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Messaggio Da Medea Mar Ott 08 2019, 21:01

Arrow Un annuncio proclamato nelle Piazze ed appeso nelle principali Bacheche del Ducato
Io, Lord Zeno Flamber, Primo nel mio nome, Sommo Elementalista e fondatore di Saint Faust de la Flamme, a nome del Concilio delle Organizzazioni annuncio ai Nobili tutti del Ducato, nonché ai Cittadini tutti, la decisione presa dalle Organizzazioni in merito alla disputa per la successione al Trono di Duca.
Le Organizzazioni non riconoscono in una possibile Guerra Civile alcun bene o merito verso i Cittadini del Ducato, per quanto comprendano le ragioni di ambo le Parti coinvolte nella disputa.
Le Organizzazioni invitano quindi i Rappresentanti di ambo le parti, in primis Lady Ludovica Ronuà Nordrake, e Lord Viktor Stein, ad incontrarsi su suolo neutrale, per risolvere la disputa senza ricorrere all’uso delle armi.
A tale incontro è ovviamente invitata anche la Nobiltà tutta, perché porti il suo Consiglio od i suoi Timori come aiuto alla risoluzione della disputa.
La neutralità di tale incontro verrà garantita dalla presenza dei membri del Gruppo Congiunto, che agiranno in quanto agenti delle Organizzazioni, e saranno volti a mantenere quello che sarà lo spirito dell’incontro.
L’incontro avverrà il Diciannovesimo giorno del Decimo mese, anno corrente, presso la Rocca del Drago, situata in prossimità di Punta del Drago.
Essa, come tutti sanno, custodisce la Tomba del Duca Biel Nordrake.
Riteniamo che la prossimità a tale Tomba possa essere di ispirazione a tutti coloro che parteciperanno a tale incontro.
Lunga Vita al Ducato!


Arrow Torhan, Sede della Catena d’Argento
“E così la loro brillante idea consiste nel radunare tutta l’alta Nobiltà, nonché i membri più in vista delle Organizzazioni, presso la Tomba di Biel al di fuori dalla sicurezza di Punta del Drago?”
“Si, Comandante Minerva.”
“Una mossa inaspettata, lo ammetto. E che bilancia genio e follia assieme, nella scelta del luogo…”
“Comandante?”
“Richiamate tutti i membri della Catena e contattate i membri degli eserciti. Per decreto di Minerva Rosaspina, Comandante della Catena d’Argento, a partire dal Quattordicesimo giorno del corrente mese, invoco Legge Marziale sull’intero territorio della penisola di Punta del Drago, circostante a Rocca del Drago.”
“Sul territorio... Circostante? Senza comprendere la Rocca?”
“Le Organizzazioni si sono fatte garanti di questo incontro, e dovranno essere responsabili delle loro decisioni. Ma non voglio tuttavia che siano abbandonati a loro stessi. Oltre alle truppe a terra, requisite e fate approntare tutte le navi disponibili nel Ducato. Che vengano disposte nei Porti della Penisola e, ove possibile, lungo la costa. Che siano ancorate, ma pronte a salpare al minimo avvertimento, o alla minima minaccia.”

Arrow Punta del Drago, Palazzo Ducale
“Mi confermate quindi che il Ferro Scarlatto sarà presente?”
“Il Ferro è volto alla protezione del Casato Nordrake, Duchessa. Saremo presenti anche noi all’incontro.”
“La cosa mi conforta. Con voi e le Organizzazioni presenti, sono sicura che non avrò nulla di cui temere. Sono molto curiosa di vedere come andrà…”
“Non intendete prima confrontarvi con vostro Zio?”
“Lord Fernand Ronuà sarà presente, non temete. Non si perderebbe questo incontro per nulla al mondo.”

