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DICERIE - Spirito e Sangue
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DICERIE - Spirito e Sangue
Territori Warfer, lungo una stradina accanto ad un bosco
Un gruppo di guardiaboschi era intento a pattugliare i confini sudest del territorio tribale sotto una pioggia scrosciante.
La situazione era tuttavia calma, la natura incontaminata la faceva da padrone.
Tutto questo sino a che una vedetta del gruppo non notò diverse persone poco distanti da loro, intente a camminare lungo la strada infangata
"Altolà, siete in territorio Warfer!" esclamò la vedetta con voce perentoria.
Non ricevette nessuna risposta da parte degli intrusi, che tuttavia all'avvertimento del tribale, si voltarono verso il gruppo
"Ultimo avviso, fermatevi e dichiarate le vostre intenzioni."
Gli archi dei guardiaboschi furono levati e le frecce incoccate, pronti ad uccidere, quel manipolo di figure che ora, osservandoli bene, muovendosi risultavano goffe.
"Aspetta, per Gureg… Non morti! Compagni, alle armi! Attacc..."
Il capo dei guardiaboschi non riuscì a finire la frase, dato che un cadavere ambulante, più veloce degli altri, lo azzannò alla gola.
Accasciandosi a terra, riuscì a vedere la fine dei suoi compagni.
Qualcuno riuscì a scappare, gli altri, mentre il capo esalava l'ultimo respiro, vennero massacrati e dilaniati nelle carni da quei corpi morti, portanti il marchio della Frusta Rossa.
Bosco Candido, in un giorno d'inverno
Due amici erano a caccia nei pressi del bosco, quando uno dei due si rivolse in un sussurro all'altro, intento a chiacchierare ad alta voce nervosamente
"Shhhh stai zitto! Lo vedi quel coniglio? Ancora poco e cade nella trappola."
"Lo vedo, ma ho paura... Lo sai che succede a chi caccia in questo bosco?"
"Lo so, lo so, me lo raccontava sempre da piccolo mia mamma. Lo spirito guardiano di questo bosco uccide chiunque profani Bosco Candido. Ma stai tranquillo, è solo una favola."
In quel mentre, il coniglio, avvistata l'esca, cadde nella trappola e rimase intrappolato, ferito a una zampa.
Il povero animale emise un disperato richiamo, molto simile al pianto di un bimbo.
"No no no, non dovevamo farlo, ora ci ucciderà, siamo spacciati!" esclamò il ragazzo
"Ma smettila..." rispose l'altro sbuffando
"No no ascolta, adesso viene e ci uccide!"
I due rimasero in ascolto, per un lunghissimo minuto.
Nulla si percepiva e nulla di diverso capitava.
"Vedi? Sono solo chiacchiere, prendiamo il coniglio e andiamocene"
"V-va bene.... Eppure... Ero sicuro che..."
Sede centrale della Catena d'Argento
Nell'ufficio di Ser Goriani stava avendo luogo una riunione, a cui presenziarono più di una decina di cavalieri.
"Voi, cavalieri della Catena d'Argento, per ordine del comandante Minerva Rosaspina, andate nelle varie organizzazioni e prendete in custodia i seguenti cittadini: Ser Erad, Levitas, Ago, Quinlan Lumen, Fyrn e Mirka. Dovranno essere accompagnati qui per essere interrogati. Tutto chiaro?"
All'unisono i cavalieri esclamarono
"Signor si Signore!"
Pochi minuti dopo cavalli e cavalieri partirono come un sol uomo per eseguire gli ordini.
Presso tutte le sedi delle organizzazioni ducali viene affissa una comunicazione
"Il Padre dei Lupi vuole parlare con il Gruppo d'Intervento.
Il Padre dei Lupi si aspetta il Gruppo d'Intervento al villaggio di Crann-Moir, nel giorno della Festa del Disgelo.
Il Padre dei Lupi vuole parlare dei Monti Kogar.
Le indicazioni per arrivare al villaggio sono allegate a questo messaggio."
Dal Tomo "Ducato Nordrake - Terre Tribali"
- Crann-Moir -
Da leggersi (krann-muar).
Piccolo villaggio ai piedi dei Monti Kogar.
Per tutto l'anno le porte del villaggio vengono tenute chiuse, rendendo impossibile l'accesso da parte di estranei, siano essi Tribali o meno.
