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Messaggio Da Medea Gio Dic 07 2017, 08:21

Arrow Tenuta di caccia Nordrake, un paio di giorni dalla fine del matrimonio ducale
Le guardie di confine vennero messe in allerta da un rumoroso vociare proveniente dalla strada principale che porta al casolare di caccia.
Si misero in posizione, attendendo che gli inaspettati ospiti sopraggiungessero.
Questi si rivelarono un numeroso gruppo di scalmanati bargiotti e fu solo dopo numerose intimazioni a fermarsi che si placarono e si schierarono di fronte alle guardie.
Il meno ubriaco del gruppo, fece un passo avanti, ed esclamò biascicando
“Siamo qui per portare le nostre rimostranze al Duca in persona! Barge è un disastro e nessuno interviene per sistemarla! Dov’è il Ducato?!”
Un altro si aggiunse alla protesta, sollevando sopra la testa un boccale ancora mezzo pieno
“Si! Dove sono i nobili?! Cosa fanno?!”
“Troppo impegnati a spendere i nostri soldi!”
Altre voci si unirono al coro
“Si! Dicono che è colpa nostra perchè siamo dei nullafacenti! Ci faremo giustizia da soli!”
"Intanto questi vengono e ci dissacrano le tombe!"
“E Barge? Chi ci pensa a Barge?!”
I soldati si lanciarono delle occhiate confuse, sedando poi la protesta con superficialità.
Il capitano fece un passo avanti, asserendo
“Qualsiasi sia il motivo del vostro viaggio sino qui, è inutile” Lanciò uno sguardo annoiato alla folla di bargiotti “Chiunque vi fosse di anche solo vagamente importante in questo luogo, se n’è ormai andato da giorni. Tanta strada per niente…” Disse ridendo sotto i baffi.
Il portavoce dei bargiotti, ora che un glaciale silenzio era calato, chinò lo sguardo a terra, borbottando
“Eh… Ah… Cavolo. E’ che c’era il matrimonio di mio cugino per strada… Faceva brutto non fermarsi a salutare…”

Arrow Oleth, qualche tempo dopo il matrimonio
Un gruppo di uomini ricoperti di pesanti pellicce, si apprestò ad uscire dal capanno di caccia per andare a svolgere il loro lavoro.
Uno di loro digrignò i denti, allacciandosi la faretra addosso
“Dannazione, l’anno scorso le prime nevicate erano sopraggiunte a inverno inoltrato, solo il monte sacro era imbiancato. E adesso guarda! Sembra quasi che Apawi abbia voltato le spalle e già fa un freddo terribile”
L’amico rispose, sistemandosi il mantello sulle spalle
“Già e ora a causa della prima neve dobbiamo cacciare in fretta e furia, prima che gli animali si nascondano nelle loro tane per l’inverno…”
Un terzo cacciatore, intento rinfoderare le proprie asce, esclamò seccato
“Ahhh, smettetela di lamentarvi! Quello che se la vedrà peggio sono decisamente io! Io, che sarò rinchiuso in casa tutto questo dannatissimo inverno con mia moglie e le mie tre figlie femmine! Avete idea?! Se almeno mi fosse arrivato un figlio maschio…”
Il primo rise, battendogli una mano sulla spalla
“Beh, a quanto pare, avrai un lungo inverno per darti da fare a riguardo!”

Arrow Dimora invernale Stein, due ore prima dell’alba
Rufus Stein camminava nervosamente avanti e indietro di fronte alla pesante porta in quercia, le mani strette dietro la schiena. Dall’interno della stanza si udivano di tanto in tanto delle grida di dolore e un vociare sommesso, oltre a qualche ordine concitatamente impartito. Questo oramai da diverse ore.
Dopo la lunga attesa, finalmente, un vagito interruppe la marcia del nobile.
L’uomo si paralizzò nell’attesa di vedere la porta aprirsi.
Quando questo finalmente accade, una levatrice fece capolino dalla stanza.
In mezzo a diverse attendenti, stesa sul letto e madida di sudore, giaceva un’esausta Livia Nordrake.
Rufus le lanciò un veloce sguardo prima di concentrarsi sul fagotto che la levatrice stringeva al petto. Avvicinatosi, lo prese tra le braccia con delicatezza e scostò il lenzuolo dalla faccia dell’infante, osservandolo lungamente, studiandolo.
Incrociò nuovamente lo sguardo della moglie e un suo cenno del capo fu sufficiente.
Rufus baciò la fronte del figlio, stringendolo a sé e mormorando “Benvenuto figlio mio, benvenuto Nicholas”

Arrow 5/12/1317, notte in una cittadina, un vicolo poco frequentato
Un vecchio nano entrò in una stradina deserta con passo sicuro e baldanzoso.
Si passava bonariamente la mano nella folta barba, quasi divertito dalla situazione.
“Ah, ne ho conosciuti di fantomatici capi. Vedi se non li rimetto a posto” ridacchiò tra sé e sé, senza fermare il proprio passo.
Dalla strada principale si sentì un forte trambusto, poi il silenzio.
Qualche minuto più tardi, il nano ritornò sui suoi passi, ripercorrendo il percorso nel senso inverso.
Il cadavere del suo avversario giaceva al suolo, martoriato.
Un sorriso si disegnò sul volto del combattente mentre si allontanava dalla scena di violenza.
Nulla sarebbe cambiato quella sera, tutto era esattamente come prima.
Ma lui, non era più lo stesso.

Arrow Palazzo Nordrake, due lavandaie parlottano mentre lavorano
“E quindi la Gina si è presa per quel Mirkus. Capito lui? Dice che se la vuole sposare!”
La seconda serva sorrise, commentando
“Ah, son proprio contenta per la Gina…! Ma a proposito di matrimoni! La Duchessina? Come va nella nuova ala del castello dedicata a lei?”
La lavandaia sussultò, zittendo l’amica con un verso
“Shhh! Attenta Lucilla che se ti sente son guai! Da quando è arrivata qui ha già liberato più di quaranta servitori, c’è un continuo ricambio di servitù tra maggiordomi, sguattere, cuochi, cocchieri… Temo che potrebbe toccare anche a me prima o poi…”
“Cielo… Dal canto mio, nell’ala del Duca sento spesso sbraitare dalla saletta comune. Sai, quella dove di solito si trovano i capi organizzazione per le comunicazioni… Senti qua, sembra che nessuno sia contento che il Duca abbia lasciato tutta la discussione in mano al Gruppo d’Intervento, piuttosto che a loro, che hanno la legge dalla loro parte”
“Si, ma che discussione?”
“Quella sulla sorte di quel cavaliere che ti piace tanto, cara! Lamabianca! Quello che ha rischiato la picca, per intenderci”
“Povero cavalieruccio mio…”