Arrow Sul Confine dei Marchesati dello Squalo e del Ferro
“Ebbene?”
“Confermiamo che ci sono state scaramucce lungo la linea degli accampamenti, Lord Viktor. Tuttavia non sappiamo definire se la colpa possa essere attribuita agli uomini dei Ronuà o ai nostri. Mi permetterei di indagare e...”
“Non sarà necessario. Prendete tutti i nostri uomini coinvolti nello scontro e trovate loro una punizione adeguata. Non ho intenzione di versare sangue, se non vi verrò costretto. Il popolo non vuole una guerra, e nemmeno io.”
“Si Lord. E per… L’incontro richiesto dalle Organizzazioni?”
“Parteciperò ovviamente.”
“Siete sicuro? Non credo potremo muovere più di qualche pugno di uomini come vostra scorta, e…”
“Mi risulta che Livia si sia recata ad un simile incontro a Bosco Candido, e che sia tornata senza nemmeno un graffio.
Non credo che avrò nulla da temere.”
“Capisco. Come intendete raggiungere la Rocca? Dovreste chiedere un passaggio...”
“Ho già preso accordi con Minerva Rosaspina. Sta mettendo in sicurezza la costa con quante più navi possibili. Due di queste preleveranno me e la mia guardia e ci condurranno per mare fino alla rocca, senza che debba mettere piede su suolo Ronuà. Una volta lì, non ci saranno problemi.”

Arrow Punta del Drago, Palazzo Ducale
“Lord Zeno, siete... Sicuro della vostra decisione? Mi pare che la voce delle Organizzazioni fosse chiara in questo senso. Il problema principale non era la successione, ma le Faglie..”
“Chi è lo stratega qui dentro? So quello che faccio.”
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Messaggio Da Medea Sab Ott 12 2019, 15:30

Arrow Campi di allenamento, la Caserma
"Un, due, tre... Stella!"
Un gruppo nutrito di reclute si bloccò al grido del Tenente- colonnello.
Una freccia spuntata sibilò tra il gruppo e si schiantò sullo scudo di un giovane
"Ti sei mosso." disse pragmaticamente il tenente Fleniter, nascosto nell'ombra.
Sarah, pugnali alla mano, passava in rassegna uno ad uno i soldati del gruppo, studiandone la posizione
"Ti metti in guardia così? Ti sembra il modo?! Pianta quei piedi a terra, piega le ginocchia! Piega-le!"
Asaki sospirò, e si voltò di nuovo
"Un, due, tre... Stella!"
Con uno scatto fulmineo sguainò la spada e la portò di taglio al collo della recluta più vicina, fermando la lama a poca distanza dalla gola del soldato.
"Troppo chiasso, ragazzo, troppo rumore: ti ho sentito arrivare. PLOTONE! Riposo, prendete fiato!" ordinò: era tutto il giorno che lo schema continuava così.
In quel momento, si avvicinò un messo
"Messaggio urgente per l'alto comando di Occhio e Spada."
"È il tuo giorno fortunato, postino, siamo tutti e tre qui." esclamò Sarah, mettendosi a sinistra di Fleniter, uscito dal suo nascondiglio.
"Cosa dice, Tenente Colonnello?" chiese questi, rivolto ad Asaki
"Dice... Che le Organizzazioni sono convocate alla Rocca di Punta del Drago: lord Zeno ha scelto il luogo di ritrovo."
"Alla Rocca del Drago?"
Sul viso della donna pallida si disegnò un ghigno
"Andiamo a prendere gli stronzi."
Asaki alzò gli occhi al cielo
"Andiamo a fare il nostro dovere di Organizzazione e... Andiamo a prendere tutti gli ostacoli che troviamo lì intorno. PLOTONEH! DAAA-CAPO! Ricominciamo l'esercizio, veloci! In meno di due settimane voi diventerete dei soldati da prima linea."

Arrow In una zona rituale, fine agosto 1319
Due figure si tenevano a debita distanza l'una dall'altra, all’interno di un circolo rituale pulsante di energia che teneva immobilizzate delle creature arcane.
L’evocatore parlò con disprezzo al vecchio
“Tu sei uno di loro.”
"Loro sono i nemici! Il loro potere deriva dalla mia gente: si sono serviti di noi finchè hanno potuto ed ora ci ripudiano!"
“Anche se tu mentissi, non mi importerebbe. Ti sei dimostrato degno della magia, e anche tu hai capito che loro, viceversa, non lo sono. Sferreremo l’ultimo attacco, questa volta.”
"Con i rituali della mia famiglia, Morgan, le tue creature arcane diventeranno invincibili, e spazzeremo via quegli spor..."
L’evocatore interruppe sdegnato il ritualista
“Ora libera le mie creature, Shir.”

