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La pioggia amata - Aurora

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Messaggio Da Sentrem Sab Nov 03 2018, 15:13

Una mattina fredda d'autunno, una nebbiolina fine cadeva sul terreno rendendo il suolo una poltiglia collosa. Ogni passo verso sud si faceva quindi più lento e difficoltoso. La vicinanza al fiume Walungan e il Lago del Sangue rendevano la terra della Tribù del Lupo Guardiano morbida e fertile, ma anche un acquitrino infido e stancante.
Una minuta elfa osservò sconsolata la coda del suo mantello oramai completamente intrisa di fango, inutile ogni tentativo di sollevarla.
L'acqua, il freddo e l'umido sembravano darle veramente la nausea; evitava con precisione millimetrica qualsivoglia pozzanghera ritrovandosi sempre alla fine della colonna di persone che la stava accompagnando a Raaka.
"Aurora potresti gentilmente darti una mossa?"
Un grosso orco, con indosso una lisa armatura di pelle nera, la stava osservando con ilarità e una punta di disagio.
"Non ci riesco, io, veramente è impossibile! Perché ci sono così tante pozzanghere e rigagnoli e nebbia e.."
La frase non finì perché l'orco scosse un albero a lato del sentiero; una pioggia d'acqua crollò sulla testa di Aurora che lanciò di rimando un urlo stizzito e fece una corsa per levarsi dalla traiettoria degli alberi.
"Deepgash! Finiscila! Mi si bagna la pelle!"
L'orco sputò fuori una risata gutturale.
"Ti si bagna la pelle? Forse volevi dire il pelo? Non credevo sarebbe stato così spassoso vederti uno spirito tribale addosso, continuerò così per tutto il percorso se non ti muovi."
Disse l'orco poggiandosi minacciosamente ad un altro albero.
"Non oserai!"
"Ti avevo promesso che te lo avrei procurato, non che ti avrei reso la vita facile, ma in ogni caso non lasciarti inghiottire dalla sua natura, convivici. E muoviti!"
Aurora lo vide allontanarsi, osservò la punta dei suoi stivali e sospirò in mezzo al pantano, poi scrollò la testa, respirò a fondo e cominciò a parlare tra sé e sé.
"Ascolta ci conosciamo da poco, ma veramente così non possiamo andare avanti, dovrò farmi un bagno prima o poi.."
Le spalle gli si scossero violentemente.
"..magari non è poi tanto male l'acqua calda, potrei fartela apprezzare quando saremo all'asciutto, ma più tempo ci mettiamo peggio sarà, quindi passo lesto e attento, ci stai?"

Dopo mezza giornata di cammino Aurora aveva finalmente raggiunto Raaka, i colori dell'autunno andavano a braccetto con le pitture tribali, nessun muro di cinta divideva la città dalla natura, semplicemente si veniva accolti al centro in modo armonioso e fluido.
Le uniche mura a dividere la città erano quelle in prossimità del totem, che si stagliava alto e fiero nel cielo nuvoloso.
Un nano cieco si avvicinò alla piccola elfa e le posò una mano sulla spalla a cercare sostegno.
"Aurora non ti è concesso l'ingresso. Non ancora.."
"Conosco le usanze Mircia, attenderò finché il Padre dei Lupi o il Falco non vorranno accogliermi."
"Non sono usanze sono leggi. Ora vieni, sicuramente sarai affamata e stanca, come lo siamo tutti. Domani mattina forse avrai più fortuna.."
"Domani? No! Io speravo di andarmene subito, non ho neppure un posto dove stare, io, non me la sento di vedere Mite e neppure Echidna, non potrei sopportare le loro mille domande ora. O accuse."
"Accuse? Domande? Probabilmente ti salterebbero solo al collo..con quali intenti questo sta a te rimuginarci sopra. Se ti accontenti della mia tenda, ti accolgo io."
"Perché lo fai?"
"Perché faresti lo stesso per me spero.."