Arrow Punta del Drago, in una bettola dei sobborghi
Tre uomini parlavano tra loro ad un tavolo, nell’angolo della sala principale
“Quindi J, alla fine è andato tutto bene nonostante tutto, no?”
“Infatti, concordo con il Signor S. Nonostante il pessimo scontro abbiamo avuto modo di vedere di cosa sono capaci”
L’uomo a cui venivano poste le domande rimase zitto, rimuginando.
Il Signor A sospirò, commentando
“Capisco che abbiano comunque fallito, J…”
Il Signor S esclamò
“Dai A, non è vero! Sono comunque riusciti ad ottenere molto con le loro azioni…”
Entrambi puntarono lo sguardo su J, che rimase silenzioso.
“Ok si, potevano certamente fare di meglio, ma sono alle prime armi, dopotutto!”
“... E poi devono capire ancora bene il loro ruolo in tutto questo!”
Il silenzio li accolse nuovamente
“Ehm… Scusaci capo”
“Abbiamo sbagliato noi?”
J si alzò, allontanandosi dal tavolo, lasciando i due compagni soli
“Capo? Perché te ne vai?”
S scosse il capo “Lascialo stare, è palese che qualcosa lo turba… E’ così pensieroso…”

Arrow Sede centrale della Somma Accademia
Diversi uomini erano raccolti in consiglio.
L’uomo più distinto tra loro pose una domanda al resto del gruppo
“E’ giunto il momento, confratelli, di fare il consueto bilancio annuale degli obiettivi raggiunti e dei futuri progetti. Quindi, come volge la situazione delle casse interne? Quanti insegnamenti sono stati elargiti? Quanti Maestri sono stati registrati e inseriti nel nostro ordine?”
Un uomo scosse il capo, annunciando grave
“Venerabile Maestro, mi duole avvertirvi che gli insegnamenti elargiti sono stati pressoché nulli e le nostre casse sono vicine all’esaurimento. Inoltre, non vi è neppure l’ombra di Maestri volontari”
Il Maestro si rabbuiò, stringendo le labbra in una smorfia
“Capisco. Quindi è tempo di sguinzagliare gli esattori”
“E chi avete intenzione di inviare, Venerabile?”
“Ma voi, Cornelio, ovviamente”
“Sarà per me un vero onore, Venerabile Maestro”

Arrow Appena fuori dalle mura del Pinnacolo dell’Essenza
Un cielo nero come la pece, attraversato di tanto in tanto da sporadici ma luminosi fulmini. A terra vi era un gruppo di cadaveri su cui si stagliavano due figure.
Uno dei due fece un passo verso l’altro, alzando una mano nella sua direzione
“Fermati, non puoi continuare con questa follia!”
L’altro gli mostrò un sorriso beffardo
“Tharok, amico, qui si tratta di dimostrare al Ducato la nostra superiorità”
Il vecchio nano non si fece intimorire, con voce ferma, tentò nuovamente una via di confronto e dialogo.
"Morgan, ma di quale superiorità stai parlando? Siamo tutti utili e nessuno è necessario! Non puoi continuare con questo massacro..."
D’improvviso Morgan alzò un braccio al cielo, una luce si sprigionò dalla sua mano e con un’esplosione colpì violentemente tutto ciò che lo circondava, ferendo Tharok con l’onda d’urto
"Se non vuoi appoggiarmi” disse con espressione maligna “dovrò liberarmi innanzitutto di te. Passerò poi ai Maestri e infine all'intero Ducato. Ovunque il mio nome rieccheggierà e ogni singolo cittadino tremerà al solo pensiero di incrociarmi sulla sua strada.”
D’improvviso, non appena finì di parlare, un fulmine squarciò nuovamente il cielo, illuminando i quattro Maestri appena apparsi attorno a lui.
Morgan scosse il capo, sbuffando.
I Maestri, con le voci all’unisono, pronunciarono
“Per la tua scelleratezza, per il genocidio che hai compiuto e per la follia delle tue azioni, verrai ora bandito dalla Congrega Della Fiamma Eterna! Che il tuo nome venga dimenticato e che le tue capacità blocc...”
Con una risata beffarda, l’uomo scomparve nel nulla, impedendo ai Maestri di concludere la Maledizione e di apporre il Sigillo.
Nel silenzio, tra sconforto e sorpresa i quattro Maestri impiegarono qualche secondo ad accorgersi di Tharok, steso a terra gravemente ferito. Si scambiarono qualche sguardo dubbioso, prima di accompagnare il vecchio nano all’interno delle mura.
Medea
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Messaggio Da Medea Mar Gen 02 2018, 22:49

Arrow Tohran, sede della Catena d’Argento, sala riunioni
“... Ed è per questo motivo che non mi è stato possibile intervenire” concluse il cavaliere, sedendosi nuovamente al suo posto accanto ai colleghi.
Un altro cavaliere annuì, pronunciando
“Bene e così si concludono i rapporti su ciò che è avvenuto negli ultimi tempi. Signora, avete qualcosa da dire?” Domandò voltando il capo verso la figura seduta a capotavola.
Minerva prese così parola, e sistemandosi compostamente sullo scranno, pronunciò
“Si, ho intenzione di nominare al più presto i restanti vertici del Cavalierato, ne necessitiamo quanto prima. Inoltre, la Catena d’Argento, oltre a mantenere i suoi cavalieri nei vari marchesati per tenere la situazione sotto controllo, verrà coadiuvata dai cavalierati degli altri casati del Ducato. Tutto chiaro?”

Arrow Dicembre 1317, nei meandri del Bosco dell’Addio
Due figure ammantate pesantemente osservavano ai loro piedi due cadaveri sporchi di sangue e terriccio.
Uno dei due si avvicinò all’altro, mormorando sommessamente
“Padrone… Volete mandare un messaggio a questi stregoni?”
L’uomo scosse il capo
“No” pronunciò perentorio “Non mi hanno fatto parlare una volta, non gli darò certo la possibilità di tentare nuovamente”
Strinse i pugni, sibilando “Li colpirò senza esitare…”