Questo embargo auto-imposto desta curiosità, soprattutto dato il fatto che viene a cessare solamente nei giorni della Festa del Disgelo, in cui a tutto il Ducato viene concesso l'accesso in quei territori, come buon auspicio per la stagione primaverile a venire.
Degna di nota la composizione delle conifere ivi presenti dalle insolite venature verde acceso, e dalla fauna dalle dimensioni insolitamente grandi: evidentemente la natura incontaminata da contatti esterni permette una crescita migliore degli alberi da frutto e delle piante, concedendo, quindi, abbondanti pasti agli erbivori da pascolo allevati e, di conseguenza, agli animali predatori ivi scorti...
Un gruppo di guardiaboschi era intento a pattugliare i confini sudest del territorio tribale sotto una pioggia scrosciante.
La situazione era tuttavia calma, la natura incontaminata la faceva da padrone.
Tutto questo sino a che una vedetta del gruppo non notò diverse persone poco distanti da loro, intente a camminare lungo la strada infangata
"Altolà, siete in territorio Warfer!" esclamò la vedetta con voce perentoria.
Non ricevette nessuna risposta da parte degli intrusi, che tuttavia all'avvertimento del tribale, si voltarono verso il gruppo
"Ultimo avviso, fermatevi e dichiarate le vostre intenzioni."
Gli archi dei guardiaboschi furono levati e le frecce incoccate, pronti ad uccidere, quel manipolo di figure che ora, osservandoli bene, muovendosi risultavano goffe.
"Aspetta, per Gureg… Non morti! Compagni, alle armi! Attacc..."
Il capo dei guardiaboschi non riuscì a finire la frase, dato che un cadavere ambulante, più veloce degli altri, lo azzannò alla gola.
Accasciandosi a terra, riuscì a vedere la fine dei suoi compagni.
Qualcuno riuscì a scappare, gli altri, mentre il capo esalava l'ultimo respiro, vennero massacrati e dilaniati nelle carni da quei corpi morti, portanti il marchio della Frusta Rossa.
Bosco Candido, in un giorno d'inverno
Due amici erano a caccia nei pressi del bosco, quando uno dei due si rivolse in un sussurro all'altro, intento a chiacchierare ad alta voce nervosamente
"Shhhh stai zitto! Lo vedi quel coniglio? Ancora poco e cade nella trappola."
"Lo vedo, ma ho paura... Lo sai che succede a chi caccia in questo bosco?"
"Lo so, lo so, me lo raccontava sempre da piccolo mia mamma. Lo spirito guardiano di questo bosco uccide chiunque profani Bosco Candido. Ma stai tranquillo, è solo una favola."
In quel mentre, il coniglio, avvistata l'esca, cadde nella trappola e rimase intrappolato, ferito a una zampa.
Il povero animale emise un disperato richiamo, molto simile al pianto di un bimbo.
"No no no, non dovevamo farlo, ora ci ucciderà, siamo spacciati!" esclamò il ragazzo
"Ma smettila..." rispose l'altro sbuffando
"No no ascolta, adesso viene e ci uccide!"
I due rimasero in ascolto, per un lunghissimo minuto.
Nulla si percepiva e nulla di diverso capitava.
"Vedi? Sono solo chiacchiere, prendiamo il coniglio e andiamocene"
"V-va bene.... Eppure... Ero sicuro che..."
Sede centrale della Catena d'Argento
Nell'ufficio di Ser Goriani stava avendo luogo una riunione, a cui presenziarono più di una decina di cavalieri.
"Voi, cavalieri della Catena d'Argento, per ordine del comandante Minerva Rosaspina, andate nelle varie organizzazioni e prendete in custodia i seguenti cittadini: Ser Erad, Levitas, Ago, Quinlan Lumen, Fyrn e Mirka. Dovranno essere accompagnati qui per essere interrogati. Tutto chiaro?"
All'unisono i cavalieri esclamarono
"Signor si Signore!"
Pochi minuti dopo cavalli e cavalieri partirono come un sol uomo per eseguire gli ordini.
Presso tutte le sedi delle organizzazioni ducali viene affissa una comunicazione
"Il Padre dei Lupi vuole parlare con il Gruppo d'Intervento.