Qualche ora più tardi molti tribali stavano desinando assieme attorno ad un fuoco, qualcuno vociferava il nome di Aurora, ma erano commenti che cadevano subito nell'oblio soverchiati dai discorsi più forti e interessanti dei racconti di Mu.
Difficile fu invece zittire le risate quando una porzione di minestra calda finì tra le mani di Aurora che, con una naturalezza infinita, cominciò a leccarla dal cucchiaio.
"Aurora..dovresti scendere a patti con lo spirito.."
Fu in quel chiaro istante che l'elfa comprese l'imbarazzante situazione per cui tutti stavano ridendo di lei sotto i baffi o meno.
Con un unico gesto trangugiò la minestra quasi bollente e si incamminò lontano dal fuoco rossa in volto dalla vergogna.
I suoi passi avanzarono fino al cimitero, si fermarono solo dopo molte lapidi, vicino ad una pietra con incisa sopra una serpe.
"Tutti abbiamo perso qualcosa. Non sono Skirnir, non mi ci avvicino neanche, non so se avrò mai il coraggio di affrontare la morte due volte e celebrare pure il mio stesso funerale.."
Un sorriso si aprì leggermente a increspare le labbra della donna.
"Tuttavia se hai deciso di starmi vicino un motivo ci sarà no?"
Il silenzio rispose in attesa.
"Sai, sono tutto fuorché semplice, è difficile starmi accanto, ma mi diverte il fatto che anche tu non scherzi.."
I suoi occhi si rivolsero al cielo.
"Probabilmente ti sentivi solo; sai anch'io mi sono sentita sola da quando non c'è più lui. E ti ho desiderato da quando lui non c'è più. Forse siamo un po' simili in questo."
Il trucco nero cominciò a colare assieme ad una pioggia pura e senza vento.
"Quantomeno detesti un po' meno l'acqua, andiamo, domani è una giornata importante!"