Arrow Gravenhold, 7/12/1317
Due messaggeri ufficiali stavano affiggendo dei lunghi testi sulla bacheca ducale al centro della piazza, spargendo collante in ogni direzione.
Il più smilzo dei due esclamò trionfante: “Bene! Uno, due, tre, quatt-” le parole gli morirono in gola, e il poveretto sbiancò improvvisamente
“Tre?! Solo tre? Dov’è la quarta?” Starnazzò abbandonando a terra gli strumenti di lavoro.
Si lanciò quindi sul grasso collega che teneva tutte le nuove leggi strette tra le braccia sotto forma di decine di pergamene pronte per l’affissione.
Quest’ultimo tentò di balbettare qualcosa, ma nulla poté placare l’agitazione dell’altro che continuava convulsamente a controllare le decine di pergamene.
“Com’è possibile che ci manchi una legge?! Proprio quella della Tribù! Quelli ci scuoiano! Ci danno in pasto al Gastaldo!” piagnucolò il povero Alvise lasciandosi scivolare a terra, attorniato dalle pergamene.
“Alvise, rilassati, i tribali...” le parole dell’omone vennero interrotte dall’agitato e sconfortato collega “I tribali ci sacrificheranno al Totem, ecco cosa faranno!”
“Si, ma vedi, i tribali in realtà...”
“In realtà i tribali sono i peggiori, lo so! Poi ora che seguono quell’invasato sono più sanguinari che mai. Io ho famiglia, Carlo!”
A quel punto l’uomo chiamato Carlo prese il collega per le spalle e lo scrollò con violenza, per poi urlargli in volto
“Insomma, ti vuoi calmare?! I tribali non le hanno fatte le leggi. Stiamo ancora aspettando che mandino qualcosa per i loro territori. Non morirai oggi, sempre se non la smetti di urlare, che mi è salito il mal di testa”

Arrow Pinnacolo, cima di una delle torri
Due uomini, l’uno al fianco dell’altro, osservano l’orizzonte, chiacchierando
“Messaggero, tra quanto hai detto che dovrebbero arrivare?” chiese uno dei due
“Considerando che sono qui da un giorno e mezzo, dovrebbero arrivare a momenti” rispose l’altro con una vena di preoccupazione nella voce
“O almeno lo spero” aggiunse sommessamente abbassando lo sguardo
“Vedrai che andrà tutto bene” fece appena in tempo a dire l’uomo.
Un urlo dal piano inferiore interruppe il pesante silenzio che era calato tra i due
”Sono arrivati, sono quasi un centinaio!”
I due si scambiarono un sorriso sollevato, poi altre urla si udirono dalla tromba delle scale “Aprite il portone! Chiamate i Consiglieri!”
Quando i grandi portoni del Pinnacolo si aprirono, una calca di gente si fece strada nel grande salone. Si fecero avanti un gruppo di congregati, e a prendere la parola fu una giovane elfa dal viso parzialmente colorato di nero
“Abbiamo la reliquia di Nomor. Convocate i Consiglieri, dobbiamo fornire tutte le informazioni possibili prima che sia troppo tardi”

Arrow Nei territori vicino alla Frontiera, 1/11/1317
Ser Nathaniel camminava lentamente lungo il sentiero che conduceva alla piccola casa di caccia dopo un giro di perlustrazione. Qualcuno lo stava seguendo, percepiva il rumore dei ramoscelli sotto gli stivali.
Uno solo, probabilmente con un’armatura pesante addosso, altrimenti sarebbe stato sicuramente più agile. Non sembrava volersi impegnare a nascondere le proprie tracce, e se anche fosse stata la sua intenzione, stava fallendo miseramente.
D’improvviso vi fu un urlo e l’inseguitore fu su di lui come una furia.
Lo spinse non troppo amichevolmente al suolo, e fu li che il cavaliere lo riconobbe: “Sergente Orso?”
“Salve Ser Nathaniel. Sì, sono proprio io. Stai perdendo colpi, sai? Sono indubbiamente io il migliore” sghignazzò l’avventore con fare sprezzante, arretrando di un paio di passi dal cavaliere.
“Se avessi voluto ucciderti avrei potuto farlo in qualunque momento. Non sfodero la mia arma contro chi non ritengo all’altezza… O chi attacca alle spalle” ribattè l’altro leggermente seccato, togliendosi di dosso foglie e fanghiglia.
“Bah, era solo un gioco, prendila con più filosofia”
“Sono un cavaliere. Io non prendo nulla con filosofia. Si tratta di onore.”
L’altro alzò gli occhi al cielo stiracchiandosi per poi rispondere annoiato
“Cos’è, dobbiamo organizzare un duello d’onore perché tu finalmente ammetta che sono superiore a te?”
Vi fu un attimo di silenzio, talmente pesante da sembrare interminabile. A quel punto, fu Ser Nathaniel a interromperlo con fare deciso
“No, un duello d’onore, no. Da te non mi aspetto nulla del genere, ma potremmo organizzare la tappa annuale del nostro piccolo torneo…”
“E’ quello che volevo sentirmi dire. Corro ad avvisare Orso a Raaka"

Arrow Magione dello schiavista, La Fonderia
Lo Schiavista uscì dalla sua stanza, tenendo stretto tra le mani il proprio cappello a cilindro. Venne accolto da uno dei suoi servi che con un cenno del capo lo salutò
“Buongiorno Signore”
“Buongiorno a te. Dimmi, Kirk, come stanno i miei ospiti speciali?”
“Bene signore, l’elfa dai capelli rossi non fa altro che canticchiare, mentre gli altri due si lagnano in continuazione dal loro arrivo. Niente di nuovo”
“Sono felice che la fanciulla sia di buon umore, se non altro ha capito che sta meglio qui che in mezzo ai Liberi” sorrise soddisfatto il mercante del Patto
“Si, Signore”
“Bene, preparateli a dovere”
Il servo sgranò gli occhi, sorpreso. “Un’altra asta, Signore?”
“L’ennesima, mio caro Kirk. Dopotutto, il mercato degli schiavi è un settore che non conosce crisi”

Arrow Uling, 20/12/1317
In una locanda due uomini al bancone parlavano amichevolmente
“Guglielmo, amico mio! Che merci ci hai portato questa volta?”
“Ah, caro Reginald, come al solito merci di prima scelta e a buon prezzo”
La conversazione venne interrotta dall’arrivo nella locanda di due elfi vestiti di nero che, una volta varcata la soglia, andarono a sedersi ad un tavolo vicino le finestre.
Il mercante si chinò sul bancone, andando a sussurrare a Reginald nell’orecchio
“Quei due li ho visti già tempo fa in un’altra città... Parlando con la gente del posto ho saputo che erano in cerca di altri elfi. Pare che ne stiano radunando…!”
Il taverniere scosse il capo
“Erano qui da stamane. Non li stanno radunando, stanno cercando qualcuno in particolare. Prima Hadir, sai, quello dell’emporio, mi ha rivelato che gli hanno chiesto se conoscesse altri elfi della zona o se qualcuno di loro venisse mai in città a cercare reagenti alchemici…”
“Ah, deve essere qualcuno di davvero importante se continuano la ricerca in ogni città”
Medea
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Messaggio Da Medea Dom Gen 07 2018, 21:01