Arrow La Fonderia, inizi di ottobre
Una garzona dai capelli biondi irruppe nel quartier generale del Patto d'Acciaio, sventolando nella mano una pergamena arrotolata. I Legionari di guardia la fermarono nel mezzo del salone principale, diffidenti
"Via di qui Legionari! Ho notizie! Fuori dai piedi!"
"Identificati!"
"Sono al servizio della lady, testa di rapa, ora muoviti, devo portare il dispaccio! LEVATI HO DETTO!"
Il trambusto continuò ancora per qualche minuto, mentre i legionari impedivano alla giovane di passare, vedendola piuttosto instabile.
I servi che si aggiravano per l'edificio si raggrupparono in diversi punti, osservando la scena incuriositi.
"Ma state scherzando? Io ho impiegato mesi a trovare queste cose e voi mi impedite di fare il mio lavoro! FUORI DAI PIEDI SOLDATINO." Borbottava la giovane agitandosi sempre di più, mentre le guardie cominciarono a respingerla verso l'esterno del palazzo.
"Fermi. Lei ha il permesso di entrare" disse una voce controllata dalla cima della scalinata.
Lady Yer, apparsa dietro ai lavoranti e alla servitù, fece un gesto rapido con la mano verso la garzona e la invitò a raggiungerla.
Questa fece una linguaccia ai soldati, correndo verso di lei
"L'ho trovato mia signora! L'ho trovato!" esclamò porgendole la pergamena.
Druilia si irrigidì, stringendola tra le dita.
"Vieni nel mio ufficio. Abbiamo diverse cose da discutere."
Medea
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Messaggio Da Crispino Gio Nov 21 2019, 19:26

Arrow Raaka, metà novembre

Il consiglio della Tribù era riunito nella grande tenda fin dal mattino, e ormai le ore erano passate, tanto che le luci del tramonto si erano spente sulle palizzate di Raaka, illuminate dalle torce. Ogni anziano della Tribù era presente, così come tutte le figure che componevano il  Consiglio della Tribù del Lupo Guardiano. Dopo ore di discussione, l’aria nella tenda era diventata ormai irrespirabile, ed era stato il Padre stesso ad ordinare di aprirne le falde verso il grande piazzale sterrato, dove una folla di spettatori assisteva seduta, in attesa dell’esito.
“Che i cuccioli sentano pure!” aveva detto Kuxstag. “Direi loro comunque ogni cosa, quindi tanto vale che ascoltino direttamente con le loro orecchie!”

Si era discusso di guerra, di manovre di difesa e di attacco, poi si era discusso di religione, di Eletti e di Draghi. Ogni discorso era stato affrontato più volte sia prima che dopo l’apertura della tenda all’ascolto dei Figli. Il chiarore uscente dalle falde della tenda veniva spesso interrotto dalle ombre degli Orchi che passeggiavano, incapaci di rimanere seduti a lungo a dispetto delle altre razze.
“Non stiamo dicendo che gli Dèi possano sbagliare! Sono i mortali che non li sanno capire!” urlava una voce.
“E allora devi inchinarti al loro volere e riconoscere il Prescelto per quello che è! Non esiste solamente la tua visione!”
Queste e molte altre frasi venivano proferite con toni molto più forti del solito. La presenza del pubblico invogliava gli stessi anziani ad esprimersi in modo che tutti li potessero sentire, e di conseguenza la platea aumentava costantemente, mantenendo un silenzioso rispetto. Tutti erano consci che in quella tenda si stava decidendo una parte importante del futuro della Tribù.

La discussione saltava da un argomento all’altro, poiché nessuna delle parti voleva cedere, e forse presto un’ascia avrebbe colmato la distanza tra i seggi di un paio di anziani: tutti non avevano la forza di un tempo, ma di certo non avevano perso la grinta.
In mezzo alla concitazione, il Padre dei Lupi camminava continuamente, girando su se stesso a grandi falcate. Gli anziani, ormai divisi in fazioni, lo guardavano, sperando che si schierasse per l’uno o per l’altro, ma questi rimaneva silente. i Figli lo osservavano dall’esterno della tenda. Pareva una bestia in gabbia, e tutti erano convinti che fosse esattamente questa la sensazione che il Padre provava. Per un esterno che avesse osservato la scena, la Tribù appariva spaccata da discussioni violente: per un Padre che avesse fatto tanto per unirla e renderla forte, quella forza sembrava sul punto di riversarsi contro se stessa. Ben pochi avrebbero voluto essere al potere in quel momento.

