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La Porta del Nord - Kainen Lamabianca
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La Porta del Nord - Kainen Lamabianca
L’esploratore si fermò al centro del sentiero, poggiando le mani sulle ginocchia e respirando profondamente e lentamente per recuperare fiato. Dinanzi a lui, rossa nella luce del tramonto, si stagliava l’ingresso a Porta del Nord, unico bastione del Ducato Nordrake in quella terra maledetta oltre il mare. Poco dopo si raddrizzò, concedendosi qualche secondo per ammirare la vista che si stagliava dinanzi a lui. Nonostante l’aria venefica che pervadeva quei luoghi, il panorama dalla cima del colle era sempre uno spettacolo tanto selvaggio quanto maestoso. Momentaneamente appagato, riprese il cammino, oltrepassando i cancelli, un breve cenno di riconoscimento ai soldati stazionati ad essi.
Il cambiamento fu assolutamente immediato. Da pungente e soffocante, l’aria si fece immediatamente limpida e chiara, e di nuovo l’esploratore ne trasse a pieni polmoni. Poco o nulla si sapeva sullo strano oggetto magico custodito nei sotterranei della roccaforte, ma tutti quanti erano grati della sua presenza e del’effetto che esso aveva sull’aria e sulla vegetazione di Porta del Nord. Giravano voci sul fatto che avesse una mente propria e fosse in grado di parlare, ma da quando era iniziata la ricostruzione del luogo, nessuno lo aveva mai sentito proferir verbo, e gli unici rumori che emetteva erano bassi ronzii, di intensità e ritmo variabile.
L’esploratore proseguì, avviandosi attraverso il sentiero che si inoltrava tra le mura della roccaforte ed i suoi edifici interni. Non sapeva con esattezza dove si trovasse colui che stava cercando, ma chiedere non era mai stato nella sua natura. Preferiva cercare in totale autonomia, ne traeva quasi gusto, come un orco di fronte ad un cinghiale arrosto ed una birra fresca. In quella, un’esplosione di luce bianca squarciò le fronde degli alberi di fronte a lui, ed una cacofonia di rumori, strappi, urla e digrignare di denti, gorgoglii e clangori riempì l’aria. Intuì subito di cosa si trattava, era già la terza volta che accadeva da quando si erano stanziati lì. Accelerò il passo, abbandonando il sentiero e superando la collina di fronte a lui, procedendo verso una radura che già sapeva essere poco distante. Quando uscì dalle fronde si trovò dinanzi tre umani ed un elfo, posti alle estremità di una figura disegnata sul terreno con polvere bianca.
Al centro si stagliava, affaticato ma risoluto, Kainen Lamabianca.
Il Gastaldo rinfoderò la propria lama con un movimento fluido, guardandosi attornò. Notò la figura dell’esploratore poco distante da lui, porgendogli un rapido cenno, per poi affrettarsi ai quattro attorno a lui.
“State tutti bene?” chiese. Vi fu un debole mormorio di assenso “Molto bene. Con questa, anche la terza ed ultima Zona Demonologica è stata resa inerte. Andate tutti a riposare. Sono fiero di voi.”
Gli Occultisti si inchinarono brevemente, per poi iniziare ad allontanarsi dal luogo. Kainen fece un gesto della mano all’esploratore, invitandolo a seguirlo.
“Ebbene, dimmi tutto.”
“Si, Lord Lamab..” l’esploratore si interruppe all’istante all’occhiata irritata del suo interlocutore “Ser Lamabianca. Perdonate. Porto i resoconti delle squadre di esplorazione Zaffiro, Loto e Pugnale.”
“Ti ascolto.”
“Come da prime esplorazioni, confermiamo la presenza massiccia di creature note come Cangianti. Essi sembrano muoversi in piccoli gruppi, da non più di quattro individui. Ciononostante, nel caso di scontro, solo la squadra Zaffiro è riuscita ad infliggere loro delle perdite. Le altre come da ordini hanno fornito supporto o hanno evitato lo scontro.”
“Quante di queste squadre avete incontrato?”
“Svariate, ed abbiamo notato un aumento improvviso negli ultimi due giorni.”
“…Capisco. Che mi dite delle altre due razze indicateci?”
“Abbiamo riscontrato una presenza pressochè nulla delle creature note come Biboli, di cui abbiamo individuato solo due esemplari dal nostro arrivo. Per quanto riguarda la Tribù del Sangue, non c’è stato nessun avvistamento o contatto. Riteniamo che nonostante ci fosse stata segnalata la loro presenza in queste zone, essi abbiano abbandonato le immediate vicinanze della roccaforte. Tuttavia..” l’esploratore deglutì brevemente. “La squadra Loto ha da poco riportato l’avvistamento di un massiccio fronte di creature.. Strane. Simili a demoni dai tratti di bestia. Erano guidate da una squadra di Cangianti.”