Arrow Locanda situata in una delle vie laterali di Sericum, 30 dicembre 1317
“Ora stanno esagerando. Tu! Piantala di startene li a non far niente, tua sorella non guarirà comunque se resti a pensare a lei tutto il tempo. Vai a chiamare un uomo della guardia cittadina. Li voglio fuori dal mio locale” sbottò il locandiere rivolto al suo giovane dipendente.
“Si, signore. Subito, signore. Mi sbrigo, signore.”
Il piccolo garzone si incamminò velocemente verso la piazza poco distante, alla ricerca delle guardie di turno. Quando scorse due uomini di ronda, corse loro incontro.
“Mi dispiace disturbarvi, Generosi, ma abbiamo un problema al Cacciatore Affamato”
“E ti pareva” alzò gli occhi al cielo uno dei due “Che succede questa volta?”
“Una rissa, quattro uomini coinvolti. Il buttafuori ha chiesto giornata libera per stare con la famiglia, e il padrone è impegnato a gestire gli altri clienti...”
Uno sbuffo seccato del più alto dei due interruppe il ragazzino: “Mai una volta che si riesca a passare i Giorni del Rinnovamento tranquilli… Quando la finiranno di fare cagnara in quella sudicia taverna?”
Il giovane abbassò gli occhi e borbottò mestamente: “Mi impegno per pulirla al meglio, Generoso, ma sono solo da quando mia sorella si è ammalata. La febbre non accenna a smettere ed era lei che faceva il grosso del lavoro. Sono mortificato, Generoso, giuro che entro stasera la tirerò a lucido, così che il vostro lavoro sia più piacevole”
Imbarazzata, la guardia diede un fugace sguardo al compagno
“Non volevo dire questo, giovanotto. Ti chiedo scusa” frugò velocemente nella sua saccoccia e porse al giovanotto una manciata di scudi di bronzo che aveva con sè, aggiungendo “Prendi queste, corri dal guaritore in fondo alla strada principale e compraci delle medicine per tua sorella, l’aiuteranno a riprendersi prima e a far calare la febbre. Ora scusami, ma ho un lavoro da portare a termine”
“Che i Tre la abbiano in gloria, Generoso”

Arrow Sala del Comando, Caserma dell’Occhio e la Spada - 31 dicembre 1317
Come ogni rinnovamento, Ikkagu aveva rinunciato alle sue licenze per permettere a chi aveva il turno in quei giorni di poter tornare dalle proprie famiglie e di festeggiare con loro, così come voleva la tradizione. Prese due bicchieri di legno da dietro la sua scrivania ed uscì dalla stanza, andando a sedersi vicino al camino della sala del comando.
Versò della birra in entrambi e posò il più grande dei due sulla sedia più imponente della stanza.
Brindò così alla memoria di chi si sarebbe dovuto sedere sulla sedia vuota accanto a lui e dopo qualche silenzioso secondo, si alzò per la prima ronda di rinnovamento solitaria che avesse mai fatto. Tuttavia, non andò lontano, Sarah era sull'uscio, intenzionata a non lasciarlo passare.
“Fermo lì” disse sicura, attraversò la stanza a grandi passi e buttò i due boccali in legno nel fuoco ardente, sotto lo sguardo sorpreso di Ikkagu.
"Rinnoviamo anche le tradizioni, ti và?" domandò la donna senza tuttavia attendere risposta. Estrasse così dalla saccoccia due boccali di diverse dimensioni con il simbolo dell’Occhio e la Spada. Porse ad Ikkagu quello che presentava nel simbolo la spada di maggiori dimensioni rispetto alla misura canonica, e tenne per sé quello più grande nel quale al posto della spada era rappresentato un pugnale.
“Te prendi questo, Flenny” lanciò nel buio della stanza un terzo boccale che portava con sé, raffigurante un occhio e un arco, che venne prontamente preso al volo dal tenente arrivato poco prima e nascostosi nell’ombra delle grandi tende rosse.
Poco dopo, mentre l'Alto Comando usciva per la ronda, i soldati dell’Occhio e Spada trovarono in mensa una lunghissima forma di pane dolce coperto di zucchero a velo. Allegato vi era un biglietto scritto con la grafia del Colonnello: "Chissà che questa volta riusciate a mangiarlo. Buon rinnovamento, Volontari"

Due uomini erano intenti a parlare mirando il panorama, sullo sfondo, la Caserma, quartier Generale dell'Occhio e Spada
"Qui è dove mi hanno accolto, qui è dove ho imparato il senso di famiglia..."
"Eppure loro ti considerano un traditore..."
"Non tutti... "
"Sta di fatto che loro sono i primi a rispecchiarmi... La paura li aiuta a muoversi più velocemente e a sopravvivere..."
"Non tutti l'hanno capito..."
"Andiamo Al, hai molto altro da mostrarmi..."

Arrow Pubblica Festa del rinnovamento
Durante il periodo del Rinnovamento, come da usanza, nelle strade della periferia di Cor Fidelis si erano riversati molti dei missionari della Chiesa della Sacra Mano.
I canti e le preghiere si levavano alte tra le mura della cittadina e numerosi erano i beni di prima necessità che venivano donati ai più bisognosi.
Tra i tanti, una donna di mezza età si fece avanti, attirando l’attenzione dei sacerdoti e dei fedeli in processione
“Vi prego, signori, una coperta, del pane… Mio marito ha appena perso il lavoro e se non provvederemo a trovare del cibo moriremo di fame e questo è un inverno davvero rigido”
Il giovane missionario a cui la donna si era rivolta sorrise e le porse una delle coperte tra le tante che stringeva tra le braccia. Prima che la donna se ne andasse, il sacerdote chiamò un confratello
“Claudio, porta alla signora del pane e del vin santo.”
La donna si commosse al gesto del giovane
“Signore, la ringrazio, che i Tre vi abbiano tutti in gloria per ciò che state facendo” le lacrime irruppero dagli occhi della signora, la quale affondò il viso nella coperta appena donata, nascondendo i propri singhiozzi.
Quando si fu calmata, Claudio le consegnò un cesto con dentro cibo per tre giorni e una boccetta di vin santo.
“Facciamo il nostro dovere, signora.” rispose cordiale il giovane mano bianca, prima di raggiungere i suoi compagni e girarsi, sorridendo, per aggiungere
“Finché la nostra fede nei Tre sarà salda, nulla potrà abbatterci. Troveremo sempre la via verso la luce.”