Il Padre dei Lupi si aspetta il Gruppo d'Intervento al villaggio di Crann-Moir, nel giorno della Festa del Disgelo.
Il Padre dei Lupi vuole parlare dei Monti Kogar.
Le indicazioni per arrivare al villaggio sono allegate a questo messaggio."
Dal Tomo "Ducato Nordrake - Terre Tribali"
- Crann-Moir -
Da leggersi (krann-muar).
Piccolo villaggio ai piedi dei Monti Kogar.
Per tutto l'anno le porte del villaggio vengono tenute chiuse, rendendo impossibile l'accesso da parte di estranei, siano essi Tribali o meno.
Questo embargo auto-imposto desta curiosità, soprattutto dato il fatto che viene a cessare solamente nei giorni della Festa del Disgelo, in cui a tutto il Ducato viene concesso l'accesso in quei territori, come buon auspicio per la stagione primaverile a venire.
Degna di nota la composizione delle conifere ivi presenti dalle insolite venature verde acceso, e dalla fauna dalle dimensioni insolitamente grandi: evidentemente la natura incontaminata da contatti esterni permette una crescita migliore degli alberi da frutto e delle piante, concedendo, quindi, abbondanti pasti agli erbivori da pascolo allevati e, di conseguenza, agli animali predatori ivi scorti...
Medea- Messaggi : 212
Data d'iscrizione : 21.01.17
Età : 34
Località : Soave
Foglio GDR
I miei personaggi: Druilia Yer, Legione Dorata - Malìa, barda itinerante - L'Evocatore, cavaliere del Dardo di Cobalto - Nebra, sciamana dei Warfer
Re: DICERIE - Spirito e Sangue
Moniti, 16 Febbraio 1318
In una baracca, tre ex marescialli, un orco, un nano e un’umana, discutevano animatamente.
La donna, visibilmente alterata, inveì violentemente in direzione del nano con numerose bestemmie
"Gilac ha detto di non farci notare e di rimanere nascosti finchè non avremo abbastanza uomini!"
Il nano rispose con voce profonda ma con un tono più pacato
"Sai bene cosa succede in quella zona e sai quanto io lo detesti… Andrò ad aiutarli come posso"
Paonazza in viso, la donna ribattè lanciando un coltello contro il nano, con ferocia e senza pietà
"Si, e già che ci sei raccontagli quello che abbiamo scoperto allora! Digli tutto sui loro capi e su ciò che hanno fatto!"
L'Orco, rimasto silente fino a quel momento trasalì al suo gesto e parlò
“Buona idea"
"Credo proprio che farò così, allora" aggiunse il nano, togliendosi il pugnale dal petto.
17 Febbraio 1318, Pinnacolo dell'Essenza
La piazza era gremita.
Mai era successo negli ultimi anni che l'intera Congrega della Fiamma Eterna fosse riunita contemporaneamente, forse mai in assoluto fin dalla sua fondazione.
Anche il posto era insolito, una delle piazze esterne alla sede principale, nonostante questa fosse la cosa meno importante, infatti benchè solitamente le cerimonie ufficiali si svolgessero nella Sala della Fiamma, attualmente quel luogo, pur nuovamente agibile, non veniva comunque usato.
Da un punto leggermente sopraelevato fatto erigere apposta per l'occasione, Tharok parlò
"Congregati tutti, vi chiedo scusa per avervi distratto dai vostri studi e dalle vostre missioni. Tuttavia questa è una comunicazione che necessariamente andava data nell’immediato... Qui, di fronte a tutti voi, rassegno le mie dimissioni da Sommo Sapiente della Congrega della Fiamma Eterna, e riprenderò il mio ruolo di Consigliere.”
Fece una breve pausa, sottolineando la gravità delle proprie parole
“I miei fallimenti sono sotto gli occhi di tutti quindi sono certo di non dover dare alcun tipo di spiegazione in merito. Inoltre io stesso non vedo, né mi ritengo in grado di giudicare, chi mi possa succedere in questo onere, né credo il Consiglio sia in uno stato adatto ad individuarlo da sè.”
Un profondo respiro, prima di continuare
“Pertanto, come mia ultima azione da Sommo, indico una votazione universale nei prossimi mesi. La data è da stabilirsi. Ogni membro della Congrega avrà diritto di esprimere una preferenza, ed ogni membro dal grado di Discepolo in poi può, potenzialmente, essere eletto. Proponete e votate con lungimiranza ed intelligenza, ossia tutto ciò che ci è mancato nell'ultimo anno.”