Erano nel frattempo arrivati presso uno degli spiazzi, sopra le mura esterne, che davano sulla vallata. Kainen Lamabianca si appoggiò ad una parete di roccia, pensieroso.
“Vai ora a riposarti. Appena ti sarai ripreso voglio che tu porti un messaggio a tutte le squadre esplorative correntemente attive all’esterno di Porta del Nord. Che ritornino appena possibile per ricevere nuovi ordini.”
“Sarà fatto.” Il giovane esploratore fece per voltarsi, ma fatti pochi passi si fermò, voltandosi nuovamente verso il vecchio Gastaldo “Ser Lamabianca.. Posso farvi una domanda?”
Kainen girò appena il capo, fissandolo brevemente, prima di annuire.
“Ecco, perdonate la mia irriverenza, ma… Siete stato.. Mandato qui da Lord Faust Nordrake. Allontanato da quello che era il vostro Ordine e le terre che vi erano state assegnate. Vi hanno relegato qui in queste terre dimenticate dai Tre per tentare di renderle abitabili e.. Voi siete riuscito a trasformare un cumulo di rovine di una terra dannata, le avete rese un luogo sicuro in mezzo al Caos. Vi siete preoccupato che civili e soldati fossero salvi e sani. Avete fatto molto più di quanto vi fosse richiesto quando vi è stato ordinato di presidiare questa roccaforte. E mai vi abbiamo sentito lamentarvi o mostrare rimorso, rimpianto od astio. Come..?”
Il Gastaldo sostenne lo sguardo dell’esploratore per una decina di secondi, in silenzio, prima di aprire bocca, tornando a voltarsi verso la valle.
“Potrei dirti che è un modo per espiare quelle che sono le mie colpe. Potrei dirti che ciò è il volere del mio Duca, e come tale è Legge. Entrambe sarebbero risposte corrette.”
Kainen sospirò brevemente.
“La Verità è che, prima o poi, delle persone oltrepasseranno il mare. Persone che giungeranno qui con uno scopo, con il desiderio di affrontare il Caos e, spero, i mezzi e la volontà per farlo. Io ritengo di avere un debito con costoro. Li ho conosciuti ed ho combattuto al loro fianco. So che non sono campioni del bene, ma puramente degli individui che abitano questo mondo, e che tengono ad esso, seppur ognuno per i propri motivi. Quando giungeranno, sarà mio compito far sì che questa porta sia per loro aperta. Che questo luogo sopravviva abbastanza a lungo da offrire loro passaggio sicuro. Questo è il compito che Faust Nordrake mi ha affidato. E sono pronto ad offrire la mia stessa vita per esso.”
Il cambiamento fu assolutamente immediato. Da pungente e soffocante, l’aria si fece immediatamente limpida e chiara, e di nuovo l’esploratore ne trasse a pieni polmoni. Poco o nulla si sapeva sullo strano oggetto magico custodito nei sotterranei della roccaforte, ma tutti quanti erano grati della sua presenza e del’effetto che esso aveva sull’aria e sulla vegetazione di Porta del Nord. Giravano voci sul fatto che avesse una mente propria e fosse in grado di parlare, ma da quando era iniziata la ricostruzione del luogo, nessuno lo aveva mai sentito proferir verbo, e gli unici rumori che emetteva erano bassi ronzii, di intensità e ritmo variabile.
L’esploratore proseguì, avviandosi attraverso il sentiero che si inoltrava tra le mura della roccaforte ed i suoi edifici interni. Non sapeva con esattezza dove si trovasse colui che stava cercando, ma chiedere non era mai stato nella sua natura. Preferiva cercare in totale autonomia, ne traeva quasi gusto, come un orco di fronte ad un cinghiale arrosto ed una birra fresca. In quella, un’esplosione di luce bianca squarciò le fronde degli alberi di fronte a lui, ed una cacofonia di rumori, strappi, urla e digrignare di denti, gorgoglii e clangori riempì l’aria. Intuì subito di cosa si trattava, era già la terza volta che accadeva da quando si erano stanziati lì. Accelerò il passo, abbandonando il sentiero e superando la collina di fronte a lui, procedendo verso una radura che già sapeva essere poco distante. Quando uscì dalle fronde si trovò dinanzi tre umani ed un elfo, posti alle estremità di una figura disegnata sul terreno con polvere bianca.
Al centro si stagliava, affaticato ma risoluto, Kainen Lamabianca.
Il Gastaldo rinfoderò la propria lama con un movimento fluido, guardandosi attornò. Notò la figura dell’esploratore poco distante da lui, porgendogli un rapido cenno, per poi affrettarsi ai quattro attorno a lui.