Due uomini erano intenti a parlare mirando il panorama, sullo sfondo, Cor Fidelis, sede della Chiesa della Sacra Mano
"Qui è dove professano bene e razzolano male... Hanno timore di quello che non conoscono, quando dovrebbero guardarsi le spalle l'uni dagli altri..."
"Vuoi biasimarli? Hanno paura, è normale, non fargliene una colpa... Loro non sanno, hanno fede, e questo li muove, per paura che quello in cui credono, possa essere falso..."
"Perchè, lo è?"
"Pensaci Al, io esisto. Perchè voi esistete. Io sono figlio di Entroph, e io sono suo testimone. Io sono la prova della sua esistenza. E posso confermarti che anche altri esistono... Ma andiamo Al, molto altro mi devi mostrare..."

Arrow La Fonderia, nelle notti di festa
Le strade della città erano silenziose, vuote.
I ciottoli delle strade e i tetti delle case erano spruzzati di bianco, la neve che candidamente cadeva dal cielo nuvoloso.
Il quartiere commerciale era desolato, le fucine delle forgie spente, il mercato attraversato da sporadiche persone che si affrettavano a correre a casa per iniziare i festeggiamenti.
Le uniche luci erano quelle che si intravedevano dalle finestre delle case i cui caminetti lavoravano instancabili da ore per riscaldare le famiglie e gli amici riuniti attorno al banchetto che tutti si erano affannati a preparare per festeggiare il Rinnovamento.
Per l’occasione il Patto d’Acciaio aveva ridotto i dazi su tutti gli acquisti per i tre giorni di festa, facendo si che tutti potessero permettersi del buon cibo in dei giorni così speciali.
I problemi sembravano sparire di fronte a tanta spensieratezza, i brindisi non mancavano mai e ogni bicchiere che si incrociava con quello degli amici faceva si che una preoccupazione fosse messa da parte.
Le strade de La Fonderia rimanevano silenziose, mentre i cittadini festeggiavano nei loro caldi rifugi, pronti ad affrontare un nuovo anno, coraggiosamente.

Due uomini erano intenti a parlare mirando il panorama, sullo sfondo, La Fonderia, cuore pulsante del Patto d’Acciaio
"Qui è dove il denaro scorre, e le armi vengono forgiate..."
"Sai perchè furono create le armi Al? Perchè qualcuno aveva paura che le sue argomentazioni non fossero sufficienti..."
"Immagino... Comunque qui risiede un mio grande dispiacere... Una persona, che credevo amica, non è venuta a salutarmi... Comunque credo proprio che manterrò la parola data... Per dimostrargli che valgo più di lui..."
"Valore? Se può consolarti, dov'è c'è maggior denaro, maggiore è la paura che detiene il suo possessore. Accumulare ricchezze? Per quale motivo se non per i momenti di carestia... Ma andiamo Al, molto altro mi devi mostrare..."

Arrow Maniero Flambèr, inizio dei Tre Giorni di Rinnovamento
La magione era come sempre maestosa e sfarzosa.
L'intera congrega era stata invitata su proposta del consigliere dell'aria a festeggiare quest'anno di grandi scoperte e cambiamenti. Si diceva che fosse stata invitata perfino la Fenice, ma nessuno aveva ancora avuto modo di incrociarla sulla propria strada.
Gli idromanti ed i geomanti avevano rimodernato l'intero giardino per creare numerose fontane e scranni, così che tutti i congregati potessero trovare riposo e godimento.
Gli aeromanti avevano provveduto a sgombrare il cielo da qualunque clima potesse infastidire i commensali ed i piromanti avevano dato prova di sè con numerosi fuochi che permettevano di stare all'aria aperta senza patire il freddo dell'inverno.
Correva voce che si sarebbe presentato perfino il Marchese con i figli ed ogni congregato tremava di timore e di impazienza allo stesso tempo. Per il momento però si era presentato soltanto Zeno, il quale, da ospite, faceva attenzione che tutto fosse all’altezza del nome della famiglia.

Due uomini erano intenti a parlare mirando il panorama, sullo sfondo, la luna piena illuminava quasi a giorno la montagna dove è stato costruito il Pinnacolo dell'Essenza
"E' qui che tengono la Fiamma, vero?"
"Si, è un problema?"
"Molto probabilmente lo è molto di più per chi cerca di assecondarla..."
"Stai attento ai congregati, la sanno lunga..."
"O ne sono convinti... Alla fin fine sapere o millantare di sapere, sono comportamenti molto simili. La differenza? La prima richiede ricerca, la seconda improvvisazione..."
"Quanta saggezza in un Arcidemone..."
"Molteplici mortali sono venuti da me, nel corso del tempo, a richiedere conoscenza, mossi proprio dalla Paura di non sapere. L'ignoranza, quella oscura entità intangibile, crea più morti cercando di combatterla che assecondarla... "
"Beh si, conosco contadini più felici di qualsiasi altro studioso... Sta di fatto che qui lo studio lascia spazio all'ira..."
"Che intendi?"
"Anche tra i libri lo spirito di vendetta si fa sentire..."
"Un'altra promessa immagino..."
"Già..."
"Ma andiamo Al, molto altro mi devi mostrare..."

Arrow Raaka, ultimi minuti dell’anno
Il Padre era esausto, sebbene avesse partecipato più volte alla danza di Apawi, questa era la prima volta che la guidava.
Aveva indossato il pesante mantello di pelliccia di lupo ed aveva danzato con i suoi Figli intorno al fuoco per tre lunghi giorni, astenendosi dal cibo per purificarsi in vista del nuovo anno ed era infine giunto all'ultimo atto di buon auspicio.
Stava a lui interrompere le danze e procedere al dono.
Prese il Dente di Shun-ka-ha e si praticò numerosi tagli sulle braccia, uno per ogni precedente Padre, con sguardo impassibile, come se il dolore non lo tangesse.
Per ultimo, prima di passare il pugnale all’orco Guur'Zaak, volse il suo sguardo ai membri del Gruppo d’Intervento, pronunciando solenne
"Questo è per voi, che sia il mio sangue a scorrere, piuttosto che il vostro" e si praticò una lunga incisione sul petto, lasciando che il sangue sgorgasse copioso dalla ferita.