Alzò le mani al cielo
“Conoscenza e Potere"
Detto questo voltò le spalle alla gente, ridiscese le scale e si diresse verso le sue stanze, ignorando i Consiglieri, basiti da questa notizia parzialmente inaspettata, alle sue spalle.
Lasciò la piazza in preda al chiacchiericcio della gente.
La Fonderia, 15 febbraio 1318
Nella bottega di un mercante di stoffe, il proprietario e il suo garzone sedevano dietro al bancone, chiacchierando in un momento di riposo.
Tra una risata e l'altra, il mercante si rivolse al dipendente
“E quindi Jacob? Alla fine hai trovato una brava signorina con cui mettere su casa e famiglia?”
Il giovane arrossì, sorridendo “Signore, ma cosa dite... Cioè, ci sarebbe una ragazza che ha attirato la mia attenzione, la vedeste... Si chiama Amber”
Il mercante battè le mani “Ah! Parlamene”
Jacob inclinò il capo “Beh, è una ragazza davvero particolare e strana. Non ne vedrete mai di come lei! Sembra completamente svanita, ha una voce squillante, è sbadata e ingenua come pochi”
Il mercante aggrottò le sopracciglia “Non riesco a capire se sono complimenti o meno, Jacob”
“Oh signore, è così pura nella sua stranezza che non potreste fare a meno nemmeno voi di innamorarvene! Parla addirittura con i suoi golem come se fossero bambini!”
“Ah, è un'artefice?”
“Delle migliori, signore! Lavora qui a La Fonderia da circa quattro mesi, la nostra organizzazione non potrebbe avere una mente più geniale della sua, basta capire come prenderla”
“Detta così sembra davvero una ragazza d'oro”
“Oh si! La sua gentilezza, a volte esagerata, è la cosa che più preferisco in lei... Però sono preoccupato... Ha deciso recentemente di unirsi al Gruppo d'Intervento. Vuole l'avventura, ha detto... Io spero che non le succeda nulla di male...”
“Suvvia ragazzo, è in mezzo a gente che ne ha viste di tutti i colori, sono sicuro che sapranno prendersene cura! E ora, pausa terminata, torniamo al lavoro. Devi consegnare queste stoffe all'edificio qui accanto”
“Si signore!”
Raaka, attorno ad un fuoco dalle fiamme molto alte
Kuxstag si alzò da terra, dichiarando con voce ferma
“Siete qui per discutere il ritiro di Falco dal consiglio”
Il diretto interessato annuì, poggiando le mani sulle proprie ginocchia, osservando chi era radunato attorno al falò
“Giusto, Padre. Ritengo che ormai sia tempo che io mi ritiri dal mio incarico, sono veramente tanti, troppi anni che lo porto avanti e comincio ad essere stanco. Penso che per me sia ora di andarmene tra i boschi e dedicare il tempo che mi resta alla cura e salvaguardia degli spiriti.”
Il Padre dei Lupi annuì solennemente
“Molto bene. Chiaro che lasciare un posto vuoto nel consiglio, sopratutto adesso che abbiamo i Fargan alle porte, non mi piace. Perciò, dichiaro che il ruolo di Falco sarà ricoperto dal mio fidato Guur'Zaak. Lui è la scelta migliore per la sua grande esperienza come sciamano, soprattutto dati i tempi che viviamo.”
Cane trasalì, cercando di controllarsi
“Padre, con tutto il rispetto, non sono convinto che la tua sia la scelta migliore, in fondo dovrebbe essere Passero a succedere a Falco... E’ sicuramente il più esperto sulle vicissitudini del consiglio rispetto a Guur'Zaak, che è arrivato da troppo poco tempo. Il fatto che sia tuo amico non lo rende necessariamente la scelta migliore, secondo me.”
Passero scosse il capo, ribattendo
"No, se il Padre reputa che le mie ali di passero non possano ancora volare in alto come un falco, che altri lo facciano al mio posto. Io rispetto la volontà del Padre dei Lupi, come un figlio quella del capofamiglia, e dovresti farlo anche tu, Cane!"