“Ci sono dei trattati!” gridò un anziano curatore ad uno sciamano. “Abbiamo giurato sul nostro onore di far parte di questo Ducato! Io stesso, tanti anni fa, ho guarito i soldati Fargan che si schierarono al nostro fianco contro la Frusta Rossa! Con quale onore potremmo mai rimangiarci la parola? Tu, che dici di servire con coraggio la tua gente, ti dimostri vile come i Fargan che tanto disprezzi!”
“Gli abbiamo aperto le nostre terre e ci hanno sparso il sale!” rispose l’altro. “Siamo stati noi a profanare e distruggere i Monti Sacri di cui eravamo i custodi? Siamo stati noi a chiamare il male sulle Paludi Sacre? Per colpa nostra ora il Totem è ciò che è?”
“Allora dovremmo schierarci con chi ci ha invaso e ci ha calpestato, con chi ha provocato la morte al fronte dei nostri Nobili? E’ questo che proponi?”
“FRATELLI!” tuonò improvvisamente il Padre.
Quando Kuxstag parlò, tutti lentamente tacquero.
““Vi prego, tenete giù quelle asce, non fatemelo ripetere. Non voglio vedervi sanguinare. Come voi ultimi due avete detto, abbiamo dato spazio ai Fargan, alle loro bugie e alle loro stupidaggini. Questo ci ha portato molto dolore, ma anche qualcosa di buono.”
Il passo del Padre era divenuto più lento e regolare, ma pareva ben consapevole della presenza di un’intera platea che pendeva dalle sue labbra, e quindi continuava a camminare per richiamare l’attenzione su di sé.
“Non possiamo dimenticare che cosa i Fargan hanno fatto per noi durante gli anni in cui siamo stati deboli, e non potremmo mai calpestare le parole e le azioni di coloro che sono venuti prima di noi senza vergognarci quando li incontreremo di nuovo nella Terra degli Dèi” disse Kuxstag, volgendo lo sguardo in giro. “Ho ascoltato le vostre parole e non riesco a togliermi questo tarlo dal cuore: che gli Dèi ci stiano dicendo di creare un nuovo branco e di affrontare questi invasori una buona volta in modo compatto e unito? Che ci stiano dicendo di smetterla di stare fermi a parlare e invece di agire, di unirci a chi è giunto da terre e mari lontani da noi e di accettarne l’aiuto, trattandoli come fossero qui da sempre, proprio come noi? E soprattutto, se io, come vostro Padre, scegliessi di scendere in prima linea e guidarvi personalmente in questa lotta, fianco a fianco con voi, voi tutti mi seguireste, mettendo da parte tutte queste discussioni?”

Ci fu un lungo periodo di silenzio, nel quale gli anziani soppesarono con la massima gravità le parole di Kuxstag. L’intera Tribù lì presente tratteneva il fiato, in attesa della decisione che stava per essere presa.
Il primo ad alzarsi fu il suo amico di lunga data, Guur’Zaak, che fece appello a tutte le sue forze ormai prosciugate e disse a voce alta: “Tu sei il Padre dei Lupi! Il tuo branco ti seguirà, ovunque tu ci conduca!”.
Fu poi Cane ad ergersi in piedi, seguito da Gaar’Ak, Sacerdote di Ze’ev, e poi Ravagar, il Passero, e di seguito si levarono tutti quanti gli anziani, uno alla volta, senza mai chiedere aiuto, come per mostrare la prova della loro fermezza. Tutti si alzarono in silenzio,  sotto lo sguardo del Padre, che forse aspettava che qualche suo figlio esprimesse le proprie rimostranze. Non ve ne furono.
Fu un lungo silenzio finché tutti osservarono, dritti in piedi, il Padre dei Lupi.
“STANOTTE,” gridò allora Kuxstag, “festeggeremo per un consiglio ritrovato! DOMANI, raduneremo i nostri eserciti. Il branco dei Lupi andrà in guerra!


Arrow Sedi delle Organizzazioni, ventesimo giorno di novembre

Ogni Organizzazione riceve la seguente missiva:

A tutti i membri del Gruppo di Intervento e, per conoscenza, ai membri tutti delle Organizzazioni interessati:
Il Comandante dell’Ordine della Catena d’Argento convoca per il ventritreesimo giorno del mese corrente una riunione urgente nella Roccaforte di Torhan presso la sede dell’Ordine, per il coordinamento delle operazioni di sicurezza in vista dell’imminente Concilio Nobiliare presso Punta del Drago. E’ richiesta in modo particolare la presenza di coloro che saranno direttamente incaricati della salvaguardia dei Nobili e di tutti i Militi registrati che intendono contribuire alla causa con iniziative e informazioni utili.
Firmato,
Dama Minerva Rosaspina
Comandante dell’Ordine della Catena d’Argento
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Messaggio Da Medea Mer Dic 04 2019, 19:41