Due uomini erano intenti a parlare mirando il panorama, sullo sfondo le foreste confinanti con la città di Raaka, sede del Totem
"Qui è dove risiedono i nemici dei miei Avi..."
"Provi odio nei loro confronti?"
"Tutt'altro... Io stesso odio i miei Avi."
"Ma non erano pacifisti i tuoi genitori?"
"Si, e per questo li hanno scuoiati di fronte agli occhi miei e di mia sorella."
"Vero, ho visto nella tua mente la paura che hai provato. Come quella che provano qui in questa tribù."
"Che intendi?"
"Dovresti ringraziarli, loro, con il loro nuovo Padre, hanno liberato questa terra dalla presenza dei tuoi Avi."
"Come si stanno liberando di alcuni dei loro..."
"Non mi stupisce, è nella natura mortale scacciare il diverso, chi non fa parte della propria famiglia... La paura di chi non si conosce è insita nella tradizioni di questa tribù... Ma andiamo Al, molto altro mi devi mostrare..."
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Messaggio Da Medea Lun Gen 15 2018, 10:40

Arrow Una struttura dell’Ortodossia Patriarcale, territori Jerfer Lar
In una piccola chiesetta di legno, accanto a un parco dove giocano dei bambini
"... Perchè Lex lo vuole: IN NOMINE LEX! Andate per la retta via!"
Uno nutrito gruppetto di persone di basso ceto sociale se ne esce da quella chiesa improvvisata.
"Ma che belle parole che ha detto quel Monsignore..."
"E' vero, mi sento molto meglio..."
"E hai visto quei giovinotti che spesso lo vanno a trovare?"
"Eh si, sono del Gruppo d'Intervento..."
"Se non ho capito male è dovuto al fatto che la scuola, il monsignore, l'ha chiamata: Istituto d'istruzione Primaria Diether Von Richter"
"Doveva essere molto devoto..."

Arrow Corridoio antistante le Sale dell'alto comando
Un Caporale corse trafelato fuori dall'ufficio di Ikkagu. Nel correre, urtò indecorosamente un suo pari.
"Ehi, ma che succede?"
"Vattene da qui prima che il vecchio ti veda!"
"Ma io devo andare dal Colonnello a fare rapporto!"
"Fidati, a meno che tu non voglia finire in infermeria, ti conviene allontanarti, ho appena preso un calcio nel culo che neanche ai tempi di Zaagh!"
"Ma che cazzo sta succedendo?"
"Non lo so, le uniche due cose che ho capito dalle sue urla erano anello e incompetenti. La cosa strana è che mentre urlava continuava a smanettare con una collana di legno..."
"Ahia..."

Arrow Piccolo villaggio all’intersezione dei fiumi Gleann e Reunus
Due mercanti sul loro carro, attraversavano una delle strette stradine di campagna che costeggiavano i fiumi.
Tra una chiacchiera e l’altra, uno dei due assunse un’espressione perplessa
“Sai cosa, Peter? Mi è rimasto impresso il villaggio che abbiamo passato poco fa, quello dove non ci siamo voluti fermare”
L’uomo strinse le redini tra le mani, annuendo
“Hai avuto anche tu quella brutta sensazione, vero? Sembravano tutti dei pazzi ferventi”
“Si. Si hai ragione. Di cosa però non si capiva. E il capovillaggio?! L’hai visto?”
“Per i Tre, eccome se l’ho visto! Si aggirava per la piazza come se fosse spiritato, avvolto in tutte quelle bende… Non mi pareva ferito. E’ stato strano”
“E poi, la cosa che mi ha colpito di più è stata quel totem. Sono stato in terre tribali e mai mi era capitato di vederne uno con occhi così”
Peter si fece pensoso “In effetti Jhon, io ricordavo che loro venerassero il totem del lupo, non del gatto”
Ci fu un lungo attimo di silenzio, entrambi rabbrividirono
“... Non ci passiamo più di lì, vero?”
“... Col cavolo, cambiamo tratta”

Arrow In un salottino della nobiltà, alcuni gentiluomini chiacchierano tra loro
“Lo trovo inammissibile, assolutamente inammissibile”
“Suvvia Richard, stavamo parlando di caccia alla volpe fino a un secondo fa e ora cambiate così repentinamente il discorso? Almeno rendeteci partecipi dei vostri pensieri” lo rimproverò un amico, seduto accanto a lui sulla propria poltroncina
“Sono certo che tutti voi abbiate udito del nuovo gastaldo Nordrake, giusto? Quel tribale dai modi rozzi e dall’abbigliamento assolutamente fuori luogo”
“Intendete quel Kuma? Non si parla d’altro nei salotti per bene. Ho saputo che il duca gli ha concesso in custodia temporanea i territori che sono appartenuti agli Yer…”
“E non solo!” sbottò un uomo che sostava accanto alla finestra “Gli ha permesso di creare un ordine cavalleresco proprio!”
I nobili trasalirono, uno di loro scosse il capo con vigore
“Assolutamente impossibile, deve essere stata una svista dovuta alla sua giovane età e dall’emozione per le nozze. Insomma, la lady è una bella giovane, sono sicuro che il duca fosse emozionato per la notte di nozze, tanto da dire qualcosa di così sconsiderato. La nobiltà tutta insorgerebbe”
I presenti scoppiarono in una grassa risata, tenendosi le prosperose pance nobiliari.
L’uomo accanto alla finestra prese un bel respiro, concludendo
“Certo che se questo Kuma si trasferirà davvero nelle terre Yer, al vecchio Einrich Yer verrà un colpo!”

Arrow Territori Jerfer Lar, pressi di una Cappella Lexita
“No Gianni, non ho intenzione di prestarti ancora i soldi dell’elemosina. Mi spieghi a cosa serve fare la carità se la fai sempre con i miei di soldi?”
L’uomo accelerò il passo seccato, cercando di distaccarsi dal compagno.
“Eddai Pietro, lo sai che poi il prete mi fa la manfrina appena usciti da messa.”
L’altro lo ignorò, affrettando ulteriormente il passo e arrivando quasi di corsa di fronte al portone della piccola cappella.
“Ecco, hanno già chiuso. Ci conviene entrare dalle porte laterali...”
Prima che Pietro potesse spostarsi dal portone principale, Gianni attirò la sua attenzione.
“Aspetta… Che è quella roba?” L’amico indicò una carta da gioco fissata al portone principale grazie a un pugnale d’argento.
“Sembra un pugnale” commentò l’altro avvicinandosi ed esaminando il piccolo pezzo di carta.
“E questa donna?” chiese perplesso indicando la figura disegnata.
“Una donna bendata con una bilancia e una spada in mano?”
L’uomo si allarmò.
“Avvisiamo padre Augusto, presto!”

Arrow Negozio di erbe e reagenti alchemici alla periferia di Gravenhold
“Voi elfi siete tutti uguali, come puoi pretendere che ne riconosca uno da un ritratto simile?”
Domandò il titolare, scocciato, riponendo alcune provette che teneva in mano sugli scaffali, chiudendo bruscamente la conversazione. L’elfo arrotolò sconfortato la pergamena che aveva con sé
“Grazie per il suo tempo” rispose, e con passo pesante si incamminò verso il compagno che lo attendeva fuori dal negozio, intento ad affilare la propria arma con una cote.
“Trovato il nostro alchimista?” domandò quest’ultimo senza scostare lo sguardo dalla lama.
“Un altro buco nell’acqua. Faremo a modo tuo” disse l’elfo con uno sbuffo, riponendo la pergamena nella sacca.
“Non vedevo l’ora” sogghignò l’altro accarezzando il lungo pugnale.