La mattina seguente il cielo minacciava temporale, l'aria era elettrica e tesa in cielo così come in terra. Nel varco della palizzata attorno al totem, ad attendere Mircia e Aurora, vi erano Kuxstag il Padre dei Lupi, Guur'Zaak il Falco e un manipolo di guerrieri dalle sembianze bestiali.
"Si può sapere chi è questa? Se è la colazione vi avviso non sarà soddisfacente."
La voce del Falco Guur'zaak uscì dura e minacciosa dall'orco, mentre Kuxstag, forte della sua mole imponente, si avvicinò con fare minaccioso ai due.
"Io però ti ho già visto..mi ricordi qualcosa..una festa magari?"
Cominciò ad annusare Aurora ad un palmo dal suo viso, per poi inchiodarla al terreno con uno sguardo.
"Hai uno spirito, ma non sei figlia mia.. PERCHÉ HAI ADDOSSO LO SPIRITO DI UNO DEI MIEI FIGLI!?"
"Kuxstag padre di tutti noi, Grande Falco, la cui mente vola con gli spiriti, costei è Aurora, porta lo spirito di.."
"SILENZIO Mircia, quest'elfa è arrivata fino qui, mi aspetto che sia capace di parlare da sé."
Aurora retrocesse di un passo portandosi sulla difensiva.
"Il mio nome è Aurora, Stregona e Maestra della Terra della Congrega della Fiamma Eterna, membro del Gruppo Congiunto, titoli e nomi non serviranno, ma questo è quello che mi rassomiglia di più. Porto lo spirito di Skirnir..."
A queste parole alcune guardie ringhiarono in segno di minaccia mentre Guur'Zaak e il Padre li zittirono con un gesto della mano.
"..porto lo spirito al totem affinché possa riposare, affinché possa il mio agire essere giudicato affinché io possa essere degna di portarlo con me se lo vorrà.."
"BLASFEMIA! Credi di poter strappare uno spirito ad un mio figlio e vivere ancora?!"
Aurora venne sollevata da terra con un gesto fulmineo, impossibile liberarsi da quella presa, tra la clavicola e il collo.
"Io non l'ho strappato, si è legato a me per sua scelta!" disse rantolando nella sempre minor aria.
Il nano al suo fianco cercò di spiegarsi, mentre il suo unico occhio si fissò sul Padre e la sua voce cominciò ad incrinarsi in un mezzo ringhio.
"Padre costei non ha rubato nulla, Skirnir vostro figlio, non era più in questa terra, la non-morte si era insinuata nelle sue membra. Ha desiderato la morte, combattendo contro Aurora. Lo spirito si è poi legato a lei in modo naturale e libero così come DEVE essere."
"Kuxstag.." disse il Falco "..se ciò che dice è il vero, nulla nel suo agire è sbagliato; non è questo il volere più alto e insindacabile che dobbiamo ascoltare? Il volere degli spiriti?"
L'orco allentò la presa, fece un respiro profondo e lasciò andare la minuta figura che si inginocchiò a terra boccheggiando.
"Mi ricordo di te, eri tra quelli che sono andati nei monti, io ora ti chiamo ladra e tu dici di essere un custode. Sarà il Lupo a giudicarti e a dissolverti come neve al sole se lo meriterai..passa."
Alcuni fulmini più vicini cominciavano ad essere seguiti dai tuoni, il temporale oramai era imminente. L'elfa si alzò da terra e con sguardo iroso calcò gli ultimi passi che la dividevano dal totem.
Il Falco la seguì poco distante.
"Inginocchiati e prega affinché le tue parole siano veritiere, se lo spirito vorrà restare con te, nulla accadrà, se ti verrà portato via dovrai accettare la scelta senza ulteriore scompiglio, se il totem dovesse ritenerti impura o falsa nel tuo agire..nessuno qui ti salverà."
Detto questo si allontanò, mentre Aurora si sistemò sotto l'imponente totem, ricoperto da un pelo ispido e striato di sangue.
Con la coda dell'occhio pareva quasi stesse respirando, silenzioso e morbido il pelo sembrava alzarsi ed abbassarsi ritmicamente.
Un lampo e un tuono subito dietro. Passarono i minuti e molti lampi in successione. Nulla accadde. Poi le prime gocce di pioggia. Ancora nulla.
Infine crollò una pioggia scrosciante.
L'orco si avvicinò nuovamente.
"Lo spirito ha deciso, il totem non lo ha attratto a sé, portalo con onore e rispetto, forza e gentilezza, perché egli è più saggio e antico di te.."
Entrambi si girarono all'unisono per guardare il Padre dei Lupi che ghignava compiaciuto.
"E io che speravo di mangiare carne d'elfo, e sia! Ora sparisci dalla mia vista..sta arrivando il mezzogiorno e comincio ad avere fame."
Aurora uscì dalle mura e si fermò a prendere la pioggia sul viso prima di raggiungere Mircia che la attendeva poco più in là.
"Sai pioveva anche quel giorno, quello che fu la mia fine, da allora l'ho detestata, ma ora è diverso, ora prende la forma del nostro nuovo inizio. E ora la pioggia finalmente sarà sempre per te."

In un tramonto cremisi dopo la tempesta, al confine di Raaka con il bosco a nord, una sola figura attendeva Aurora al limitare del sentiero, un orco intento ad affilare una corta lama seduto sotto un albero in una cornice di foglie gialle e rosse.
Deepgash alzò lo sguardo solo quando Aurora gli fu a pochi passi.
"Quindi?" la incalzò.
"Ha scelto di rimanere con me.."
Con un balzò, innaturalmente agile, l'orco si alzò e quasi fece capitombolare l'esile elfa con un abbraccio.
"Sapevo che ce l'avresti fatta sorellina!"

Sentrem

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