Arrow Punta del Drago, Palazzo del Patrizio, inizio dicembre 1319
Il funzionario finalmente uscì dall’ufficio privato di Sir Wilfrend Rend e chiamò a rapporto i vari messi sotto il suo controllo, con un battito di mani frenetico “Tutti qui! Tutti qui!”
Quando finalmente si radunarono attorno a lui, cominciò a impartire ordini con una parlantina rapida
“Tu, controlla il corretto allestimento della struttura di fronte alla Tomba del Duca Biel Nordrake: deve essere degna di un concilio nobiliare. Tu! Fa’ in modo che il banchetto e l’intera organizzazione dello stesso, approvvigionamenti compresi, sia a posto e torna poi a riferirlo al Gastaldo.”
Si voltò, indicando un terzo messo “Tu invece corri al porto e informa i lavoranti di procedere con i rifornimenti alla marina ducale. Il tuo riferimento saranno i membri della Catena d’Argento, nessun altro. Bene, ora, muoversi! Veloci!”
Detto questo, fece una giravolta e ripartì alla volta di nuove mansioni urgenti.
Il terzo messo partì correndo a perdifiato, mentre i primi due, si avviarono verso le loro destinazioni, assieme.
“Senti, ma perchè secondo te non va direttamente il Patrizio a controllare che tutto funzioni, considerando l’importanza dell’evento?”
“Sir Rend è bloccato a palazzo per via della gestione della flotta. Dama Rosaspina ha collocato le navi attorno a Punta del Drago senza consultarsi con lui. Figurati ora a chi tocca controllare l’intera manutenzione? Praticamente è blindato nel suo ufficio.”
“Ah, io avevo sentito solo del trambusto in città.”
“Dici dei piani di evacuazione della città?”
Entrambi scoppiarono a ridere.
“La Comandante pensa davvero che si riuscirebbe a evacuare l’intera Punta del Drago? Ci vorrebbero settimane! Una città di oltre ventimila anime, suvvia… E’ impossibile.”
Continuarono il loro cammino, parlottando tra loro. Poco prima di dividersi per eseguire i propri compiti, uno si soffermò a pensare ad alta voce
“Sai… Quella tomba mi mette i brividi, a pensarci.”
“Uhm… Per via delle dicerie che si sentono in giro?”
“Pensaci. Nel 1316 è stata costruita e dei suoi lavoranti, tutti affermati scultori e incisori del Patto d’Acciaio, non si è più saputo niente. Scomparsi nel nulla. A me mette i brividi a pensarci.”
“Senti ma non è stato proprio Sir Rend ad occuparsi della sua edificazione?”
“Certo. Per quello è un cattivo segno, dico io. Non ha né il tempo né la voglia di andare a controllare la sua stessa opera. Ti sembra un buon posto per far avvenire un ricevimento ducale?”

Arrow La Fonderia, una notte di dicembre
Nella stanza vi erano quattro figure. L’intero Consiglio Ristretto era seduto attorno ad un letto dove era distesa la garzona bionda dalla parlantina sciolta.
Una benda le fasciava parte della testa, zuppa di sangue rosso acceso, l’occhio sinistro coperto. Mugugnava qualcosa, stringendo i denti.
“Quindi queste informazioni…”
“Si, a quanto pare si sta servendo di un qualche macchinario.”
“Ed è dannatamente pericoloso avvicinarsi!” Esclamò la garzona battendo i piedi sul letto, innervosita “Mi sono lasciata fregare da una trappola. AH! Ma ora non mi frega più. So dove sono, tutte quante!”
“Shhh. Stai calma. Ci sarà tempo per agire. Telorian, tu hai qualche idea a riguardo?”
“Beh, Lady… Per quanto riguarda il macchinario, ho troppe poche informazioni per comprenderne lo scopo, ma una cosa è certa: conoscendo con chi abbiamo a che fare, il sistema di disattivazione sarà adeguato al suo costruttore.”
“Ognuno di loro aveva un modo diverso di agire, lo ricordo bene quando sono stato rapito. Quindi per lui…”
“Lui pensa che chiunque non faccia parte della sua razza sia, a prescindere, inferiore. Quindi forse è qualcosa che metta in gioco la nostra intelligenza.”
“A questo punto, non attenderemo oltre, se dovesse spostarsi nuovamente potremmo perderne traccia e non posso permetterlo.” La donna si alzò in piedi
“Te la senti tra qualche giorno di accompagnare l’Impresa e far loro da guida oltre le trappole?”
“Signorsì mia signora! Gliele rompo tutte le trappole, gliele spacco come nessuno ha mai spaccato roba meccanica. Ah! Gliela faccio vedere io a quelle stron…”
“Linguaggio!”