Arrow Cattedrale di Ferro, sede della Chiesa della Sacra Mano
Sulle mura della cattedrale, due Mani Rosse parlano del più e del meno.
“Callisto Malatesta è tornato in azione come Primo Inquisitore?”
“A quanto pare, sì. Non so cosa lo abbia spinto ad abbandonare il suo lavoro con le salme, ma sembra più determinato e misterioso che mai”
“Più di quando ha perso la moglie?” esclamò allibita la guardia fissando il compagno con non poca curiosità.
“Peggio, più di quando ha perso la figlia. Non so se sia più cupo o più sadico. Non si fa più tanti scrupoli con i prigionieri.”
L’uomo si avvicinò all’orecchio dell’amico e con una mano accanto al volto proseguì “Antonietta, che dorme nell’ala vicino alle prigioni, dice che certe notti non riesce a dormire da quanto urlano.”
L’altro sbiancò improvvisamente per poi esclamare, indignato “Non credevo che sarebbe arrivato a tanto. Almeno di notte anche quelle povere anime meritano un po’ di riposo.”
“Quello lì gli da il riposo dei Tre, altroché. Non li invidio affatto. Almeno hanno smesso di soffrire ora che se ne è andato”
“Ma qualcuno sa dove è diretto?”
“Non parla con nessuno, nemmeno con la sua apprendista, figurati se viene a dirlo a noi…”

Arrow Pinnacolo dell'Essenza, Infermeria
"Avresti dovuto prevederlo, era un tuo allievo dopotutto. Possibile non te lo aspettassi, Tharok?"
Il Consigliere Terra osservava il Sommo Sapiente, ancora obbligato a letto dai cerusici dopo le ferite riportate nello scontro contro l’amico traditore.
"Ho sottovalutato le sue idee malsane, pensavo si potesse risolvere tutto..." mormorò tenendo lo sguardo basso
"E invece no. Capisco che il ruolo di Sommo non sia facile, ma continuiamo a fare magre figure in tutto. Bisogna che cominciamo tutti a darci una mossa" rispose il Consigliere con occhi appassionati.
"So già cosa devo fare, sono sempre stato conscio di quale forse il mio giusto posto... Dammi tempo e tutto si sistemerà per il meglio" rimbrottò Tharok.
"Fintanto che stai lì, passivo, ne dubito" chiosò l'altro.

Arrow Cattedrale di Ferro, di fronte agli uffici della nobile Cassandra Cassandra
Un Mignolo arrivò trafelato di fronte ai pesanti portoni dell’ufficio del nobile Pollice Rosso.
“Perdonate” esordì ansimando per la lunga corsa “Da quanto è dentro l’Indice Bianco?” chiese timidamente ad uno dei due soldati di guardia.
“Non molto, è entrato circa...” la guardia venne interrotta bruscamente dallo spalancarsi delle pesanti porte dell’ufficio che, dopo pochi secondi, vennero richiuse con un tonfo alle spalle di Balthus.
Nel silenzio glaciale l’Indice ordinò austero “Domenico, prepara i miei bagagli. Partirò domattina dopo la messa dell’ora prima.”
“Nel caso in cui dovessi avere bisogno di lei, dove la posso trovare, signore?” chiese il Mignolo tremante.
“Gli studiosi del Pinnacolo necessitano di un contributo nello studio della reliquia recuperata dal Gruppo di Intervento. Devo annotare informazioni utili sull’argomento prima della mia partenza. Non voglio essere disturbato.” così dicendo l’Indice Bianco si incamminò con passo lento verso la biblioteca.
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Messaggio Da Medea Gio Gen 25 2018, 08:27

Arrow Raaka
All’ombra del totem del Lupo Guardiano si ergeva Kuxstag, accanto a lui un tribale dall’aria erudita.
Con voce potente, parlò alla sua gente, lì riunita in rigoroso silenzio, dopo aver ascoltato le parole sussurategli nell’orecchio dall’uomo al suo fianco
“Figli miei, ancora una volta abbiamo subito l’ennesimo affronto da parte di una società alla quale non apparteniamo. Le nozze del giovane duca si sono confermate un mero ritrovo di inutili infedeli, persone che non sanno onorare nè gli spiriti, nè la storia. In quell’occasione i tre Marchesi hanno deciso di promulgare leggi valide all’interno dei loro territori, leggi per controllare il denaro, le armi e persino leggi per considerare potenti creature magiche al pari di comuni mortali, come se un signore del fuoco potesse mai piegarsi alle loro stupide decisioni. Sembrano aver dimenticato che è rimasto solo un popolo con profonde radici su queste terre, un popolo saldo come una quercia, e dai cui rami continuano a rubare frutti.
Oggi, io, Kuxstag Padre dei lupi, vi enuncio quelle che saranno le leggi valide nei territori della Tribù del Lupo Guardiano, così che le nostre tradizioni vengano riconosciute e non calpestate. Le leggi si dividono in Spirito e Sangue, come il nostro saluto agli dei ci ricorda.” Fece un profondo respiro, dopo essersi sporto verso il tribale, annuendo e poi annunciando a gran voce
“Le leggi dello Spirito! Scacciare o distruggere spiriti senza l’autorizzazione del portatore è un reato. Scacciare uno spirito fornito dal totem è considerato reato maggiore, qualsiasi siano le terre in cui l’atto è avvenuto.
Distruggere uno spirito fornito dal totem equivale a danneggiare il totem stesso, chiunque si macchi di questo crimine diverrà ricercato da tutta la tribù e sarà sacrificato al totem.
Sono considerati figli e figlie del padre dei lupi coloro che abbiano ricevuto uno spirito sacro in dono dal totem.”
Si prese un istante per osservare il volto delle persone che lo ascoltavano mentre il suggeritore gli trasmetteva in un sussurro le giuste parole, riprendendo con sicurezza
“Le leggi del Sangue! Sono considerati figli e figlie del Padre dei Lupi, creature mortali il cui sangue discenda da membri della tribù del lupo guardiano.
All’interno dei territori della Tribù, laddove si faccia distinzione tra plebei e nobili, a parità di rango sociale o titolo, verrà data maggiore importanza ai membri della tribù del lupo guardiano.
È proibito seppellire cadaveri nei territori della tribù, i credenti dei riti che prevedano tale pratica dovranno portare il cadavere fuori dai confini.
Un patto suggellato col proprio sangue di fronte ad uno sciamano della tribù del lupo guardiano dovrà essere mantenuto a costo della propria vita.”
Kuxstag alzò le braccia al cielo, sottolineando le proprie parole
“Ricordatevi queste leggi, diffondetele, fatele vostre se già non lo sono e fatele rispettare, perchè solo così le nostre tradizioni avranno un valore!"
Finito il lungo e solenne discorso, Kuxstag esclamò “Che idiozia che abbia dovuto usare un suggeritore per l’annuncio ufficiale. Vattene”