Kuxstag sbottò
“Non accetto simili piagnistei, Cane! La scelta di promuovere Guur'Zaak nasce unicamente dai suoi meriti, che tu li conosca o meno. Io scelgo solo ciò che è meglio per la MIA Tribù!”
Cane si alzò in piedi, i pugni stretti. Osservò le persone attorno al fuoco, sibilando
“Questa è l’ultima goccia! Mi rifiuto di servire un Padre che fa favoritismi in questo modo! Ai tempi di Sigfried si sarebbe potuto discutere e ci avrebbe spiegato il perchè delle sue scelte, ma per te la dominazione è più importante di qualsiasi altra cosa…”
La voce tremava di rabbia
“A questo punto mi chiedo a cosa serva un consiglio in cui non si ha nemmeno il diritto di esprimersi riguardo le questioni che lo riguardano direttamente… Mi ritiro con effetto immediato dal mio ruolo di Cane all'interno del consiglio.”
Il Padre dei Lupi sbottò
“Pusillanime ingrato! Sempre a piagnucolare su un incapace! non hai capito un cazzo. Non sei tu che ti ritiri. Sono IO che ti caccio!”
Thoran, esterno dell'ufficio del comandante
Un uomo con in mano una serie di fogli, bussò alla spessa porta in legno, chiedendo ad alta voce il permesso di parlare con il comandante Minerva.
Dopo aver avuto il consenso ed essersi fatto strada tra le guardie, l’uomo aprì una delle porte ed entrò nell’ampia stanza.
"Comandante Minerva, buongiorno. Ho con me il rapporto dell' inquisizione di Malasorte alla Cattedrale".
"Sir. Raffael" Salutò il comandante con un cenno di approvazione del capo “Prego, esponetemelo”
L’uomo si schiarì la voce tossendo
"Dunque. Nella giornata del diciannove febbraio dell’anno milletrecentodiciotto, io Sir Raffael, terzo grado della Catena d'Argento, ho assistito all’inquisizione di Malasorte, anulare nero della Chiesa della Sacra Mano. L'inquisitore addetto era Callisto Malatesta, primo inquisitore della Chiesa della Sacra Mano. Balthus, Indice bianco, ha assistito all’inquisizione.”
Voltò il foglio andando a leggere il resto del testo scritto
“Dalla tortura è emerso che Malasorte non ha ucciso Calico Jack Rackham. Hanno poi continuato confermando che Malasorte non fa parte nè della Fauce Nera, nè della Frusta Rossa. Questo è quanto successo comandante" concluse l’uomo.
Minerva si adagiò sul proprio scranno, portandosi le mani al grembo
"Sir. Raffael, tu cosa ne pensi?"
"Credo che le voci che circolano sul primo inquisitore siano veritiere, signora. La sua tecnica di tortura va oltre ogni atrocità, ha messo un sacco in testa all’inquisito per bloccare ogni spiraglio di luce. Ciò che mi fa ancora più paura è il suo sguardo di ghiaccio… Nessuna emozione traspare dal suo volto."
In una baracca, tre ex marescialli, un orco, un nano e un’umana, discutevano animatamente.
La donna, visibilmente alterata, inveì violentemente in direzione del nano con numerose bestemmie
"Gilac ha detto di non farci notare e di rimanere nascosti finchè non avremo abbastanza uomini!"
Il nano rispose con voce profonda ma con un tono più pacato
"Sai bene cosa succede in quella zona e sai quanto io lo detesti… Andrò ad aiutarli come posso"
Paonazza in viso, la donna ribattè lanciando un coltello contro il nano, con ferocia e senza pietà
"Si, e già che ci sei raccontagli quello che abbiamo scoperto allora! Digli tutto sui loro capi e su ciò che hanno fatto!"
L'Orco, rimasto silente fino a quel momento trasalì al suo gesto e parlò
“Buona idea"
"Credo proprio che farò così, allora" aggiunse il nano, togliendosi il pugnale dal petto.
17 Febbraio 1318, Pinnacolo dell'Essenza
La piazza era gremita.
Mai era successo negli ultimi anni che l'intera Congrega della Fiamma Eterna fosse riunita contemporaneamente, forse mai in assoluto fin dalla sua fondazione.