Arrow Cor Fidelis, 1 dicembre 1319
Come ogni domenica, la grande piazza di fronte alla Cattedrale di Ferro è gremita di gente accorsa ad assistere alla tradizionale messa dell'Ora Sesta. Poco prima della conclusione della messa, la finestra di un balcone della Cattedrale di Ferro si apre e una figura china, sostenuta da un alto segretario con i paramenti da Medio e da un lungo bastone, avanza faticosamente, sporgendosi infine di fronte alla folla dal marmo bianco della balconata.
Il mormorio stupefatto della platea diventa un lungo e accorato applauso quando compare in pubblico il volto segnato dalla vecchiaia del Pollice Bianco, Rubens Lux Victori, che nessuno aveva più visto dalla primavera del 1317. La folla infine si zittisce quando l'uomo, dopo aver zoppicato fino al bordo del piccolo pulpito improvvisato, si appresta a parlare, con voce rotta ma ancora incredibilmente stentorea.
“Popolo di Cor Fidelis, popolo del Ducato, popolo dei Tre! Per oltre due anni, tormentato dalla malattia, sono rimasto confinato nelle aule della Prima Abside in attesa di tornare in mezzo a voi, e oggi quel momento è giunto! Benché restino cicatrici permanenti del male ricevuto e del male sofferto, impresse sul nostro corpo e nella nostra memoria, esse ci servono per diventare gli uomini che i Tre vogliono al proprio seguito: esse ci ammoniscono per i nostri errori, ci educano all'umiltà della nostra condizione, ci insegnano la capacità di rialzarci dalle cadute e di riprenderci dalle nostre disgrazie! Ogni nostra sofferenza è destinata a finire, se la volontà dei Tre sostiene la nostra ripresa! E perciò io vi dico, anche nei tempi più bui, quando tutto sembra perduto e tutto pare crollare attorno a voi, non abbandonate mai la speranza!
“Oggi, questo Ducato è stato ferito dall'invasione di feroci nemici, guidati dall'odio verso la nostra unità, verso la nostra cultura, verso la nostra identità! Un araldo dell'Inverno, mi dicono, sta percorrendo i mari per portarci la rovina. Costui porta la volontà di un dio che non appartiene ai Tre, che fa della violenza bruta, della mancanza di misericordia e della sferza dell'invasione i suoi cruenti stendardi! Un dio oscuro il cui ultimo inverno ha flagellato il nostro amato Ducato, che ha provocato la morte di un terzo della popolazione, tra cui alcuni dei vostri cari, che per colpa sua non hanno potuto rivedere l'ultima primavera al vostro fianco. Un dio freddo e spietato, che ha abbandonato persino i tribali che lo chiamavano scioccamente Protettore della Famiglia, che ha consentito ad altri suoi orrendi figli di devastare le terre di coloro che stupidamente lo amavano, come le bestie più grosse divorano quelle più piccole per le leggi barbariche della natura selvaggia! Questo è il dio che oggi ci minaccia, questo è l'odio che infonde nella gente che lo segue.
“Solo grazie al Marchese Stein, degno figlio di Hexarcus, e alle sue truppe del nostro schierate a difesa dei territori che la Tribù avrebbe altrimenti perduto, nonché grazie alla valorosa resistenza della flotta della famiglia Ronuà, fedele ai precetti della Chiesa fino al sacrificio dei propri uomini per il bene superiore, la minaccia dei Florjark ha risparmiato questa città, la nostra amata Cor Fidelis, gioiello della fede, sede delle vostre case, baluardo della civiltà. Di fronte a questa insensata ferita, di fronte al coraggio di coloro che ci hanno protetto, il popolo dei Tre è chiamato a rispondere con l'orgoglio, con l'unità nella fede e con spade ancora più affilate! Armatevi contro ogni invasore, fedeli dei Tre! Nessun Florjark toccherà più le nostre terre se non per baciarne il suolo in lacrime e arrendersi! Nessun alleato dei Florjark verrà perdonato senza aver ricevuto la punizione per la propria stoltezza! Quando tutto sarà finito, quando la pace verrà ristabilita, quando la speranza tornerà nel nostro Ducato per opera della nostra forza e della nostra indomita fede, allora faremo i conti di ciò che abbiamo vinto e di ciò che abbiamo perso, e tutti coloro che adorano il nome di Wotan, di Wulfen o di Gùreg saranno chiamati a giustificare le azioni tremende compiute sotto il nome del loro stesso dio!
“Gioite e lottate per la nostra futura vittoria, perché i Tre sono dalla nostra parte! Gioite anche perché la nostra Chiesa, che è stata privata della sua guida, a giorni ne vedrà un'altra che potrà guidarla verso una maggiore gloria! Vi annuncio che il Concilio degli Indici si sta riunendo per stabilire l'elezione del nuovo Pollice Rosso, che verrà nominato entro la prossima Messa domenicale. Un nuovo faro di fede e di speranza coronerà a breve la cima della Cattedrale di Ferro: una nuova vita attende la nostra Chiesa, una nuova speranza sorgerà da queste terre! Per i Tre! Per il Ducato!”