Arrow Casa dei novelli sposi, magione Nordrake
Una serva correva trafelata per i corridoi, in mano i cocci di un vaso, il volto impallidito dal terrore.
“Ginevra?” chiese una serva vedendola passare in fretta e furia.
“Nascondi tutti gli oggetti di valore, specialmente se fragili.” rispose Ginevra senza degnare l’amica di troppe attenzioni.
“Ma stai scherzando?”
“Ti sembra che scherzi?”
“No… Non dirmi che…”
“Si. Di nuovo. Pare che si sia incazzata con un nobile, sta volta” rispose Ginevra sistemando il servizio pulito nella credenza e chiudendolo a chiave.
“Ah, quindi questo non può semplicemente liberarlo, eh?”
“SHHH! Ma vuoi morire giovane?”
“Rilassati, starà urlando come una matta in questo momento, non mi sente. Con chi se l’è presa stavolta?” chiese l’amica mentre, su una sedia, spostava i candelabri d’argento sopra l’altissima credenza, fuori portata.
“Il giovane Cassandra. Credo si chiami Zaccheo o qualcosa del genere. Dice che non le ha portato il famoso dono da parte della Chiesa che le aveva promesso il giorno delle nozze...”
“Ahia. Non vorrei essere nei suoi panni”
“Nemmeno io”
“Ma… Aspetta… Non era il vaso che le avevano appena regalato?”
Un urlo interruppe le due donne “GINEVRAAA!”
“Arrivo subito, vostra grazia!!”

Arrow Pinnacolo dell’Essenza, Sala della Fiamma
“Scostatevi, pezzenti” disse con voce ferma Zeno Flambèr ai congregati che sostavano di fronte alle porte della grande stanza dove soggiornava la Fiamma.
I congregati assunsero un’espressione spaventata e fecero tutti qualche passo indietro, permettendo al nobile di entrare nella stanza.
Prima di chiudersi le porte alle spalle, Zeno, perentorio, ordinò che nessuno entrasse in quel luogo per nessuna ragione. Poi, si isolò dagli altri.
I congregati si lanciarono verso la porta, le orecchie tese appoggiate al massiccio legno che li separava dallo strano colloquio.
La Fiamma non si fece attendere molto, e tentò di liquidarlo rapidamente, dicendogli
“Chi osa disturbarmi? Chiunque tu sia, non ho tempo da perdere con te”
“Io sono Zeno Flambèr, discendente di Baltazar Flambèr, marchese delle fiam…!”
Vi fu un boato e i congregati si affrettarono a tentare di guardare dalla serratura.
Il più veloce tra loro intravide il nobile prono al suolo.
Zeno si rialzò, dolorante e proseguì imperterrito nel suo discorso
“Io, chiedo udienza alla Fiamma, mio diritto in quanto congregato! Non potreste mai farmi più male di quanto non mi sia già stato fatto dalle persone a cui ho giurato fedeltà!” Alzò la voce, tentando di imporsi “Se non sarete soddisfatta, potrete ardermi vivo!”
I congregati tentarono di capire il dialogo che avvenne poi tra i due, ma le loro voci erano troppo basse e la tempesta elementale stava ancora imperversando.
Dopo qualche lungo minuto, fecero per allontanarsi quando improvvisamente si riaprirono le porte.
Un Zeno dagli abiti lisi e bruciacchiati, i capelli fumanti, uscì silenzioso e andò a ritirarsi nelle sue stanze, ignorando chi lo circondava.

Arrow Casa dei novelli sposi, magione Nordrake
Il duca e la duchessa proseguivano lentamente lungo la strada sterrata, i cavalli al passo e lo sguardo all’orizzonte.
“Vi vedo pensierosa, mia amata” esordì il duca con sguardo preoccupato rivolgendosi alla sua bellissima moglie.
“Sì, stavo pensando di togliere qualche beneficio alla casata Cassandra. Mi dispiace molto per Lady Calliope, è una cara amica, ma suo nipote mi ha proprio delusa...” rispose lei senza incrociare il suo sguardo, l’espressione leggera e soave.
“Come mai, mia adorata?” chiese lui strabuzzando gli occhi e tirando d’improvviso le redini
“Sapete, non mi piace aspettare” rispose lei senza accennare a fermarsi
“Vi riferite forse al dono promesso da Lord Zaccaria?” chiese lui riprendendo la sua posizione accanto alla duchessa
“Non vi sfugge niente, duca” un sorriso si disegnò sulle labbra della donna che si concesse a quel punto di volgere lo sguardo verso il marito.
“Lo so, mia cara. Ma non è forse il caso di dar loro ancora un po’ di tempo? Dopotutto la Chiesa ha molti problemi da risolvere” chiese il giovane duca con sguardo preoccupato.
“Dunque è meglio che non aggiunga un problema alla sua già lunga lista, giusto...?” concluse la donna con un sorriso sardonico.

Arrow Punta del Drago, quartiere altolocato
Due servi si incontrarono per le strade della città, abbracciandosi
“Quanto tempo che non ti vedo Ian!”
“Ah, è un piacere amico mio, un piacere! Mi sembra una vita dall’ultima volta che ci siamo trovati! Come stai?” domandò l’uomo con allegria.
L’amico sospirò, chinando lo sguardo
“Se ti dicessi che sono oramai due mesi che non faccio altro che correre per le richieste della signora?”
“Aspetta… Ancora per il matrimonio?!”
“Oh si! La signora Margery e il signor Olen sono riusciti a farsi dare per l’occasione un posto speciale, nei territori Lux Victori. Ma stanno andando veramente fuori di testa per tutto questo! Non hai idea di quanto stiano spendendo per avere un matrimonio anche solo vagamente simile a quello del Duca e della Duchessa…”
“Ad esempio…?”
“Ad esempio?! Ad esempio vogliono che ci siano dei Liberi che vagano per il matrimonio, esattamente come quello della duchessa! Vuole un abito simile, prodotto a La Fonderia, vuole piromanti che facciano giochi di fuoco nel cielo, verranno portate intere botti di vino direttamente da Pinnacolo, si sposeranno nei boschi, come per la tenuta di caccia del duca… E dulcis in fundo, i nobili Lux Victori e Jerfer Lar saranno i loro testimoni”
L’uomo strabuzzò gli occhi “Questa cosa è assurda!”
“E tu non hai idea” concluse l’amico “Di quante cugine della sposa sono state invitate, dobbiamo provvedere al corredo per tutte loro.”
I due amici sospirarono.
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