Anche il posto era insolito, una delle piazze esterne alla sede principale, nonostante questa fosse la cosa meno importante, infatti benchè solitamente le cerimonie ufficiali si svolgessero nella Sala della Fiamma, attualmente quel luogo, pur nuovamente agibile, non veniva comunque usato.
Da un punto leggermente sopraelevato fatto erigere apposta per l'occasione, Tharok parlò
"Congregati tutti, vi chiedo scusa per avervi distratto dai vostri studi e dalle vostre missioni. Tuttavia questa è una comunicazione che necessariamente andava data nell’immediato... Qui, di fronte a tutti voi, rassegno le mie dimissioni da Sommo Sapiente della Congrega della Fiamma Eterna, e riprenderò il mio ruolo di Consigliere.”
Fece una breve pausa, sottolineando la gravità delle proprie parole
“I miei fallimenti sono sotto gli occhi di tutti quindi sono certo di non dover dare alcun tipo di spiegazione in merito. Inoltre io stesso non vedo, né mi ritengo in grado di giudicare, chi mi possa succedere in questo onere, né credo il Consiglio sia in uno stato adatto ad individuarlo da sè.”
Un profondo respiro, prima di continuare
“Pertanto, come mia ultima azione da Sommo, indico una votazione universale nei prossimi mesi. La data è da stabilirsi. Ogni membro della Congrega avrà diritto di esprimere una preferenza, ed ogni membro dal grado di Discepolo in poi può, potenzialmente, essere eletto. Proponete e votate con lungimiranza ed intelligenza, ossia tutto ciò che ci è mancato nell'ultimo anno.”
Alzò le mani al cielo
“Conoscenza e Potere"
Detto questo voltò le spalle alla gente, ridiscese le scale e si diresse verso le sue stanze, ignorando i Consiglieri, basiti da questa notizia parzialmente inaspettata, alle sue spalle.
Lasciò la piazza in preda al chiacchiericcio della gente.
La Fonderia, 15 febbraio 1318
Nella bottega di un mercante di stoffe, il proprietario e il suo garzone sedevano dietro al bancone, chiacchierando in un momento di riposo.
Tra una risata e l'altra, il mercante si rivolse al dipendente
“E quindi Jacob? Alla fine hai trovato una brava signorina con cui mettere su casa e famiglia?”
Il giovane arrossì, sorridendo “Signore, ma cosa dite... Cioè, ci sarebbe una ragazza che ha attirato la mia attenzione, la vedeste... Si chiama Amber”
Il mercante battè le mani “Ah! Parlamene”
Jacob inclinò il capo “Beh, è una ragazza davvero particolare e strana. Non ne vedrete mai di come lei! Sembra completamente svanita, ha una voce squillante, è sbadata e ingenua come pochi”
Il mercante aggrottò le sopracciglia “Non riesco a capire se sono complimenti o meno, Jacob”
“Oh signore, è così pura nella sua stranezza che non potreste fare a meno nemmeno voi di innamorarvene! Parla addirittura con i suoi golem come se fossero bambini!”
“Ah, è un'artefice?”
“Delle migliori, signore! Lavora qui a La Fonderia da circa quattro mesi, la nostra organizzazione non potrebbe avere una mente più geniale della sua, basta capire come prenderla”
“Detta così sembra davvero una ragazza d'oro”
“Oh si! La sua gentilezza, a volte esagerata, è la cosa che più preferisco in lei... Però sono preoccupato... Ha deciso recentemente di unirsi al Gruppo d'Intervento. Vuole l'avventura, ha detto... Io spero che non le succeda nulla di male...”
“Suvvia ragazzo, è in mezzo a gente che ne ha viste di tutti i colori, sono sicuro che sapranno prendersene cura! E ora, pausa terminata, torniamo al lavoro. Devi consegnare queste stoffe all'edificio qui accanto”
“Si signore!”
Raaka, attorno ad un fuoco dalle fiamme molto alte
Kuxstag si alzò da terra, dichiarando con voce ferma
“Siete qui per discutere il ritiro di Falco dal consiglio”
Il diretto interessato annuì, poggiando le mani sulle proprie ginocchia, osservando chi era radunato attorno al falò
“Giusto, Padre. Ritengo che ormai sia tempo che io mi ritiri dal mio incarico, sono veramente tanti, troppi anni che lo porto avanti e comincio ad essere stanco. Penso che per me sia ora di andarmene tra i boschi e dedicare il tempo che mi resta alla cura e salvaguardia degli spiriti.”