Arrow Porto di Punta del Drago, 2 dicembre 1319
“Posizionare delle baliste su una nave mercantile… Non sono sicuro che sia fattibile. Mi rendo conto che è una situazione d’emergenza, però…”
“Ufficiale!” Un membro della Catena d’Argento stava avanzando lungo il pontile. “Sono arrivati nuovi ordini direttamente da Dama Minerva. Parte della flotta va immediatamente ricollocata.”
L’ufficiale degli Squali afferrò il dispaccio, leggendolo con un grugnito. “Ma come possono pensare che si faccia sempre tutto di corsa?”
Il compagno dell’ufficiale si allungò sopra la sua spalla, tentando di leggere gli ordini, aggrottando la fronte. “Cosa? Un terzo delle navi, pronte alla battaglia, lungo tutto il percorso tra Olvida e Punta del Drago? Ma non c’è anche uno stretto che unisce Seawolk a Olvida?”
Il Catenato lo ignorò, elencando il resto del dispaccio a voce.
“Un sesto della flotta, non una nave di più, non una di meno, sarà collocato oltre il capo settentrionale della cittadina di Seawolk, nel porto di attracco nord-orientale. Questo sesto di flotta può essere recuperato da tutte le navi che circondano la penisola, ma la flotta di stanza a occidente e a settentrione non può essere indebolita.” concluse seccamente.
Gli ufficiali si guardarono confusi. “Ma per quale diavolo di ragione non stiamo potenziando al massimo proprio il fronte orientale della costa della penisola, ben sapendo che i Florjark arrivano proprio da lì?!”
“Non è bene discutere gli ordini di Dama Minerva, ufficiale. Vige la legge marziale ora e la Catena d’Argento è, sul campo, estensione della volontà ducale. Sono stato chiaro?” disse con un sibilo l’uomo con le catene.
Gli ufficiali serrarono le labbra. Uno di loro mormorò: “Obbediamo. E’ evidente che la nostra opinione non è importante per la vostra Comandante.”

Arrow Punta del Drago, 3 dicembre 1319
Un esploratore della Tribù, vestito di pellicce e con i segni di guerra, attendeva nell’anticamera del Palazzo Ducale. Gli stivali sporchi di terra e la pelliccia ancora odorosa di pioggia stonavano vistosamente con i marmi intarsiati delle pareti e con i preziosi cuscini di seta sui quali si era seduto.
Il ciambellano uscì dalla stanza e, salutandolo, represse visibilmente a stento il suo disgusto, ma l’esploratore si alzò e imperterrito disse: “Porto un messaggio urgente dal Padre dei Lupi, per la Duchessa. La preparazione del Branco ha richiesto tempo e le navi della Tribù non sono adatte al mare. Non riuscirà a giungere in tempo per il Concilio, per questo stanno cavalcando fin lì i suoi Nobili migliori per rappresentarlo. Il Padre promette che arriverà in tempo per portare i rinforzi contro le ultime resistenze dei nemici.”