“State tutti bene?” chiese. Vi fu un debole mormorio di assenso “Molto bene. Con questa, anche la terza ed ultima Zona Demonologica è stata resa inerte. Andate tutti a riposare. Sono fiero di voi.”
Gli Occultisti si inchinarono brevemente, per poi iniziare ad allontanarsi dal luogo. Kainen fece un gesto della mano all’esploratore, invitandolo a seguirlo.
“Ebbene, dimmi tutto.”
“Si, Lord Lamab..” l’esploratore si interruppe all’istante all’occhiata irritata del suo interlocutore “Ser Lamabianca. Perdonate. Porto i resoconti delle squadre di esplorazione Zaffiro, Loto e Pugnale.”
“Ti ascolto.”
“Come da prime esplorazioni, confermiamo la presenza massiccia di creature note come Cangianti. Essi sembrano muoversi in piccoli gruppi, da non più di quattro individui. Ciononostante, nel caso di scontro, solo la squadra Zaffiro è riuscita ad infliggere loro delle perdite. Le altre come da ordini hanno fornito supporto o hanno evitato lo scontro.”
“Quante di queste squadre avete incontrato?”
“Svariate, ed abbiamo notato un aumento improvviso negli ultimi due giorni.”
“…Capisco. Che mi dite delle altre due razze indicateci?”
“Abbiamo riscontrato una presenza pressochè nulla delle creature note come Biboli, di cui abbiamo individuato solo due esemplari dal nostro arrivo. Per quanto riguarda la Tribù del Sangue, non c’è stato nessun avvistamento o contatto. Riteniamo che nonostante ci fosse stata segnalata la loro presenza in queste zone, essi abbiano abbandonato le immediate vicinanze della roccaforte. Tuttavia..” l’esploratore deglutì brevemente. “La squadra Loto ha da poco riportato l’avvistamento di un massiccio fronte di creature.. Strane. Simili a demoni dai tratti di bestia. Erano guidate da una squadra di Cangianti.”
Erano nel frattempo arrivati presso uno degli spiazzi, sopra le mura esterne, che davano sulla vallata. Kainen Lamabianca si appoggiò ad una parete di roccia, pensieroso.
“Vai ora a riposarti. Appena ti sarai ripreso voglio che tu porti un messaggio a tutte le squadre esplorative correntemente attive all’esterno di Porta del Nord. Che ritornino appena possibile per ricevere nuovi ordini.”
“Sarà fatto.” Il giovane esploratore fece per voltarsi, ma fatti pochi passi si fermò, voltandosi nuovamente verso il vecchio Gastaldo “Ser Lamabianca.. Posso farvi una domanda?”
Kainen girò appena il capo, fissandolo brevemente, prima di annuire.
“Ecco, perdonate la mia irriverenza, ma… Siete stato.. Mandato qui da Lord Faust Nordrake. Allontanato da quello che era il vostro Ordine e le terre che vi erano state assegnate. Vi hanno relegato qui in queste terre dimenticate dai Tre per tentare di renderle abitabili e.. Voi siete riuscito a trasformare un cumulo di rovine di una terra dannata, le avete rese un luogo sicuro in mezzo al Caos. Vi siete preoccupato che civili e soldati fossero salvi e sani. Avete fatto molto più di quanto vi fosse richiesto quando vi è stato ordinato di presidiare questa roccaforte. E mai vi abbiamo sentito lamentarvi o mostrare rimorso, rimpianto od astio. Come..?”
Il Gastaldo sostenne lo sguardo dell’esploratore per una decina di secondi, in silenzio, prima di aprire bocca, tornando a voltarsi verso la valle.
“Potrei dirti che è un modo per espiare quelle che sono le mie colpe. Potrei dirti che ciò è il volere del mio Duca, e come tale è Legge. Entrambe sarebbero risposte corrette.”
Kainen sospirò brevemente.
“La Verità è che, prima o poi, delle persone oltrepasseranno il mare. Persone che giungeranno qui con uno scopo, con il desiderio di affrontare il Caos e, spero, i mezzi e la volontà per farlo. Io ritengo di avere un debito con costoro. Li ho conosciuti ed ho combattuto al loro fianco. So che non sono campioni del bene, ma puramente degli individui che abitano questo mondo, e che tengono ad esso, seppur ognuno per i propri motivi. Quando giungeranno, sarà mio compito far sì che questa porta sia per loro aperta. Che questo luogo sopravviva abbastanza a lungo da offrire loro passaggio sicuro. Questo è il compito che Faust Nordrake mi ha affidato. E sono pronto ad offrire la mia stessa vita per esso.”
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