Il Padre dei Lupi annuì solennemente
“Molto bene. Chiaro che lasciare un posto vuoto nel consiglio, sopratutto adesso che abbiamo i Fargan alle porte, non mi piace. Perciò, dichiaro che il ruolo di Falco sarà ricoperto dal mio fidato Guur'Zaak. Lui è la scelta migliore per la sua grande esperienza come sciamano, soprattutto dati i tempi che viviamo.”
Cane trasalì, cercando di controllarsi
“Padre, con tutto il rispetto, non sono convinto che la tua sia la scelta migliore, in fondo dovrebbe essere Passero a succedere a Falco... E’ sicuramente il più esperto sulle vicissitudini del consiglio rispetto a Guur'Zaak, che è arrivato da troppo poco tempo. Il fatto che sia tuo amico non lo rende necessariamente la scelta migliore, secondo me.”
Passero scosse il capo, ribattendo
"No, se il Padre reputa che le mie ali di passero non possano ancora volare in alto come un falco, che altri lo facciano al mio posto. Io rispetto la volontà del Padre dei Lupi, come un figlio quella del capofamiglia, e dovresti farlo anche tu, Cane!"
Kuxstag sbottò
“Non accetto simili piagnistei, Cane! La scelta di promuovere Guur'Zaak nasce unicamente dai suoi meriti, che tu li conosca o meno. Io scelgo solo ciò che è meglio per la MIA Tribù!”
Cane si alzò in piedi, i pugni stretti. Osservò le persone attorno al fuoco, sibilando
“Questa è l’ultima goccia! Mi rifiuto di servire un Padre che fa favoritismi in questo modo! Ai tempi di Sigfried si sarebbe potuto discutere e ci avrebbe spiegato il perchè delle sue scelte, ma per te la dominazione è più importante di qualsiasi altra cosa…”
La voce tremava di rabbia
“A questo punto mi chiedo a cosa serva un consiglio in cui non si ha nemmeno il diritto di esprimersi riguardo le questioni che lo riguardano direttamente… Mi ritiro con effetto immediato dal mio ruolo di Cane all'interno del consiglio.”
Il Padre dei Lupi sbottò
“Pusillanime ingrato! Sempre a piagnucolare su un incapace! non hai capito un cazzo. Non sei tu che ti ritiri. Sono IO che ti caccio!”
Thoran, esterno dell'ufficio del comandante
Un uomo con in mano una serie di fogli, bussò alla spessa porta in legno, chiedendo ad alta voce il permesso di parlare con il comandante Minerva.
Dopo aver avuto il consenso ed essersi fatto strada tra le guardie, l’uomo aprì una delle porte ed entrò nell’ampia stanza.
"Comandante Minerva, buongiorno. Ho con me il rapporto dell' inquisizione di Malasorte alla Cattedrale".
"Sir. Raffael" Salutò il comandante con un cenno di approvazione del capo “Prego, esponetemelo”
L’uomo si schiarì la voce tossendo
"Dunque. Nella giornata del diciannove febbraio dell’anno milletrecentodiciotto, io Sir Raffael, terzo grado della Catena d'Argento, ho assistito all’inquisizione di Malasorte, anulare nero della Chiesa della Sacra Mano. L'inquisitore addetto era Callisto Malatesta, primo inquisitore della Chiesa della Sacra Mano. Balthus, Indice bianco, ha assistito all’inquisizione.”
Voltò il foglio andando a leggere il resto del testo scritto
“Dalla tortura è emerso che Malasorte non ha ucciso Calico Jack Rackham. Hanno poi continuato confermando che Malasorte non fa parte nè della Fauce Nera, nè della Frusta Rossa. Questo è quanto successo comandante" concluse l’uomo.
Minerva si adagiò sul proprio scranno, portandosi le mani al grembo
"Sir. Raffael, tu cosa ne pensi?"
"Credo che le voci che circolano sul primo inquisitore siano veritiere, signora. La sua tecnica di tortura va oltre ogni atrocità, ha messo un sacco in testa all’inquisito per bloccare ogni spiraglio di luce. Ciò che mi fa ancora più paura è il suo sguardo di ghiaccio… Nessuna emozione traspare dal suo volto."
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Età : 34
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