Arrow Marchesato delle Fiamme, 4 dicembre 1319
Era una mattina come tutte le altre, a Pinnacolo: gli stregoni si allenavano in armeria, gli studiosi li osservavano annotando i disturbi magici ai loro incantesimi, come ormai normale da diverso tempo, alcuni popolani reclamavano alle porte del castello, altri vivevano la monotonia della loro vita: lavoro nei campi, mercato, altro lavoro, chi nei campi di nuovo e chi all'interno della rocca dei maghi.
Ormai anche loro si stavano abituando alle creature magiche, aiutati dagli appartenenti alla Congrega.
Nessuno poteva però immaginare cosa sarebbe accaduto di lì a poco
I fenomeni magici imprevisti, quelli di modifica della struttura di Pinnacolo o di apparizioni magiche, cui i membri dell'organizzazione si stavano sempre più abituando, si erano affievoliti da alcuni giorni e le creature arcane rimaste erano sempre meno, perché mancando loro un evocatore che ne stabilizzasse la presenza nel piano materiale, cessavano di farne parte più o meno velocemente.
Il cielo si era fatto grigio, e tutti si preparavano all'imminente diluvio chiudendosi in casa, riportando gli animali nelle stalle o chiedendo agli idromanti di Pinnacolo di officiare qualche rituale per mitigare il clima.
Qualcuno attribuì inizialmente il fenomeno che si verificò al fallimento di un rituale meteorologico: tanto rapidamente quanto sospettosamente, i cumuli di nuvole che riempivano i cieli di Pinnacolo iniziarono a spostarsi verso il castello, ammassandosi sopra di esso, e formando un vortice sempre più nero, colmo di fulmini.
Diversi studiosi e stregoni iniziarono a correre e sbraitare per le sale di Pinnacolo e per le strade tutte: urlavano di scappare e di mettersi al riparo, di allontanarsi dalle case e di mettere in salvo la propria vita dal vicino arrivo dell’uragano.
Molti, tra i popolani e i militi, li ascoltarono e, aiutati dai cavalieri, formarono lunghe carovane in direzione di Sericum, dei monti Aedes e addirittura verso i Moniti.
Nel frattempo le spirali di nubi che si concentravano su Pinnacolo iniziarono a formare un cerchio nero, inizialmente, dai colori cangianti poi e infine sempre più marrone, di tutte le sue sfumature: chi era rimasto al castello per osservare il fenomeno avvertì tutto il poter geomantico che stava per sprigionarsi, e man mano che questo cresceva sempre più e diventava via via più intenso, una voce riempiva l’aria e le menti di chi aveva il castello a portata visiva, e tutti udirono le stesse parole:
“Io sono Modellatore. Sono l’arte e la pietra, sono la forza che sposta le montagne e il potere che estingue le civiltà, sono il creatore di ogni cosa. Vi ho dato questo castello ed ho chiesto di tornare per portare la perfezione in tutto il mondo, e voi mi avete ignorato, sfruttato, preso in giro e, infine, fatto arrabbiare”
Mentre le parole del Signore Arcano sovrastavano i pensieri di ogni essere, i Sapienti rimasti iniziarono le ultime evacuazioni di Pinnacolo: per un attimo, prima della vista seguente, il castello ed i dintorni furono deserti, ed un’ansia snervante faceva palpitare i cuori di tutti. Qualcuno svenì, tra il terrore e lo shock della vista di una gigantesca mano fatta di rocce, pietra, terra e sassi che uscì dal cerchio nel cielo e piombò con forza e potere senza paragoni, sciogliendo i mattoni, distruggendo le case, polverizzando i sentieri e disintegrando tutta la materia di Pinnacolo e dintorni.
Dopo pochi istanti la voce tornò prepotente, rimbombando nel cratere dove fino a poco prima sorgeva la sede della Congrega della Bianca Fiamma:
“Mi riprendo ciò che vi ho dato, e vi do un ultimo avviso: se non mi riportate in questo mondo, non ricostruirò il castello e distruggerò tutto, dalle più grandi città al più piccolo sassolino, e non vi resterà nulla su cui vivere”.
Dopodichè, la forza che aveva lasciato il vuoto dove prima sorgeva una montagna, divenne evanescente e scomparve, facendo richiudere il cerchio nel cielo e lasciando le nuvole a diradarsi.
L’orizzonte era limpido, le nuvole parevano dipinte nel blu, ed un panorama incredibile si estendeva dove l’occhio arrivava.
Ma Pinnacolo… Pinnacolo non c’era più.
Medea
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