Stanton. E’ stato un piacere fare affari con te! Peccato che se ne siano accorti in pochi. - Léier porse la mano ad Arch, che la strinse. Quindi ritornò sui suoi passi per rientrare e liberò la smorfia di terribile dolore solo con le spalle voltate all’orco: avrebbe dovuto pagare Kainen per attingere alle riserve di ghiaccio tenute nelle cantine, così da metterselo sulla mano quasi spappolata da quella vigorosa e virile stretta di mano.
- Ah, dai un bel bacio con la lingua a Mirka da parte mia, eh eh eh!
- Sì, ehm… sono sicuro che lei si accontenterà del pensiero…
Léier alzò solo una mano, quella buona, in cenno di assenso e ritornò entro le mura.
- Allora Arch! Com’è andata? - domandò una vocina stridula alle spalle dell’orco.
- Direi che l’ha presa… piuttosto bene! - Rispose l’orco sorridendo. Si voltò, dunque, e se ne andò da quel luogo in compagnia del suo nuovo compagno.
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Data d'iscrizione : 11.02.14
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